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Dopo qualche riflessione ho deciso che questo è il libro che mi ha interessato maggiormente perchè mi ha mostrato Dante sotto un profilo diverso da quello che avevo studiato.In alcuni punti ho avuto difficoltà perchè la lettura di questo saggio è impegnativa, in altri è anche molto divertente e ironico.
Sandra Saltarelli
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Saggio letterario che approfondisce alcuni aspetti dell’opera dantesca, da personaggi incontrati nelle diverse cantiche (Francesca da Rimini, Ulisse) a focus specifici di varia natura (il timore di Dante della possibile accusa di eresia, il suo credo politico e religioso). Testo di facile e chiara lettura, nonostante la precisione terminologica nella spiegazione di concetti e definizioni.
Agnese Casarotto
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Cosa si può dire di nuovo su Dante? Nulla o quasi, ma in questo volume si dimostra o perlomeno si portano delle evidenze, che Dante era un eretico, che amava le donne e probabilmente da giovane anche gli uomini. Dante non era un moderno, era un uomo del Medioevo e l’autore lo scrive molto bene. Ma in Dante c’è tanta di quella vita che pulsa di amore e morte da non lasciare indifferente.
Livio Giuseppe Leoni
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Questo libro non mi ha appassionato. L’ho trovato un po’ noioso, difficile. Ho apprezzato il fatto che alla spiegazione seguisse sempre la citazione del testo, molto utile, ma non mi è piaciuto lo stile di scrittura.
Elena
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Interpretazione molto forzata degli scritti originali
Sandras
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Il saggio, corredato di ricche note e di citazioni di altri testi e studiosi, ti cattura con le sue tesi avvincenti e forse spericolate: l’autore le utilizza come un ariete per sfondare con una lettura di Dante per niente indigesto, e per collocarlo in un medioevo un po’ più plurale e imprevedibile di quanto non vogliano luoghi comuni e pregiudizi. Immagino che susciterà dibattito, ma ogni affermazione, costruita e documentata con cura, è funzionale a tenere desta la curiosità del lettore.
Anna Mazzoleni
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Pensavo di leggere l’ennesimo tributo a Dante, mi sono trovata coinvolta in un’ analisi avvincente e coinvolgente, a volte persino audace ma non azzardata. Tutte le tesi dell’autore sono supersostenute con citazioni appropriate e sapienti.
Francesca, Brunetto, Ulisse: quante volte io con i miei alunni in anni di insegnamento, provando appunto grande empatia con i personaggi ci siamo chiesti : “ Ma perché metterli nell’Inferno”?!
Ecco il disvelamento di Vezzoli : il peccato loro è attribuirne la causa alla semenza e non al volere di Dio.
L’autore del saggio ci racconta il viaggio nei regni dell’Aldilà anche come un corpo a corpo tra due visioni del mondo, entrambe presenti nella mente di Dante, tra il sentirsi immersi in un disegno predeterminato della volontà divina e la volontà e il diritto di esercitare il libero arbitrio. Questo aspetto è per me tra i più suggestivi del saggio.
Anche il Dante cataro, eretico velato da li versi strani, mi è sembrata una perspicace analisi. Se in Paradiso arrivano solo i giusti , allora ci si può sentire tutti un po’ catari. E questa volta l’empatia è del lettore con il Poeta stesso.
Dante quasi Umanista? Il saggio parla di un Dante politico immerso del Medioevo più profondo per via del suo auspicio: la coincidenza in Roma di Impero e Chiesa. Ma poi c’è il Dante filosofo, aristotelico, desideroso di sapere anche se deve superare i limiti imposti da Dio. Per me è questa la cifra più autentica, il fascino della Commedia: davvero Dante è andato avanti e ci ha aspettato nel futuro. E l’autostima lui ce l’ha eccome e ben lo dimostra l’autore. Ulisse muore perchè ha osato... Dante va dove nessun essere vivente è mai potuto andare , torna e ci indica la via. É vero che vuolsi così colà...Però altro che colonne d’Ercole!
Un bel saggio per trovare nuovi spunti di riflessione anche nell’insegnamento!
Margherita Vigone
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Mi è molto piaciuto per il taglio moderno e innovativo che l’autore ha saputo conferire a un tema tanto noto e sviscerato. Ma “nostro padre Dante” non finirà mai di stupire!
Maria Bruna Scarano
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Molto affascinante e di facile fruizione ,permette di approfondire senza annoiare.
Paola Capaccioni
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Tutti noi abbiamo letto Dante almeno una volta: generazioni e generazioni di studenti che ne hanno studiato e analizzato la "Divina Commedia" in modo approssimativo e svogliato, come solo la scuola sa farti fare. E se Dante oltre ad essere un autore che molti studenti definirebbero vecchio e polveroso fosse altro? Spogliato da quell’aura di perfezione e avvicinato a una realtà più popolare, "Dante quasi umanista" di Vittore Vezzoli ne approfondisce gli aspetti più celati, testo alla mano, rivelandone un volto molto più sporcato di umanità di quanto ci si aspetterebbe dal Sommo Poeta.
Nadia Caruso