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Libro che si legge leggero al primo sole primaverile. Ricco di spunti, consigli e indirizzi ma complessivamente poco stimolante.
Edmondo Grassi
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La cosa che ho trovato interessante di questo libro, e l’aspetto che mi ha portato a preferirlo al suo "avversario" è stata il fatto che si tratti di un’autobiografia. Devo ammettere che, escluse le biografie dei grandi musicisti, questa è stata la prima volta che mi sono trovata a confrontarmi con un’autobiografia del genere, che si trova dunque al di fuori dalle mie consuete letture, ma l’incontro è stato piacevole.
Ho soprattutto apprezzato la visuale di Hildegard sul mondo che la circonda e le descrizioni della bellezza della città di Milano, ingiustamente sottovalutata.
Avrei tuttavia preferito trovare dedicato maggiore spazio alle descrizioni.
Anna Cerati
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Interessante. Elucubrazioni ed emozioni alla ricerca della verità, con la V maiuscola.
L’idea di inframmezzare il diario con brani musicali è originale e mi ha fatto conoscere brani che non consideravo di alcuni compositori. La scrittura è sincera ed immediata, le pagine sembrano slegate, ma non lo sono. La frase migliore è certamente: “nell’adolescenza, l’età per eccellenza dove ti viene chiesto di essere uguale, chi studia uno strumento era guardato con sospetto”, mi ricorda i miei tentativi di dipingere, senza frequentare il Liceo Artistico; era solo la mia necessitò di non essere “uguale”, ma leale con me stesso.
Roberto Munari.
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Sulla carta, era il libro che avrei dovuto preferire. Finalmente la musica, classica, raccontata da chi la vive. Un diario musicale, quindi sincero, profondo, appassionato. Hildegard. Un nome magnifico ed evocativo. E la musica! che con i link presenti sul libro ho potuto ascoltare, apprezzando moltissimo. Ma l’ho trovato - sicuramente non me ne vorrà l’autrice, giovanissima, ha tempo - leggero, leggerissimo, quasi trasparente. Note biografiche, memorie, esperienze che partono dal particolare e aspirano all’universale, riuscendo appena appena ad elevarsi sopra un linguaggio che vuole emozionare, riuscendoci poco. Un po’ stucchevole, insomma. Parole che non rendono giustizia, insomma, di un mondo interiore che si intuisce ricco e appassionato. Tra qualche anno, con un po’ di vita sulle spalle, riproviamoci.
Riccardo Belotti
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Un libro raffinato e delicato. Il tono intimo - un diario - rende davvero piacevole la lettura. Le varie digressioni, gli aneddoti, le curiosità creano un quadro molto poetico.
daniela iori
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Saggio ben scritto e interessante, su un argomento di cui ancora non avevo letto nulla a riguardo e quindi per me una novità assoluta. Scrittura chiara e scorrevole, non è mai noioso né eccessivamente complesso o prolisso. Le citazioni aiutano a capire il contesto. Il lavoro nel complesso è stato fatto con attenzione e cura.
Sara (non desidero mettere il cognome)