< Danzami fino alla morte di  Alessandro Muroni (Arkadia)

Qui di seguito le recensioni di DanzamiFinoAllaFineDellAmore raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Faticoso. Ho pensato di lasciarlo già dopo poche pagine. Anche qui si parla di un padre e di un figlio, ma i piani e i personaggi continuano ad alternarsi creando confusione (almeno per me) tra ambienti e storie. Non mi piace il linguaggio, a tratti sembra una forzata esibizione di complessità

Natalia Sorrentino

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Il testo di Alessandro Muroni, Danzami fino alla fine dell’amore, Arkadia Editore risulta difficilmente catalogabile. Inizia come un monologo al quale si intrecciano pagine di scene teatrali che rendono vario e a volte arduo il percorso di lettura. La frammentarietà non è, però, arbitraria ma trova corrispondenza nella ricerca che il narratore fa dei pochi ricordi legati del padre e trova una sintesi nella colonna sonora che accompagna il testo e che ha il suo apice in Dance me to the end of love di Leonard Cohen, da cui il titolo del libro. Nel tentativo di ricostruire la vita di un padre leggero e poco conosciuto, il narratore mette assieme presente e passato e ambienti diversi, su tutti il bar, luogo simbolo dell’incontro con il padre. La lingua è ricercata e talvolta tende alla lirica.

Monica Faraci

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“Noi siamo fatti di letteratura” diceva Ludwig Tieck e “Danzami fino alla fine dell’amore” ne è la prova. È un libro errante, il cammino poetico di un viaggio attraverso la vita. Ad essere raccontata è la storia da cui prende vita lo spettacolo teatrale “Canzoni d’amore d’autore”. È la narrazione del tempo, all’inizio maltrattato, di un padre e di un figlio, lasciato a languire in un bar la domenica mattina e, poi, perso del tutto, non vissuto. Proprio in un bar, una sorta di luogo-rifugio, si cercherà di ricucire un legame grazie alla magia dello spettacolo teatrale. Bisognerà affrontare il dolore per ritrovarsi e “sentire se stessi per vedere la realtà in modo diverso”. Sarà un percorso che l’autore non compirà da solo, ma insieme al lettore. La prima parola del titolo: “Danzami” suggerisce un movimento, il procedere inquieto, vacillante e distratto di un uomo, o dell’uomo, che un giorno come gli altri “si veste per andare a lavoro, ma si ritrova immobile davanti a sé”. Ogni gesto di questa danza sarà sostenuto dalla musica, come è ben intuibile dal titolo, tratto da una canzone di Leonard Cohen. Calliope ed Euterpe, le muse della poesia e della musica, tenderanno la mano all’uomo, per aiutarlo a ritrovare “la verità di se stesso”. È impossibile non essere catturati dallo stile raffinato della scrittura, dal racconto di un tempo tiranno, che, citando Mimnermo ci rende “Come le foglie”, caduchi e imperfetti, ma come scrive Borges nel racconto degli immortali, per questo preziosi.

Adriana Anna Spagnuolo

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Per quanto riguarda il romanzo "Benedetto sia il Padre" di primo acchito lascia a desiderare l’argomento trattato, uno stereotipo alquanto ordinario nell’orizzonte della narrativa contemporanea, e tuttavia ad una lettura attenta e possibile scorgere tra le linee essenziali dello svolgimento dei fatti, importanti elementi di fantasia, un raffinato estro creativo unito ad una rara capacità di introspezione psicologica.
Momenti di forte tensione emotiva, situazioni di grande sofferenza psicofisica, vengono sciolti attraverso la metafora e la similitudine, nella magia di una scrittura in cui mente e corpo fanno tutt’uno con l’affettività fragile ed estenuata, e tuttavia equilibrata, senza eccessi di Rosa, la protagonista del romanzo, ovvero l’io narrante.
Il conflitto col padre, il rapporto simbiotico con la madre, il legame con i fratelli, la relazione coniugale, sono la tela su cui si stendono le pennellate monocromatiche di una "tenebrista dai toni tragici." All’interno dell’immaginifico mondo che la circonda. E tuttavia non così drammatico come spesso sembra indulgere l’autrice...

Francesco Marongiu

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Penso che prima di tutto chi pubblica qualcosa si debba ricordare che non scrive per sé, ma per gli altri e che verrà prevedibilmente letto da qualcuno. L’autore di questo libro sembra proprio non esserselo ricordato. Retorico, verboso, poco interessante.

Edoardo Carlesi

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Ho trovato questo libro molto complesso, quasi complicato.
E’ indubbiamente un testo molto elevato, ma di difficile lettura e cervellotico.
L’idea c’è, ma è, almeno per me, rinchiusa all’interno di un contesto linguistico e contenutistico troppo spesso inaccessibile.
Per questo motivo ho scelto l altro testo.