< Di chi è la colpa di  Alessasndro Piperno (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di DiChiELaColpa raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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E’ difficile racchiudere un pensiero esaustivo sul romanzo di Alessandro Piperno. Fonte di un viaggio lungo e complesso.
Protagonista del suo stesso romanzo, non viene mai chiamato per nome, forse perché la sua storia lo veste già di panni che fanno di lui ciò che è.
Al centro di una storia inizialmente semplice, dove un adolescente si ritrova in una famiglia che non ha scelto, ecco i due squarci che lo dividono in due: la verità sulla sua stirpe (trovata, studiata, accettata e sfidata) e la morte improvvisa della madre, dove ancora adesso non si coglie se autoinflitta o decisa da quel padre che adorava così tanto.
E’ una storia cruda, non semplice da incassare, dove però Alessandro riesce a destreggiarsi benissimo tra tutto ciò che gli capita, non senza soffrire, ma uscendone sempre in piedi.
Brillante già da ragazzino, la vita e i duri scontri che lo coinvolgeranno, lo porteranno sulla strada maestra che in realtà ha sempre avuto davanti: la scrittura.
Ma alla fine, di chi è la colpa? Dei genitori, delle menzogne, delle verità nascoste, delle scelte, del destino? Chi può dirlo.

Martina Mersoni

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Romanzo molto coinvolgente che, in prima persona, analizza profondamente e lucidamente tutti i protagonisti. La narrazione è magistrale, Piperno ha una scrittura che non si incontra tutti i giorni e, forse, non potrebbe piacere a molti. Di chi è la colpa? Di chi non è più abituato a ricercare quel “di più” che tante volte fa la differenza. Leggerò altro di questo autore. È il libro più bello che ho letto quest’anno.

Samanta Schenetti

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Premetto di non aver finito di leggere il libro "Di Chi è La Colpa", cosa che farò con calma, ma dalle pagine che ho letto l’ho trovato un libro molto personale, intimo, profondo che sembra scavare nel personaggio e nelle sue relazioni con gli altri. Un libro che definirei cupo con sprazzi di colore a macchia di leopardo.

Marta Tiffany Lombardo

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Non completato
è un romanzo avvincente e molto profondo, poichè riflette alcune dinamiche familiari su un passato non raccontato, con l’intenzione evidente della madre di voler "proteggere" il figlio da quella che è la sua vera famiglia e le sue origini, ma a cui inevitabilmente non riesce a sfuggire.
Sono molto curiosa di sapere come evolverà la storia del protagonista, dopo aver conosciuto quel mondo "sommerso" che ha dato i natali a sua madre.

Vanessa Pugliano

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Il protagonista è alla ricerca di un’etica e di valori più coerenti con il suo ideale di vita rispetto al suo modo solito di comportarsi e di relazionarsi.
L’ho trovata una lettura piacevole e spassosa, mai irriverente o dissacrante.
Ci fa capire come non ci sia bisogno di ricorrere a riti o fuggire dal proprio mondo, per ritrovare se stessi.

ERIKA CASAGRANDE

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E’ una bella e circostanziata storia "ebrea" con tante riflessioni dell’autore, personali ma condivisibili, sugli stereotipi del "genere", ma non solo. Si legge volentieri ed appassiona, la narrazione non è mai scontata, fino alla fine, ed anche l’epilogo è in grado di sorprendere un pò.
Ho trovato anche la scrittura gradevolissima, il linguaggio è ricercato ed elegante ma non appesantisce il filo conduttore che è pieno di spunti di confronto: in particolare sulla difficoltà delle relazioni umane, dentro e fuori la famiglia o il "branco", soprattutto se condizionate da pregiudizi e da principi "di parte".

Claudia Lionetti

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L’acuta capacità di analizzare il proprio io e di cogliere le pieghe più intime degli altri personaggi rendono la scrittura di Piperno profonda e intrigante: il suo sguardo attento rimanda l’interiorità dell’altro attraverso un tono di voce, un particolare dell’abbigliamento, un gesto apparentemente banale. Il romanzo, mentre affronta e rielabora il complesso tema della ’colpa’, chiede al lettore di interrogarsi e di scrutare la propria coscienza, insomma di intraprendere un viaggio dentro di sé.

Concetta Leuzzi

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Lecce “Orti di guerra”
coordinato da Simona Cleopazzo e da Anna gatto
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Già il titolo è una chiara dichiarazione di intenti. Il protagonista, ormai adulto, cerca nel suo passato le ragioni, che non sfuggono a un’analisi spietata, che hanno condotto la sua vita in una determinata direzione. Le cerca in una famiglia disfunzionale e piena di segreti, in un padre mai cresciuto del tutto, in una madre che cerca la propria identità negando le sue origini, in u a tragedia devastante, in una nuova famiglia nella quale si ricostruisce rinnegando quella precedente, vittima per sempre della sindrome dell’impostore. Un romanzo sincero e crudele, ricco di personaggi sfaccettati e credibili, che descrive le complesse dinamiche familiari e sociali che coinvolgono il protagonista con una lingua ricca, precisa e raffinata.

Teresa Musca