< Contro lo smart working di  Savino Balzano (Laterza)

Qui di seguito le recensioni di ControLoSmartWorking raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Analisi dei pro e contro dello smart working, da cui emerge molto chiaramente la posizione dell’autore sull’argomento.

Fabrizia Capodacqua

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Contro Lo Smart-working
Il saggio è articolato, argomentativo, ricco di spiegazioni e riferimenti puntuali. La mia iniziale aspettativa di una lettura leggera e veloce (aspettativa alimentata da un titolo moderno, schietto e diretto, con riferimenti al mondo anglosassone che mi ha subito attirato), è stata purtroppo delusa. In realtà ho trovato il saggio più complesso di quanto mi aspettassi, politico, con riferimenti storici a leggi ed azioni sindacali.
Il tono è serio, a tratti pesante. Il linguaggio è adeguato, sempre corretto, preciso, chiaro e diretto. Non ho gradito l’uso eccessivo delle note, che a mio parere dovrebbero contenere riferimenti bibliografici e precisazioni, e non, contenuti importanti per la comprensione del testo.
Pur non condividendo la prospettiva dell’autore, ho apprezzato la capacità di presentare i fatti ed articolare le proprie opinioni con esempi, dati, ragionamenti per nulla scontati. Non consiglierei la lettura solo ed unicamente per ragioni personali, non condividendone la prospettiva, e poiché il genere non è vicino ai miei gusti.

Ilaria Alleva

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Il libro è chiaro ed esplicito nelle sue intenzioni, una sorta di labello di stampo sindacalista che porta una posizione controcorrente evidenziando criticità e contraddizioni dello smart working

Lucia Banchelli

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In questo periodo (di più di Due anni) è bello vedere messe per iscritto queste considerazioni con dovizia di spiegazioni e analisi. Molto condivisibile.
Scrittura un po’ appesantita

Francesca Dallasta

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Un saggio completo e strutturato Contro lo smartworking di Savino Balzano. Uno di quei testi che, prima ancora di giungere al loro intento, sanno spiegare i motivi e ciò che sta alla base del loro ragionamento.
L’autore è abile nel premettere che ogni punto da lui declinato, ogni sua conclusione, non è frutto di componenti date per assodate di per sé, ma che quanto scrive è frutto di una mente che ha solide radici all’interno della vita reale.
Abile e completo l’uso delle note, non solo per avvallare quanto si dice nel testo, ma soprattutto per spiegarne i motivi, tanto è vero che Savino Balzano in nota cita articoli del Codice del Lavoro, della Costituzione italiana e Decreti Legge, insieme ad articoli di giornali, tweets, interviste, i quali prendono in considerazione parole anche di chi ha una visione distante dalla sua. Un giudizio che invade il lettore, del tutto incuneato nella realtà così magistralmente descritta.
Il tema di Contro lo smartworking è il lavoro. Il lavoro in sé, quello che conosciamo tutti, o che tutti dovremmo conoscere, ma non solo. Balzano vaglia tutte le problematiche che da quell’ambito sono scaturite nel corso della storia, dagli anni Novanta del secolo scorso a oggi. Per questo diciamo che l’esaustività è un punto fondante e palese nel suo saggio. Perché, come dice il titolo, si giunge a una descrizione di ogni aspetto del lavoro da remoto, ma non lo si considera unicamente come tale, bensì come frutto di conclusioni, di processi e di percorsi che, per una ragione o per un’altra, vengono intrapresi fino ad arrivare al punto, il suo punto.
Il titolo potrà trarre in inganno il lettore più scettico, ma la posizione di Balzano si sprigiona chiara tra le righe e nelle parole scelte. Altro elemento che salta all’occhio in Contro lo smartworking è il concetto di solidarietà e di comunità. Se da un punto di vista il lavoro è considerato come componente della vita di ogni persona in maniera meramente egoistica, in quanto attività necessaria al sostentamento e al mantenimento delle proprie personali funzioni vitali e familiari, qui Balzano , anche per la sua formazione sindacale , lo intende, in ogni ambito, come frutto di un lavoro collettivo. Contro lo smartworking è un saggio collettivo, universale. Uno di quelli che prendono in esame ogni essere umano; insomma, che riguarda tutti noi.

Massimiliano Falcone

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Simpaticamente apocalittico e integrato, con stile leggero non alterato dal rococò di certa saggistica, l’autore ci racconta come il lavoro agile non sia un valore, ma una mal sopportata necessità che si spera contingente ma, si teme, duratura (i grandi gruppi già stanno dismettendo il patrimonio immobiliare degli uffici). Chi ora commenta è andato in pensione quando il lavoro da remoto - pre covid - iniziava ad affermarsi come complemento al lavoro in ufficio e - come complemento - era una risorsa (a volte faticosa, si pensi a una riunione di lavoro sul fuso orario del Giappone). Apocalittica ma corretta è l’immagine generalizzata di un temibile generalizzato call center. Sempre più vivo il ricordo dell’immenso amore di Fantozzi per il suo terrificante e popolatissimo ufficio.

Alfredo Dani