< Ciao per sempre di  Corinna De Cesare (Salani)

Qui di seguito le recensioni di CiaoPerSempre raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Ho scelto quello che mi è dispiaciuto meno.

Clotilde Flores

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Libro assolutamente interessante, narrativa veloce. Tutto è raccontato nei minimi dettagli, sembra di vivere la storia insieme ai protagonisti.

Giulia Tigrino

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Secondo libro letto per il Torneo Letterario Robinson, personalmente il vincitore dell’accoppiata che mi è stata assegnata.
Il romanzo si apre con la morte della nonna di Margherita, la protagonista, e il conseguente ritorno della nipote nel paesello di Collina, in Puglia, per il suo funerale. A distanza di anni dalla sua fuga verso Roma, Margherita si imbatte nuovamente in persone che facevano parte del suo passato e con cui ha ancora diversi conti in sospeso.
Deliziosamente ambientata nella campagna pugliese, coi suoi colori, usanze e dialetto caratteristico, la storia è impregnata della tensione tra chi resta e chi decide di andarsene, tra chi nel paese di Collina ha trovato la sua casa e chi invece ha voltato le spalle alle sue origini per cercare di emanciparsi altrove.
La terra di Margherita riapre ferite e riporta alla luce fantasmi sepolti, svelando il mistero della vita di nonna, racchiuso in una pila di lettere.

Ritmato, nostalgico e intrinsecamente italiano, un libro che tutto sommato tiene buona compagnia.

Chiara Sarzi Braga

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In Ciao per sempre, romanzo d’esordio di Corinna De Cesare, ci troviamo immersi nell’atmosfera, quasi tangibile, di una Puglia dorata che tiene per sé i suoi segreti. La protagonista Margherita è costretta da un lutto a ritornare nel paese della sua infanzia, che ha cercato inutilmente di lasciarsi alle spalle; questo ritorno decreta l’inizio dello svolgersi della matassa di vicende che lega Margherita, i suoi genitori e la nonna appena morta al paese di Collina. L’autrice ha usato una scrittura evocativa che immerge il lettore nella quiete assolata di un paesino pugliese da cui, anche volendo, è impossibile separarsi con un taglio netto.

Ilaria Brandi

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Ho trovato le tematiche affrontate interessanti e coinvolgenti.
La narrazione scorrevole e piacevole.
La descrizione dei paesaggi spesso ben rappresentata.
sono stati toccati troppi temi, non tutti sviscerati in modo adeguato.
Troppo spazio dedicato alla storia d’amore adolescenziale della protagonista.

Rosi Bucci

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La tua storia di Ciao per Sempre mi ha molto intrattenuta ed è stata una piacevole lettura. Secondo me la prima parte funziona molto meglio della seconda ma nel complesso un libro godibile.

Anna

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Pontedera “LaAV”
coordinato da Maria Rolli
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Un libro che per tutta la sua trama viene caratterizzato dal contrasto luce/ombra. Margherita, la protagonista del romanzo, torna nel suo paese d’origine dopo quindici anni, in occasione del funerale della nonna, e finisce ad affrontare i suoi fantasmi, alla ricerca di una riconciliazione con il passato e con se stessa. Romanzo impegnativo ma che scorre molto bene come lettura, per certi aspetti mi ha fatto ricordare Addio fantasmi di Nadia Terranova, libro che ho amato molto. Lo consiglio senza ombra di dubbio!

Panagiotis Kechagiopoulos

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Rapallo “Amici del libro”
coordinato da Mariabianca Barberis
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Recensione L’autrice attraverso il suo romanzo ci accompagna in un viaggio attraverso i ricordi della sua giovinezza e delle sue emozioni. Con le sue parole ci descrive come eventi e relazioni interpersonali che fanno parte del proprio passato e che sembrano dimenticate, possano rimanere dentro di noi e possano riemergere, ritornando nei luoghi dove si é trascorso parte della propria vita, proprio come é successo a lei.

Clizia Canavese

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Circolo dei lettori
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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La protagonista del romanzo è  Margherita che, in occasione del funerale della nonna, deve tornare a Collina d’Oro, paese immaginario della Puglia, dove è cresciuta negli anni novanta e dove ritrova la vecchia casa d’infanzia e i ricordi passati, l’amore dal quale è voluta scappare e l’amica che non vorrebbe più rincontrare. Rincontrarli entrambi per lei significa fare i conti con un passato che credeva di aver sepolto.
Un racconto tra il passato e il presente, descritti in modo dettagliato e limpido. Una storia per niente banale che ha come sfondo la Puglia, ben presente e viva.
Margherita si chiede, e ci fa riflettere, se davvero si possa lasciare per sempre un posto, una vita, un’amica, un amore senza mai guardarsi indietro, o se al contrario solo affrontando le nostre zone di luce e di ombra si può davvero far pace con se stessi.

Fulvio Cicchetti

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Collina è il nome inventato di un paese pugliese, ‘location’, per utilizzare un termine ora alla moda, di tragedie, troppe, con le quali è costruito questo romanzo. Il personaggio, Margherita, trentacinquenne, insegnante precaria a Roma, scrittrice in crisi dopo la pubblicazione del primo romanzo, torna nel 2013 nel paese pugliese dove è nata e cresciuta e che con i genitori ha lasciato dopo la maturità, nel 1999, per il funerale della nonna, trasferitasi a Roma alla fine degli anni ’50 e di ritorno nel paese d’origine solo da morta. Roma è, in contrapposizione, il luogo in cui la nonna è stata felice, in cui la mamma di Margherita ha conosciuto il giovane militare di leva compaesano della futura suocera, il luogo in cui Margherita ritrovava d’estate la nonna amatissima. Corinna De Cesare sa scrivere, la sua tecnica narrativa è apprezzabile ma, a mio parere, ha ignorato personaggi che sono invece importanti come il nonno materno (tra l’altro, quando muore?), ha esagerato nel raccontare fatti che a volte la portano a incongruenze ( cfr pag. 20 e 163), a superficialità, come far scrivere ad una anziana signora pugliese di umili origini, emigrata giovanissima a Roma, lettere in un italiano appropriato, corretto, elegante. Direi, alla pugliese, LU TROPPU STROPPIA. Auspico di leggere in futuro altri romanzi di Corinna De Cesare, in cui prevalga la “leggerezza”.

Maria Luigia Cecchetti