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Prolisso, troppo. Difficile proseguire nella lettura. Non mi serve sapere ogni singolo pensiero dei personaggi, un po’ di "vago ed indefinito" per lasciare ai lettori la possibilità di immaginare sarebbe senz’altro servito. Purtroppo in una parola: noioso.
Elisa Zentilini
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Colosseide è un inno alla grandezza del Colosseo, sfondo della serie di vicende che si susseguono nella narrazione. Un excursus storico completo, che tocca tappe temporalmente diverse della storia di Roma, questa città ciclicamente libera e sottomessa, vuoi che si tratti degli inconsapevoli barbari, vuoi che si tratti dei calcolatori piemontesi.
A. N.
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Giuseppe (Beppe) Bonura
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Il libro che recensisco oggi è di Emilio Partena, si intitola Colosseide- I secoli dell’oblio pubblicato da Castelvecchio edizioni.
L’autore è un appassionato studioso della storia romana imperiale fino alla sua caduta, ed è proprio da questo studio che prende spunto per la scrittura dei suoi libri.
Infatti questo non è il primo libro di Partena, ma segue un ciclo preciso legato alle vicende della storia romana.
Nel libro si parte con il ritrovamento di una lapide che porta un nome fino ad allora sconosciuto, Gaudenzio, a cui possiamo attribuire la progettazione dell’anfiteatro Flavio,il Colosseo appunto, commissionato da Vespasiano e Tito della dinastia Flavia.
Assieme a questo monumento, il libro ci porta a vivere le vicende che con esso si intrecciano, non solo i duelli dei gladiatori e le persecuzioni dei cristiani ma anche i meccanismi contorni del potere imperiale.
In breve il protagonista è Adriano Partenio, a capo della ricca famiglia che da duecento anni cura gli spettacoli del Colosseo, ma che nello stesso periodo è rimasta esclusa dal Senato per gioco politico.
Alla morte dell’imperatore Commodo però tutto cambia: Adriano ha un posto d’onore tra i congiurati che hanno ucciso il tiranno, e diventa il primo Partenio senatore. Al dominio economico si somma finalmente l’autorità politica: quella di Partenio è una posizione di prestigio che i suoi discendenti dovranno difendere nei secoli, attraverso le traversie della Storia e in un mondo completamente cambiato: dall’arrivo dei barbari all’interruzione dei giochi del Colosseo sotto Teodorico, dalla conversione della famiglia al cristianesimo alla conseguente persecuzione; dalla decadenza del Medioevo all’arrivo alle porte della Roma pontificia dei "nuovi barbari", i piemontesi, nel 1870.
Al susseguirsi delle vicende storiche, seguiamo anche da vicino il passaggio della concessione del Colosseo, che passa da Fabio Partenio a il prefetto Faustino Egnazio Fortunato tramite un ricatto sulla moglie di Partenio, Prisca.
In seguito la famiglia si trasferisce a Arles dove rimane per circa 60 anni dedicandosi al commercio e diventando un punto di riferimento per le comunità cristiane di Occidente.
La figlia di Partenio Salviano , Marcia, vide subito nella vittoria di Costantino un’opportunità di riscuotere il credito che la sua famiglia aveva aperto nei confronti della Chiesa ai tempi della persecuzione di Decio e decise di tornare a Roma anche per gestire – e riportare alla gloria- il Colosseo.
Ovviamente Marcia si occuperà di tutti i compiti ma lo farà a nome del fratello, poiché all’epoca per una donna sarebbe stato sconveniente.
Questo è anche uno dei punti del libro che ho apprezzato di più, dove appunto viene descritto lo stato di degrado in cui trovava il Colosseo e tutte le azione volte al suo miglioramento, si capisce infatti come fosse stato lasciato in decadenza, a seguito dell’impiego del denaro per altri scopi sotto quell’imperatore. L’ho trovato un tema attuale, però ci fa capire, grazie alle minuziose descrizioni, come venivano orgaizzate all’interno di esso le attività e ciò che occorreva.
La costruzione dei personaggi, ma soprattutto la ricostruzione fedele e dettagliata delle vicende storiche che si susseguono, rendono questo libro interessante non solo per i romani, ma anche per gli appassionati di storia e non solo.
Ad ogni capitolo si è immersi nell’atmosfera del periodo storico, i personaggi sono anch’essi forgiati con cura e anche se l’intreccio tra storia e vicende della famiglia non è sempre lineare, il risultato è eccellente.
Lo consiglio perché non è un romanzo storico banale, i temi trattati alla fine sono attuali.
Letizia Franceschini