< Densità di  Raffaele Notaro (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di Densita raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Castano Primo “Biblioteca comunale”
coordinato da Paola Lauritano e Maria Rosa Gambacorta
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Un bel romanzo, ben scritto, la storia è interessante e i temi vengono affrontati senza cadere nella banalità.
Bella la costruzione dei personaggi che presentano ognuno diverse sfaccettature che evidenziano come anche individui che sembrano cattivi possano trovare il loro riscatto e avere un lato positivo.

Giovanna Brevi

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La densità dei legami è il tema centrale di questo romanzo insieme a quello dell’accettazione di sé. Lo scrittore ci fa conoscere questa realtà che sembra, per chi vive in un paesino, quotidiana: nel racconto, tutti si conoscono e sanno tutto di tutti. Ma la tranquillità, forse apparente, viene scossa da un evento: “si lasciò cadere in avanti, come un gigante che muore”, che fa ritornare a galla questioni del passato che si intrecceranno con il presente.  Mentre leggevo questo libro ho pensato che, per i temi che tratta, dovrebbe essere proposto come libro di lettura per ragazzi, per far capire l’importanza del dialogo, soprattutto nel periodo dell’adolescenza ,non solo tra amici, ma anche coi genitori e con professionisti (come la psicologa). Un libro che consiglio.

Sara Martin

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Circolo del lettori
di Fermo “VillaVitali”
Coordinado da Cinzia Centanni
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Il racconto coinvolge già dalle prime pagine, per la curiosità che suscita in relazione alla morte di Filippo, il protagonista assente. Tutto il romanzo si sviluppa intorno a quell’avvenimento tragico, sulla cui dinamica il lettore è invitato ad interrogarsi, insieme agli abitanti della cittadina (omicidio? suicidio? incidente?). Ed è proprio la reazione a quell’evento e alle relative voci che si diffondono in paese, che ci permette di conoscere i vari personaggi, le loro storie e il tipo di contributo di ognuno di essi alla vita e alla morte di Filippo.
Filippo viene descritto come un ragazzo praticamente perfetto, per caratteristiche fisiche, intellettuali e abilità sportive. Sembra quasi che quel suo essere “bello e bravo” inducesse i concittadini a omaggiarlo e piangerlo con maggiore partecipazione emotiva, fino a lanciarsi in una campagna indagatoria “di paese” volta a scoprire l’assassino. E, allo stesso modo, “l’imperfezione” di Gabriele, amico meno dotato di Filippo con qualche difficoltà, sembra essere all’origine del sospetto che su di lui cade. Come se fosse facile sospettare di qualcuno che ha dei difetti, che ci sembra diverso dalla “norma”. Ma c’è un altro personaggio che viene posto sotto accusa dal paese per le sue debolezze: il buon Tonino, uomo semplice, che si scoprirà avere la capacità di amare in modo permanente e generoso. Di lui il paese ha sempre sospettato, credendolo il vero colpevole della disgrazia, per poi scoprire che non solo non aveva nulla a che vedere con essa, ma anche che era stato disposto a dare la propria vita per salvare quella del figlio – mai riconosciuto - Gabriele.
Particolarmente toccanti le storie e i dialoghi delle madri, così come interessante è la vicenda della psicologa della scuola, Antonella, donna sensibile e attenta, vittima anch’ella dei pettegolezzi e paure degli
abitanti del paese.
In conclusione, la storia è originale, lo stile narrativo accattivante, la caratterizzazione dei personaggi attenta e ben fatta. Il romanzo è sicuramente un buonissimo esempio di narrativa italiana.

Corinna Biondi

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Questo è un libro coraggioso e sdrucciolevole allo stesso tempo: su questi due estremi, però, cattura il lettore e lo tiene in equilibrio tra rabbia e compassione, azione e reazione, affetto e repulsione.
Gli uomini di questo romanzo sono tutti “fuori scala”: Filippo è un bambino fragile che tutti pensano come forte; Gabriele è un bambino speciale che tutti pensano come problematico; Tonino è un uomo gracile a causa di un ritardo cognitivo che diventa un eroe. Le altre figure maschili ( primo fra tutti il preside) rimangono sullo sfondo della narrazione in posizioni di secondo e terzo piano rispetto a quelle femminili.
Le donne di questo romanzo sono forza della natura e come tali sempre in bilico tra generatività e distruttività: prime fra tutte le anziane Maria e Giuseppina il cui incontro doloroso ha una forza evocativa che solo la narrativa può esprimere. Non esito a definire quella manciata di pagine come il vero capolavoro di tutto il testo. È una storia che non esita a guardare impietosamente nella miseria del pregiudizio, della speculazione, dei rapporti falsi e classisti tipici della media borghesia provinciale degli adulti e, contemporaneamente, nella compassione nell’altruismo, nella capacità di chiedere (e di dare) aiuto degli adolescenti inquieti e pieni di risorse che (speriamo) salveranno il mondo dall’ipocrisia e dalla paura.
“Densità” è una storia piena di intrecci e livelli di lettura, i personaggi sono descritti con grande profondità e carattere ma allo stesso tempo nell’essenzialità del racconto (ne è un chiaro esempio la dottoressa Antonella alla quale sono dedicate poche ma indispensabili pagine) e non ultimo, è un libro che non ha paura di intrecciare una storia profondamente etica a partire da personaggi di dubbia moralità (sullo sfondo anche l’eco di un traffico illegale di rifiuti) restituendo un sapore di impegno civile ad una storia che mantiene un ritmo da thriller.

Laura Stopponi