< Credi davvero (che sia sincero) di  Roberto Ottonelli (Bertoni)

Qui di seguito le recensioni di CrediDavveroCheSiaSincero raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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"Credi davvero che sia sincero", Roberto Ottonelli

L’incipit produce curiosità nel lettore, ma si muove lentamente. La struttura del testo è ben calibrata. Il testo elabora adeguatamente il contesto narrativo e i legami celebrati, ma a tratti la prevedibilità ne intacca sostanzialmente il contenuto e l’autore si dilunga in descrizioni ed episodi che avrebbero potuto essere altrimenti riferiti. Stereotipi letterari inficiano una storia piena di potenzialità.

Chiara Mule’

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....non letto ma sicuramente sará miglior dell´altro

IT

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Il finale è già scritto nelle prime righe. Non è un giallo.
E’ un percorso chirurgico nelle emozioni di chi agisce la violenza e di chi ne è vittima.
Lascia in bocca un sapore acre, forse di sangue.
Dialoghi poco incisivi e lessicalmente poveri che descrivono bene, anche con lo stile la banalità e la facilità con cui si cade nel male.

Teresa Pintori

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Non sono favorevole alla censura, ma certi argomenti andrebbero anticipati.. magari con un bollino, non mi piace leggere storie che non rispettano neanche le regole classiche del teatro. Lo boccio in tutto.

francesca tricca

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“Credi Davvero (Che sia sincero)” è uno di quei libri che, una volta finito, ti lascia dentro una rabbia immensa, che ti fa si riflettere, ma in un modo nervoso e triste che confonde, con quelle domande che hai paura di porti, che non vorresti mai porti.
E se fosse successo a me?
E se mia figlia incontrasse quel mostro travestito da principe azzurro?
Questa è la storia di Martina e Antonio, ma potrebbe essere quella di qualsiasi ragazza e del suo aguzzino, di una qualsiasi persona che si incontra per strada, al supermercato o in fila all’ufficio postale… persone in apparenza semplici.
Martina è un’estetista ventinovenne, uscita da una storia decennale con un ragazzo che, ormai, era diventato come un fratello, un po’ disincantata ma socievole e gioiosa, con una vita piena di amiche, serate in discoteca e chiacchierate fino a tarda notte.

Antonio è un giovane imprenditore nel settore dell’edilizia, orfano di un padre alcolizzato e figlio di una madre da cui è dovuto fuggire.
Un solitario, che passa le serate sul divano a vedere una serie tv spinta, mangiando distrattamente del cibo precotto ed aspettando che il tempo passi, invece che passare in qualche modo il tempo.
La sua infanzia difficile ha pregiudicato tutta la sua vita e la sua rabbia repressa è sempre lì, nascosta fra la riservatezza subdola di un giovane assecondante.
Un incontro al buio, frutto dell’insistenza di un amico d’infanzia di Antonio, unisce queste due differenti persone, che ben presto inizieranno una storia d’amore da favola, fatta di romanticismo, passione, gentilezze e regali; di promesse più grandi del tempo passato insieme e di progetti di un futuro che difficilmente potrà realizzarsi.
Martina, con i piedi per terra, come suo solito, viene, in realtà, stravolta da questo ragazzo così diverso da quelli con cui è abituata ad uscire, così delicatamente dolce e comprensivo, maturo e premuroso.
Antonio, dal fatto suo, decide fin da subito che Martina è quella giusta, impronta tutto il suo comportamento sullo scopo finale di averla tutta per sé e su una serie di strategie per diventare indispensabile per lei. Inizia, neanche troppo di nascosto, a farle terra bruciata intorno, a limitare le sue uscite con la scusa di voler solo stare con lei, mettendo radici nel suo appartamento, cercando di farlo diventare il loro nido. Quel nido che in realtà potrebbe trasformarsi in una prigione.
E quando Martina finalmente riuscirà ad aprire gli occhi, si renderà conto di tanti errori commessi e cerc

Massimiliano Falcone

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Il tema affrontato è piuttosto forte e attuale. Nonostante lo stile molto semplice e colloquiale porta a riflessioni importanti

Paola Pagliari

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Ho preferito questo secondo libro non perché sia un bel libro, ma perché paragonato al primo era inevitabile. Anche questo secondo libro però pur trattando un argomento di grave attualità (il femminicidio) non ha in alcun modo apportato alcun punto di vista interessante, limitandosi a riportare delle banali situazioni senza approfondire ragioni e antefatti di una così grave piaga sociale. In generale sono rimasta molto delusa dalla scelta di entrambi i libri.

Cristina Leoni