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Il titolo è già tutto un programma, entrare nel mondo degli artisti attraverso le loro colazioni è argomento affascinante e curioso. Ho capito che l’uovo, in quanto perfetto, è l’alimento preferito da molti artisti (Manzoni ne ha fatto anche opera firmata da mangiare) e che gli artisti più longevi di fatto mangiavano poco. Mi sono intenerita con le minestre rinfrancanti del Ligabue, divertita dal fatto che Frida chiedesse alla ex di suo marito Diego le ricette, meravigliata dal disprezzo dei futuristi nei confronti pastasciutta, salvo poi scoprire che Marinetti la mangiava di nascosto al ristorante. Ho scoperto che Dalì da grande voleva fare il cuoco e che la famiglia Renoir offriva cenette deliziose. Vorrei leggere la lista della spesa del Michelangelo e sono rimasta stupita dalla genialità del Brunelleschi e della sua peposa. Il saggio - se così si può definire - presenta però per me un notevole handicap: gli artisti sono troppi, i capitoli a loro dedicati troppo brevi, ad un certo punto nel mio cervello si è creato un grande pout pourri. Mi riservo quindi di portare con me l’ebook quando andrò per mostre, in modo da fissare meglio il ricordo degli artisti col cibo. Caravaggio non si discosta dal suo personaggio nemmeno con il cibo, questo me lo ricordo bene.
Paola Magi
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Colazioni D’Artista è un viaggio enogastronomico , la storia delle cucine, delle dispense e dei gusti dei pittori illustri dal Medioevo alla Pop Art che hanno caratterizzato un’epoca.
Il ricettario è costituito da ricette semplici e piu complesse ma manca il tocco femminile a dare briosità. Solo due pittrici vengono citate Frida Kahlo e Georgia O’ Keefee, due stelle lucenti in un firmamento tutto al maschile....
Maria Flora Pitini
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Interessante nei contenuti e nel far conoscere storie ’private’ di artisti ed inoltre buoni spunti per ricette anche attuali
Giuseppina Quarta
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Insolito e curiosissimo volume, agile nella lettura e pieno di aneddoti su artisti che, in parte, non conoscevo...
I piatti preferiti dagli artisti sono innumerevoli ed il lettore può anche provare a riprodurli (io ho provato con Picasso) e mi sono divertito molto!
Magari le schede degli artisti sono un po’ essenziali...ma tutto sommato l’idea che Leonardo da Vinci avesse aperto una trattoria chiamata "Le tre rane"... andata fallito in poco tempo, mi ha portato ad un buonumore che proprio ci voleva...
Buon libro, curioso, singolare, per ’gourmet"....
Buon libro, curioso, singolare ma
Fabrizio Boni
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Molto originale non tanto nella parte strettamente culinaria, quanto nell’associazione tra epoche storiche, artisti e cucina. Ha anche il pregio di introdurre un corretto rapporto tra cucina e salute.
Luca malagoli, formigine (MO)
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Una storia della cucina legata alla storia dell’ arte. I gusti gastronomici di pittori e scultori, le loro predili
zioni, il tempo trascorso in cucina, ci suggeriscono
qualcosa del loro temperamento artistico? Il cibo ha
da sempre un posto previlegiato nella vita dell’ uomo
e dunque anche dell’ uomo artista; non soltanto come elemento necessario alla sopravvivenza, ma ora come momento di piacere, ora di condivisione e di al-
legria. Cibo per il corpo ma anche per lo spirito; ispirazione e soggetto di opere d’ arte."Colazione d’ ar
tista propone ricette ricavate dalla biografia degli artisti e nel caso di Giotto (udite....udite...) dall’ esame delle sue ossa che rivelano come il pittore
fosse amante di carne e formaggio. Dieta che, secon-
do i dettami odierni, non sarebbe proprio salutare.
Per sua fortuna Giotto amava anche legumi e frutta secca. Assolto! Se Giotto apre l’ elenco degli artisti ghiottoni a finirlo è David Datuna che con una performance singolare ha divorato la banana soggetto dell’ opera Comedian di Cattelan esposta nella Galleria Perrotin e valutata 120.000 dollari.
Titolo della performance Hungry Artist. Qualcuno ha
sentenziato negli anni passati che "con l’ arte nkn si mangia"? Sbagliato! Nell’ insieme un libro di cui si sentiva la mancanza. O forse no?
Alba Coronzu