< Di bellezza si vive. Estetica delle relazioni ed estensione di sé di  Emanuela Fellin, Ugo Morelli (Meltemi)

Qui di seguito le recensioni di DiBellezzaSiVive raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Pur presentando alcuni spunti di riflessione interessanti, è una lettura poco coinvolgente e, a tratti, confusa a causa di un’apparente sconnessione tra le varie sezioni.

Beatrice Grasso

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La passione di Venere si libra a volo d’uccello sul vasto panorama della bellezza e dell’esperienza estetica offrendo spunti di riflessione e interessanti suggerimenti bibliografici.
Può essere aperto e letto da qualsiasi punto per l’estrema brevità e dell’autonomia tematica dei numerosi capitoli. Questa struttura potrebbe lasciare insoddisfatto il lettore che cerchi una trattazione saggistica più consueta

sergio milesi

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DI BELLEZZA SI VIVE
Questo libro è un escursus sul concetto di bellezza e come si vive il rapporto con essa.
Lo stile è leggermente ostico, ma data la complessità del tema trattato non si può evitare una certa complessità di linguaggio. L’approccio mi è sembrato originale e sicuramente me lo rileggerò con più calma. Anche perchè è mia profonda convinzione che molte scelte nella vita vengono effettuate più per la soddisfazione estetica che danno che per celte etiche o morali.

Paola Paganelli

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La bellezza oltre lo sguardo. Corposo saggio sulla percezione del bello col superamento della visione è il canone che ne deriva da ciò che si è visto. Diventa autonomamente bello o brutto perché ciò che abbiamo visto risponde ad un determinato canone estetico.
Ma non è sempre così e le oltre 190 pagine cercano di dipanare e spiegare questo.

Roccangelo Tritto

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Confesso: della prima parte di questo saggio ho apprezzato (e capito? forse anche...) solo le citazioni. Mi sono sembrate perle cucite su un tessuto troppo etereo e rarefatto per reggerle; brillanti incastonati in un materiale disorganico e incoerente, non ben riconoscibile...Poi, a pag. 75, quando ormai avevo perso ogni speranza di comprensione vera di quello che leggevo, e stavo meditando l’abbandono, qualcuno ha acceso la luce. Leggo nei miei appunti di lettrice coscienziosa: "finalmente qualcosa di comprensibile!", e rivivo la sensazione provata nel ritrovarmi in un territorio non più sconosciuto, anzi familiare e animato da presenze amichevoli e amabili... Questa sensazione mi ha accompagnato fino alla fine del saggio, insieme a un sentimento che non so definire se non di gratitudine per l’autore.
Un unico dubbio mi è rimasto: ma che razza di titolo è "La passione di Venere"? E perché voi lo indicate come "Di bellezza si vive"?

Gabriella Assirelli