< Città prossime di  Cristina Tajani (Guerini)

Qui di seguito le recensioni di CittaProssime raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Cristina Tajani forte della sua esperienza politica nel Comune di Milano alle attività produttive e al lavoro rielabora la sua esperienza attraverso questo saggio ipotizzando scenari possibili sul futuro delle città.
Chiaramente Milano è fulcro ed esempio, dal momento esemplare di vitalità legato ad Expo2015 alle crescenti difficoltà e restrizioni in epoca Covid, fiere ed eventi annullati nella città che fino a poco tempo prima anche grazie all’amministrazione Sala è diventata sempre di più crocevia di urbanizzazione, modernità e pluralità.
Il covid è protagonista dirompente di riflessioni non solo legate alla città, ma allo stile di vita, all’impatto sociologico e alla rivoluzione di mentalità che ci siamo trovati ad affrontare: la sfida tecnologica, il divario fra città e periferia, i servizi, lo smartworking, la riflessione sul proprio tempo, sul lavoro buono e cattivo.
Decisamente apprezzato il linguaggio molto semplice della narrazione, specialmente perché connesso al vissuto che, involontariamente per certi versi ci ha resi da tutte le parti una comunità immobile omognea .

Ilaria Quercia

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Più interessante "Città prossime" che mi ha fatto scoprire il ruolo dell’organizzazione delle città in moltissimi importanti settori di cui sapevo poco o nulla. Il libro è scritto con linguaggio agile, inaspettatamente comprensibile da parte dell’autrice che ha un preciso ruolo politico. Approfondisce problemi (mobilità, innovatori sociali, nuove occupazioni, nuove disuguaglianze, problemi innescati dal Covid...) che viviamo quotidianamente e di cui cerca una soluzione a partire dall’analisi puntuale della complessità della nostra epoca. Unico appunto: perchè usare costantemente (2-3 per pagina...) i termini in inglese? Quando scriviamo in inglese va bene, ma quando scriviamo in italiano? rende i concetti più comprensibili?

Miriam Gargiulo

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Città prossime è un saggio poco fruibile a chi non del settore. Si compone di una premessa troppo autocelebrativa che scoraggia l’interesse del lettore, mentre agli effetti i capitoli accennano a temi molto interessanti per quanto riguarda la situazione post-covid inerente alla città e al suo immediato futuro. Le similitudini con la storia antica mi sembrano eccessive e azzardate.

Sabrina Stefanini

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Un saggio molto interessante sulla città che ripensa sé stessa, che si domanda dove sta andando e soprattutto come si sta modificando. Sicuramente è interessante guardare questo processo attraverso gli occhi di una persona che di questo cambiamento ha fatto e fa parte integrante. Per quanto questo saggio tratti un tema estremamente settoriale, riesce senza dubbio a risultare perfettamente comprensibile e interessante anche per i non addetti ai lavori, un elemento non certo scontato.

Martina Cilento

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Prima di esprimere il giudizio sulla mia scelta del titolo da promuovere, faccio qui una breve premessa, articolata in due punti: uno di carattere generale, un altro più specifico sul torneo letterario. Ovvero:

– penso che un saggio debba rivolgersi al grande pubblico, senza per questo rinunciare allo spessore dell’analisi. Che sia insomma un testo che unisca profondità di argomentazioni al piacere della lettura. È quello che si può esprimere nel termine ‘alta divulgazione’.
– esprimo perplessità in merito all’applicazione della formula del torneo letterario tra testi di saggistica: in un torneo, in uno scontro, solitamente si confrontano due avversari di pari livello o di pari conformazione o di pari origine, o di pari…peso, come nel pugilato (un peso piuma non affronterà mai un peso welter, e un welter mai un mediomassimo…). Mi sarei quindi aspettato che in uno scontro tra due libri di saggistica i due testi trattassero lo stesso argomento, o rientrassero in una specifica categoria; quindi un testo di storia vs. un altro testo di storia, anche su tematiche distanti (che so, la vita di Annibale vs. la biografia di Churchill, o la vita quotidiana ai tempi degli Atzechi vs. la Via della seta dal Medioevo a oggi…), un testo di (o su) arte (estetica, teoria, ma anche biografia) vs. un testo di o sull’arte, ecc.

Nel caso specifico dei due testi che ho esaminato inutile dire che non trattano lo stesso argomento, se non vogliamo considerare come punto di riferimento la città di Milano come incubatrice di prodotti da design e come metropoli da gestire politicamente e amministrativamente durante la pandemia… Oltretutto il livello della lettura varia dal testo specialistico rivolto a un pubblico ristretto di ’policy makers’ (per usare uno dei tanti termini utilizzati da Tajani) a quello di ’easy reading’ di Alessi. Ergo: il confronto è incongruo. A questo punto, dipende cosa nel torneo s’intende privilegiare, ovvero premiare, se la leggibilità o la profondità del testo. E in ogni caso premiare un testo dipende dalla tipologia del lettore a cui questi testi si rivolgono… (segue)

Giuseppe Velardi