< Contronarrazioni. Per una critica sociale delle narrazioni tossiche di  Tiziana Drago, Enzo Scandurra (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di Contronarrazioni raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Mi è piaciuto molto il fatto che si smontino diversi pregiudizi, con argomentazioni credibili e fondate.
Rispetto al primo libro ho avuto l’impressione che ci fosse una vera e propria idea di partenza, sulla quale appunto costruire un filo logico da narrare.
Scorrevole e piacevole alla lettura.

Marina Agostino

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Per me, che leggo sia il Corriere sia Sette, un piacevole ripasso degli articoli di Roncone, ottimo narratore. Ben venga, questa raccolta, per per chi ancora non lo conosca

Giovanna

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Molto importante è l’obiettivo che i partecipanti dell’ "l’officina dei saperi" si pongono nel voler creare strumenti "militanti" di controinformazioni. Di fronte alla "piazza mediatica" che deforma la percezione della vita reale, in cui la verità è in balia delle opinioni soggettive, trovo confortante trovare voci che "escono dal coro". Voci che argomentano contro i pregiudizi nella ricerca della possibile verità.
Una narrazione, che essendo scritta a più mani, è fonte di ricchezza per le varie prospettive e tematiche focalizzate ma anche limite di una narrazione che non sempre si amalgama nelle diverse voci ed espressioni.

Antonino Amico

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Leggete, per l’amor del Cielo, leggete "Contronarrazioni"! Potrebbe essere "l’Arancia Meccanica" dei saggi italiani del nuovo secolo: una destrutturazione completa della società che rappresenta e che ne ha determinato la necessità. Il lavoro, l’ambiente, il sovranismo, persino le archistar: nessuno si salva dall’impietosa lama di dati con cui si squarcia il sipario dei "grand récits", come li avrebbe chiamati Lyotard.

Annalisa Molfetta

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Ha diversi spunti molto interessanti. Perde un po’ di fuoco nelle parti relativi alla scuola. In generale offre diversi momenti di riflessione.

Fausto Nieddu

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considerazioni importanti, alcuni dettagli che non conoscevo, ma sarebbe bello avere ipotesi (fa eccezione Le Grandi Opere ... di Budini Gattai), progetti realistici e anche fantasie: cosa possiamo fare mentre accendiamo la luce?
Lo confesso: ho saltato qualche pagina.

Guido Strino

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Interessantissimo, ribatte a molte frasi fatte e ai più comuni stereotipi circolanti

MARTA RONDI

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Abbiamo mai pensato al fatto che prima durante e dopo aver letto un qualsiasi testo, lo abbiamo fatto con dei pregiudizi radicati nel profondo della nostra cultura fatta di stereotipi? Quanto è importante fare tabula rasa e addentrarci nella narrazione così per com’è e non per come la interpretiamo? Questo testo ci mette in guardia di fronte a simili sbagli e ci spinge a guardare le cose con occhio diverso.

Laura Lipari

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Questo libro comincia con alcune dissertazioni piuttosto scontate e banali, con le quali certo sono d’accordo, ma che di fatto mi sembrano inutili perché sicuramente le persone di destra o che in ogni caso la pensano diversamente non leggono questo tipo di testi. In altre parole non aggiunge niente al tema dei migranti ed agli altri affrontati. Proseguendo nella lettura, però, si incontrano argomenti e sviluppi più interessanti ed innovativi,come quello di Ilaria Agostini ed altri che introducono possibilità di riflessioni non solo progressiste,ma anche stimolanti sul filo conduttore che accomuna i diversi testi del volume. Voto 6+

Silvia Barbieri

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si tratta di una serie di articoli su temi ampiamente discussi sui media, quali sicurezza, sviluppo, grandi opere, digitale, autonomia, performance e molti altri. Spesso queste parole sono utilizzate impropriamente per diffondere pregiudizi e falsità. Questi contributi aiutano a fare chiarezza e danno una spinta per una lettura critica dei fenomeni senza fermarsi ai luoghi comuni sapientemente e demagogicamente utilizzati soprattutto in ambito politico.

Daniela Pauselli