< Che cazzo ridi? di  Spaccavento (Sagoma)

Qui di seguito le recensioni di CheCazzoRidi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

* * *

 

ci sono le risate e il piacere di leggere punti di vista diversi e ci sono le prese di posizione nei confronti di quell’umorismo che genera reazioni violente ( charlie hebdo). ci sono dialoghi che corrono veloci ed altri che approfondiscono idee e sensazioni. l’insieme è divertente e offre una buona panoramica del mondo dell’umorismo.

sandra mingardo

* * *

 

La varietà di soggetti intervistati permette di avere visioni differenti riguardo un tema delicato quale la satira. Grazie anche a fonti concrete riportate nei diversi capitoli, le varie interviste danno al lettore diversi spunti per riflettere mettendolo alla prova: "Ho riso o no a questa battuta?"

Alessia

* * *

 

Dopo un po’ mi ha stancato! Alcuni personaggi proprio non li conosco

Sandro lodi

* * *

 

Ho apprezzato molto questo libro, una serie di interviste alla ricerca della risposta alla domanda: fino a che punto si può spingere la satira? Si può scherzare su tutto? Alcune interviste mi hanno fatto conoscere nuovi autori satirici, altre hanno confermato le idee su autori che stimavo già. Peccato per il titolo … sono d’accordo con Pif che le parolacce vadano centellinate.

Fedele Ferrari

* * *

 

La faccenda del riso è una cosa seria. Il libro di Sergio Spaccavento "Che cazzo ridi?" cerca la libertà di poter ridere su tutto. Si può ridere di tutto? O bisogna fermarsi prima per questioni di (auto) censura? Le domande sono state poste ad una serie di persone, la maggior parte delle quali a me sconosciute e che francamente facevo anche fatica a riconoscere come comiche.

Eugenia Barbato

* * *

 

non è il mio genere preferito, quindi il mio commento è estremamente soggettivo. Mi ci perdevo spesso tra le righe. Per me questo andrebbe goduto il un teatro, recitato. Non letto così e basta.

Carmela Cipolletta

* * *

 

Libro intervista davvero interessante, difficile tracciare il perimetro della libertà di espressione, ma utili gli spunti di riflessioni forniti dall’autore.

Andrea Merlini

* * *

 

La domanda - tesi di "Che cazzo ridi ?" viene svelata presto al lettore e non c’è modo di eluderla: si può scherzare su tutto ?
Giacché quella sottintesa, se si possa ridere di tutto, è più semplice e di facile soluzione: certo che si può, non hanno ancora inventato il modo di reprimere la risata. Ebbene, alla fine di questo libro illuminante e arrivato al momento giusto, e cioè in una fase in cui la satira sembra boccheggiare, priva di idee, la risposta al quesito se si possa o meno scherzare sulla qualunque non arriva in modo definitivo. Viene direi lasciata alla discrezionalità e sensibilità del lettore. Questo è indice di intelligenza, lasciare cioè una domanda così delicata aperta. Leggendo il libro mi è tornato mente venerabile Jorge, il monaco del Nome della Rosa che proibiva il riso. Tutto il fardello di censura e terrore che si portava dietro. Questo è uno, forse il principale motivo per cui ho apprezzato il volume di Sergio Spaccavento. Ovvero l’averci insegnato, o anche solo suggerito, quanta strada è servita per raggiungere il diritto di poter ridere, e scherzare, di qualsiasi cosa. Con il contributo di Stefano Andreoli, Arbore, Lercio, Greg e Claudio Bisio, che mi pare vadano in quella direzione. L’importante, la cosa fondamentale, è non rinunciare mai all’intelligenza, al senso critico, all’originalità di una prospettiva. Per poter dire con lo sberleffo o la risata più mordace anche le cose più turpi, all’indomani di un fatto grave. Dimostrando così un altro modo di analizzare il problema. La nostra tragedia- commedia di esseri umani. Davvero, alla fine, una risata ci salverà. O è altamente probabile che ciò accada.

Lara Maria Ferrari

* * *

 

Poco felice è il titolo nonchè la prefazione. Non è necessario respingere potenziali lettori con titolo e prefazione, per la mia personalissima valutazione, da dimenticare. In realtà, poi, il libro è interessante, non divertente, con discussioni sulla libertà di satira. Diversi sono gli intervistati “famosi”, da Arbore a Chiambretti, Pif, ecc., ma diversi altri sono, per me, perfetti sconosciuti, in alcuni casi meritevoli di essere meglio conosciuti (penso, per esempio, a Emiliano Pagani). Il saggio presenta poi, sorpresa, eccellenti appendici. Probabilmente, per apprezzarne i contenuti sarebbe necessario e non ne ho avuto il tempo, sfruttare i QR code, lo farò, lentamente, in futuro. E’ scritto che “La satira è la dottrina laica della liberazione”…Sarà vero?

Francesco Arcidiaco