< Cerbero e gli altri. I mostri nella Divina Commedia di  Lorenzo Montemagno Ciseri (Carocci)

Qui di seguito le recensioni di CerberoEGliAltri raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Ho amato questo libro. Ogni rigo scritto era un tuffo nel passato delle mie conoscenze assopite e un tuffo in quelle nuove. Un concentrato di parallelismi e di confronti, di leggende e di miti, di racconti e invenzioni che la storia umana ha prodotto. Un libro che consiglierei a tutte le superiori perchè come dichiara lo stesso autore: la "mostruosità" affascina, intriga e cattura l’attenzione. Grazie all’autore ho guardato la Divina Commedia da un’altra angolazione che fino ad ora non avevo mai visto e che rimane un po’ in disparte quando invece è parte integrante della Divina Commedia.

Caterina Lotti

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Montemagno Ciseri ci svela la Commedia Dantesca attraverso la straordinaria lente d’ingrandimento dei mostri in un gioco di riflessi e di immagini che mette in luce tutto ciò che non solo è negativo in un individuo o nel genere umano ma nell’esistenza intera. Per poter incontrare queste creature, definite "mostri" solo alla fine del Purgatorio ma che di fatto rappresentano la colonna portante del complesso impianto strutturale dell’Inferno, Dante si serve del privilegio della catabasi ma anche della guida sapiente di chi quella discesa da vivo nel regno dei morti l’aveva già compiuta: Virgilio. E così, su un red carpet dove sfilano mostrandosi nella magniloquenza evocativa del loro orrore, li  ritroviamo tutti, Cerbero ...e gli altri.

Cesarina Marzulli

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Ho riletto con molto piacere alcuni brani dell’ Inferno dantesco. Non ne avevo più avuto occasione dai tempi della scuola. Allora non li avevo apprezzati molto. Ora ho letto con interesse il libro, anche se non posso dire che mi abbia entusiasmato. Non rientra nel mio genere di letture preferite.

Mara Cerbini

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Bel volume, adatto a coloro che vogliono approfondire il mondo della Commedia. Trattasi di un volume di facile lettura che sa mettere l’accento sulla crossmedialità, evidenziando così l’importanza di Dante e delle sue ’’creature’’ anche in metodi di fruizione diversi da quelli del libro ’’classico’’

Gabriele Caselli

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Giancristiano Desiderio
TEORIA GENERALE DELLE STRONZATE
Come si distrugge una nazione
ISBN 9788832903997
Castelvecchi, collana Nodi
2021, pag. 76, Euro 11,50


Può riuscire una stronzata a mettere in crisi un’intera democrazia? Forse una sola no, le stronzate del resto sono sempre esistite, ma mai come nel nostro tempo sono state tante, e grosse: la società dell’informazione e dei social ne produce in quantità industriale, confezionandole di volta in volta come notizia, scienza, politica. Nemmeno le cinque leggi fondamentali della stupidità umana codificate dallo storico Carlo Maria Cipolla bastano più a tenere sotto controllo il potenziale distruttivo degli stupidi, quando entrano in gioco le stronzate. Ecco perché è necessaria una teoria generale che distingua il falso e la bugia dalle finzioni, i sofismi e le contraffazioni, cioè dalle vere e proprie stronzate, le quali tendono, alla fine, a portare la stupidità al potere. Introducendo una sesta legge fondamentale: «Quando i non-stupidi non distinguono più il vero, il falso, il finto, allora il potere degli stupidi non ha più limiti».
Così viene presentato dall’editore il libro di Giancristiano Desiderio, autore di testi sul rapporto tra verità e potere, politica e libertà, vincitore nel 2014 del Premio Acqui Storia con “Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce” ed autore, tra gli altri libri, di “Essere e Gioco da Platone a Pelé. Il senso del calcio e della condizione umana” (Ultra, 2019) e “Croce e Einaudi. Teoria e pratica del liberalismo” (Rubbettino, 2020).
Nell’introduzione (“Ci sono ancora problemi filosofici ?”) l’autore spiega già il concetto di ’stronzata’ (“Il caso della Costa Concordia – la nave della Costa Crociere naufragata il 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio – è emblematico: fu una colossale stronzata guidare quella nave in acque troppo basse fino a urtare con lo scoglio delle Scole. Il risultato fu la morte di trentadue persone e il più grande naufragio dell’epoca moderna. E il Ponte Morandi di Genova? Venne giù di schianto il 14 agosto 2018 ma il crollo non fu dovuto né al destino, né al caso, quanto alla mancanza di normalissima manutenzione. Ecco perché avere una teoria generale delle stronzate è, ormai, non solo utile ma necessario: aiuta a difendersi dal pericolo delle stronzate, tanto teoriche quanto pratiche, che la nostra società produce in quantità industriale.”). Per Desiderio “Tecnicamente una stronzata è lo scollamento tra opinione e fatti o, meglio, l’incap

sergio albertini

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L’autore del saggio ci restituisce un punto di vista inusuale per quanto riguarda l’Inferno di Dante, e lo fa in maniera scorrevole e piacevole. A partire dall’introduzione, in cui personalmente mi sono riconosciuto, e ho ritrovato le sensazioni che ho provato da ragazzo leggendo la prima volta La Divina Commedia. Nel libro vengono inserite parecchie “chicche” interessanti, per esempio quella che “la parola “mostro” non compare nel testo sino alla fine del Purgatorio (xxxii 147), quando cioè viene descritta la bestia dell’Apocalisse. Pare proprio impossibile come Dante sia riuscito nell’impresa, da vero funambolo della sua lingua, di descrivere la nutritissima schiera di mostri, che permea ogni luogo dell’Inferno, senza mai usare il termine più logico, semplice e immediato per definirli e tratteggiarli. “

Pietro Cappelletti

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Questo saggio è un’affascinante e dotta narrazione che attrae per l’originalità della materia. Affascinante perchè spiega, in maniera per niente noiosa, l’origine dei personaggi e delle vicende da cui Dante ha tratto spunto per il suo affascinante viaggio nella Divina Commedia, con tutta una serie di curiosità, come ad esempio l’origine di alcuni sostantivi che usiamo nel linguaggio comune senza sapere da dove nascono ( cannibali, antipodi ) e per tutta una galleria di "mostri" che hanno origine nelle descrizioni di deformità osservate in popoli contenute che sono state oggetto del racconto di autori importanti. E’ originale perchè le noiose lezioni scolastiche sulla Divina Commedia sarebbero state rese più interessanti dalla conoscenza di queste storie, interessanti e dotte redatte con una scrittura scorrevole. Davvero molto interessante.

Teresa Coscarella

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Vernerò e gli altri. Colandrea

Il secondo saggio è più tecnico, una specie di bestiario esso stesso, come quello citato di Brunetto Latini nei primi capitoli. È molto ricco di citazioni varie ed erudite. Molto ben scritto, ma cattura poco l’attenzione del lettore generico. Ero partita con molta curiosità su questo saggio, ma ammetto di esserne un po’ delusa.

Elena Donadio