< Chi se non noi di  Germana Urbani (Nottetempo)

Qui di seguito le recensioni di ChiSeNonNoi raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La descrizione intima, spietata, devastante dell’abbandono, del tradimento, della sconfitta di un’anima di donna, che vede come liberazione solo la fine. L’annientamento della razionalità che soccombe all’oscurità.

Silvia Tintisona

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Ho trovato interessante la scelta di ambientazione del Polesine, ancora battuto dal ricordo dell’alluvione. La protagonista è ben caratterizzata ed è facile comprendere e empatizzare con alcuni suoi pensieri. Purtroppo mi è sembrato che la storia si perdesse troppo sui pensieri e le riflessioni, stagnando la narrazione. Ho fatto davvero fatica a concluderlo.

Silvia Pigozzo

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Storia d’amore che però fa entrare il lettore in un paesaggio italiano poco conosciuto e ben descritto dall’autrice. Uno spaccato di storia italiana con i suoi personaggi e le atmosfere del Polesine viste con gli occhi attenti di una fotografa/architetto, con grandi attenzioni per la luce.

Fausto Demozzi

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Ha momenti interessanti alternati ad alcuni passaggi a vuoto. Acerbo ma promettente.

Matteo Domenico Recine

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Iniziando “Quel maledetto Vronskij” incontriamo Giovanni e Giulia, il loro amore tranquillo e cucito su momenti di complicità. Poi, la frana: Giulia scompare lasciando solo un biglietto e mille dubbi nella testa di suo marito.
Comincia così per Giovanni una ricerca tutta introspettiva delle ragioni di questo abbandono e, parallelamente, un’impresa tipografica. Dubbio dopo dubbio e lettera dopo lettera, ricopierà parola per parola la copia di “Anna Karenina” che Giulia aveva maneggiato, letto e amato.
Vronskij, quel maledetto!, dalla pagina stampata prenderà vita e assumerà tutti i volti possibili della paura e della solitudine.
Piersanti racconta l’onda lunga dell’amore, con tutta la tenerezza e l’ossessione possibile, attraverso il filtro di un Classico con la C maiuscola. Mai banale, mai troppo colta, la sua scrittura è ironica e nostalgica al punto giusto per far scappare una risata ogni tanto e, alla fine, una lacrimuccia.

Margherita Pennacchia (@librerita_)