< Città sommersa di  Marta Barone (Bompiani)

Qui di seguito le recensioni di CittaSommersa raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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È stato difficile mettere questo libro per secondo. Almeno nella prima parte la storia mi ha coinvolto e mi ha invogliato a fare delle ricerche per approfondire il periodo storico trattato. Sono della generazione del padre dell’autrice e tante parti mi hanno fatto scoprire un mondo che non conoscevo. Andando avanti nella lettura ho avuto alcune difficoltà dovute probabilmente ai tanti particolari e alla storia familiare non sempre chiara.Questo ha reso meno interessante la lettura e non mi ha fatto dire: peccato è già finito! Andrò in ogni caso alla scoperta di altrii libri dell’autrice perché merita.

Ornella Vumbaca

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è la storia di una rincorsa, una rincorsa al passato a ritrovare ciò che si è perduto. una figlia alla ricerca del padre e delle sue innumerevoli vite e una riscoperta di ciò che vivendo si è dimenticato o è rimasto sopito nella memoria. un romanzo che attraversa una Torino degli anni settanta nel pieno fulgore della propria ascesa, ma anche nel bel mezzo delle proprie contraddizioni. scritto a tinte forti, ma anche venato da un atmosfera calda e nostalgica.

Federico Reali

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La storia appare ben documentata nella ricostruzione della storia del padre, ma non abbastanza significativa la vicenda attuale della figlia. Prosa corretta, con qualche frase ad effetto che poteva esserci evitata

Rosanna Ravazzi

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Farra di Soligo “Quelli di LLC”
coordinato da Annalisa Tomadini
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"Maicolgecson" di Paola Soriga, come "Città sommersa", è raccontato in prima persona da una donna; Remigia è una ragazza sarda che affronta la crescita tra gli anni ottanta e novanta in Sardegna. Il libro ne segue la cronaca tra scuola, amici, affanni, e il suo desidero di essere Michael Jackson, anzi: Maicologecson. Il libro è scorrevole e sorridente, ricostruisce in modo accattivante e un po’ ruffiano quegli anni, forse anche confidando nell’effetto nostalgia verso chi ha vissuto quegli anni.

Giuseppe Bruno

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Fin dall’incipit siamo catturati da questo romanzo, inchiodati dalla voglia di sapere chi sono i personaggi e quali storie portano con sé. Marta Barone è molto brava a tratteggiare le figure che popolano le sue pagine: anche pochi tratti sono capaci di dipingere un tutto tondo. L’ambientazione che procede per piani temporali, tra passato e presente, risulta avvincente e mai dispersiva, riuscendo a coniugare allo stesso tempo l’indagine psicologica personale e l’indagine su una figura quanto mai dirimente come il padre. Completa il quadro un affresco degli anni di piombo che ancora mancava e con i quali la nostra società, soprattutto nei suoi aspetti violenti, non ha ancora regolato tutti i conti.

Marta Masotti

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Una giovane donna all’inseguimento del fantasma del padre, sospettato di collusione con il terrorismo degli anni Settanta, quello di Prima Linea.
Questa, in estrema sintesi, potrebbe essere la trama di Città sommersa di Marta Barone (Bompiani).
Ma in realtà c’è tanto altro. Innanzitutto la città, Torino, protagonista sullo sfondo di oggi e di ieri, città che cambia e che rivela cosa pulsa dietro gli eleganti palazzi del centro e le case degradate delle periferie. Ci sono anche Milano, Roma, certo, ma più defilate. Poi questo padre, Leonardo Barone, L.B., che nel corso del romanzo/memoir viene decostruito e ricostruito man mano che l’autrice, dalla molla del ritrovamento di una memoria difensiva processuale, scopre dettagli a lei sconosciuti di una figura misteriosa e defilata fino a parere quasi nascosta. La grande difficoltà di questa ricerca è la mancata esatta coincidenza fra memoria e realtà passata, non solo del io narrante, ma dei vari personaggi cui si rivolge per risalire via via al nucleo essenziale della mitica figura di Leonardo Barone, salvo poi capire che non vi è una verità univoca e che ognuno restituisce la propria visione del personaggio e della storia: non bugia ma ricordo modellato e ricostruito sulla base di ciò che ha più colpito ed è rimasto attaccato. E sarà lo stesso che succederà a Marta, obbligata a fermarsi a riflettere sulla propria memoria del padre e a rendersi conto che pure quella era, inevitabilmente, parziale: non solo rispetto a quella altrui, ma pure dopo la ricostruzione che ne ha fatto scoprendo e facendo collimare, non sempre in maniera esatta, i vari pezzi del puzzle.
L’autrice fa professione di una grande onestà, nello spiegare le proprie sensazioni iniziali e modi di essere, non solo rispetto al padre ma che qui vi trovano la loro stella polare. Nel corso del romanzo cambia la percezione di Marta, e nostra, di Leonardo Barone la cui esistenza trova, infine, una spiegazione e si rivela essere un tentativo di riscattare dei fallimenti, propri e generazionali. La sua scrittura, che si mostra anch’essa molto sincera e lirica allo stesso tempo, aiuta a entrare dentro il cuore di questa traversia e ad empatizzare con chi si incontra, pure i “nemici”, anche loro in qualche modo vittime di un grande travisamento storico, che si riversa nel pubblico come nel privato.

Matteo Polo

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Cosa siano stati i nostri genitori prima di noi, finiamo per chiedercelo tutti, prima o poi. Se Poi siamo dotati per la scrittura, quello che facciamo di queste ricostruzioni può diventare qualcosa che trascende il nostro microcosmo e diventare una storia che parla a tutti. Può diventare una Leggenda privata o parlarci di Straniere, per fare due esempi in cui la cronaca familiare si fa romanzo. O può diventare questo bel libro di Marta Barone, esordio interessantissimo in cui, a partire da una scoperta che la porta a chiedersi chi fosse in realtà il padre da lei conosciuto, una giovane donna ci racconta, come guardandosi da fuori, un uomo e una città, alla ricerca di un padre improvvisamente diverso e non più noto. La forma in cui sceglie di raccontarli, qualcuno potrebbe dire (lo dicono, credo) sia fredda e apparentemente distaccata, per me non è un difetto.
Curiosa di vedere cosa ne sarà delle prossime prove, che presumibilmente dovranno andare oltre la storia personale.
Promosso.

Alessandra Fineschi