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Pur presentando alcuni spunti di riflessione interessanti, è una lettura poco coinvolgente e, a tratti, confusa a causa di un’apparente sconnessione tra le varie sezioni.
Beatrice Grasso
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La passione di Venere si libra a volo d’uccello sul vasto panorama della bellezza e dell’esperienza estetica offrendo spunti di riflessione e interessanti suggerimenti bibliografici.
Può essere aperto e letto da qualsiasi punto per l’estrema brevità e dell’autonomia tematica dei numerosi capitoli. Questa struttura potrebbe lasciare insoddisfatto il lettore che cerchi una trattazione saggistica più consueta
sergio milesi
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DI BELLEZZA SI VIVE
Questo libro è un escursus sul concetto di bellezza e come si vive il rapporto con essa.
Lo stile è leggermente ostico, ma data la complessità del tema trattato non si può evitare una certa complessità di linguaggio. L’approccio mi è sembrato originale e sicuramente me lo rileggerò con più calma. Anche perchè è mia profonda convinzione che molte scelte nella vita vengono effettuate più per la soddisfazione estetica che danno che per celte etiche o morali.
Paola Paganelli
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La bellezza oltre lo sguardo. Corposo saggio sulla percezione del bello col superamento della visione è il canone che ne deriva da ciò che si è visto. Diventa autonomamente bello o brutto perché ciò che abbiamo visto risponde ad un determinato canone estetico.
Ma non è sempre così e le oltre 190 pagine cercano di dipanare e spiegare questo.
Roccangelo Tritto
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Confesso: della prima parte di questo saggio ho apprezzato (e capito? forse anche...) solo le citazioni. Mi sono sembrate perle cucite su un tessuto troppo etereo e rarefatto per reggerle; brillanti incastonati in un materiale disorganico e incoerente, non ben riconoscibile...Poi, a pag. 75, quando ormai avevo perso ogni speranza di comprensione vera di quello che leggevo, e stavo meditando l’abbandono, qualcuno ha acceso la luce. Leggo nei miei appunti di lettrice coscienziosa: "finalmente qualcosa di comprensibile!", e rivivo la sensazione provata nel ritrovarmi in un territorio non più sconosciuto, anzi familiare e animato da presenze amichevoli e amabili... Questa sensazione mi ha accompagnato fino alla fine del saggio, insieme a un sentimento che non so definire se non di gratitudine per l’autore.
Un unico dubbio mi è rimasto: ma che razza di titolo è "La passione di Venere"? E perché voi lo indicate come "Di bellezza si vive"?
Gabriella Assirelli