< Come fiori nel gelo notturno di  Maria Segato (HarperAndCollins)

Qui di seguito le recensioni di ComeFioriNelCieloNotturno raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Romanzo struggente, sulla solitudine e la paura d’amare. Sentimenti che non hanno età e non hanno generazione. Su quanto sia fondamentale attaccarsi all’amore, anche quando questo ci ferisce.

Mara Zanardi

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“Come fiori nel gelo notturno” ci fa capire che un fiore che vuole crescere, lo fa malgrado tutto, nonostante tutto ed a dispetto di tutto. Insomma, è una storia di una ragazza adolescente che prende a calci la (sua) vita perché rappresenta il guscio ruvido della crisalide dalla quale vuole uscire, per capire sé stessa ed il mondo che la circonda.
Ha un padre amorevole e saggio, buono; ma i buoni si sa, non vincono mai e sono dei perdenti. Sono lungimiranti, forse per questo nessuno li ascolta.
Non c’è niente da fare, ai lettori (purtroppo) se non sono cattive o problematiche, le persone che vivono dentro al libro non ci piacciono. E questo mi manda letteralmente in bestia. Il mondo sarebbe molto più semplice, se fossimo tutti più buoni: sarebbe «pandorosamente» più buono.
Comunque Iris è tutti noi, è quello che siamo stati e quello che saremo se non lo siamo ancora stati: adolescenti.
Iris è sola e senza punti di riferimento, è confusa ma sveglia: capisce che nessuno si salva da solo e quindi pensa di avere trovato chi le lancerà la cima che la tira fuori dal buco della sua sfuocata/sfigata - apparentemente senza obiettivi - esistenza: Manfredi. Il suo compagno di classe sarà per lei come Virgilio per Dante. Manfredi le spiegherà il senso della vita. Lui è uno che prende appunti e fuma gangia ogni tanto, ma ad Iris basta che abbia la bussola che indichi la direzione giusta, tenga la barra dritta, e le faccia palpitare il cor anche se lei non sa bene perché.

Beniamino Nargi

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Il romanzo ha un prima e un dopo: inizia con le storie di Iris e Manfredi, due adolescenti, che vivono provati dal dolore. Iris ha perso la madre, Manfredi vive in seno ad una famiglia anaffettiva che poco si cura di lui.
Il dopo è caratterizzato dall’incontro con Chiara, una giovane supplente di lettere, anch’essa segnata dalla perdita di una persona cara. Chiara prende spunto da una terzina di Dante, la spiega e cerca di rendere attuale il suo messaggio: l’amore per gli altri rende forti e non finisce mai.
Sarà un incontro salvifico per entrambi i ragazzi.
Due i punti deboli del romanzo: trama scontata, scrittura appesantita da un eccesso di retorica [La felicità. Era mai scesa a vivere tra le strade degli uomini?] e di similitudini[Di fronte al vuoto della loro casa, Anna, sua madre era rimasta come un’ombra dimenticata dal sole]

Angela Costantini

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Un romanzo di formazione di adolescenti per adolescenti che strizza un occhio, anche due, agli insegnanti per scelta. Non sono una novità, questi ultimi; ci sono sempre stati, anche se non in gran numero. Si legge con piacere l’interpretazione di alcuni versi dell’“Inferno” e il tentativo di tradurli in vita reale, vissuta. Il tutto sorretto da una lingua che, a volte, diventa leggiadra. Ciò che infastidisce è la bontà, la generosità assoluta dei personaggi che, se appaiono in qualche momento negativi, è solo per un malinteso che non tarderà molto a chiarirsi. I buoni sono decisamente buoni. Anche se si sottolinea più volte la necessità di ricercare il senso della vita, nello svolgersi degli eventi risalta la sicurezza dei personaggi positivi che, sembra, questo senso lo conoscano da sempre. Anche i cattivi sono decisamente cattivi, senza cedimenti. In fine si lascia intendere che saranno, giustamente, puniti. E poi si piange, si piange tanto. Sicuramente la lettura di questo libro provocherebbe altre lacrime in alcune adolescenti sospirose e bisognose di soffrire per sentirsi vive. Ma i nostri ragazzi, forse, meritano di più. Meno melassa e più sfaccettature; più luci ed ombre per sviluppare il senso critico mai disgiunto, certo, dal coinvolgimento emotivo.

Patrizia Romano

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Un’adolescente orfana di madre e con un padre ammalato si divide tra impotenti ribellioni e prime attrazioni. Troverà l’improbabile comprensione di un’insegnante e forse il primo amore in un ragazzo che si sente trascurato dalla famiglia.
Per ragazzini romantici e pochi altri.

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Una buona storia tra adolescenti che mette in evidenza che l’amore e la cultura possono far superare anche le maggiori difficoltà. E bisogna avere fortuna ad incontrare dei buoni maestri.

Claudia Rossi

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Coinvolgente. Si empatizza facilmente con i personaggi.
Si attraversa il dolore in varie forme e non solo: i rapporto genitore-figlio viene molto approfondito nelle sue sfaccettature e da ciò derivano grandi conflitti interiori per i personaggi che inevitabilmente ne sono influenzati nello svolgimento della loro vita.
Il racconto è scorrevole, dettagliato nella descrizione emotiva e psicologica dei protagonisti, ricco di dialoghi (interiori e non) e spunti di riflessione.

Michela Romani