< Donne che ci credono ancora di  Mattia Ollerongis (Sperling)

Qui di seguito le recensioni di DonneCheCiCredonoAncora raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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È il moderno prosimetro di Mattia Ollerongis che preferisco tra i due libri assegnatimi pur non avendone apprezzato particolarmente la sintassi e il lessico; ricco di luoghi comuni e frasi fatte tale aspetto non è sicuramente il suo punto forte. A tal proposito, nonostante nella nostra lingua si vada sempre più verso un approccio descrittivo che normativo, segnalo l’impiego dell’espressione «tempo immemore» piuttosto che la più corretta «tempo immemorabile» (pag.59). Al di là dell’aspetto linguistico è una storia semplice, lineare a tal punto d’essere prevedibile ma è proprio questo che la rende coinvolgente. Il lettore sensibile può spesso ritrovarsi e identificarsi nei personaggi di Celestecielo e Nottenebra. Delusioni, promesse e speranze accompagnano il lettore in un viaggio pieno d’amore, spesso doloroso, e coraggio fino all’ultima pagina.

Gloria Scollo

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Il libro potrebbe essere quasi definito un carente esperimento di “prosimetro 2.0”: la prosa si alterna ad una scrittura in versi non sempre omogenea e non sempre ben strutturata; i versi seguono molto il pantarei emotivo dell’autore, senza tenere conto della cosiddetta “musicalità formale” del componimento poetico. La prosa invece utilizza un linguaggio semplice, alle volte (consapevolmente) spezzato, teso ad identificarsi in un preciso stato d’animo. Nel complesso il libro ha un suo perché, racconta con profonda sensibilità una “storia sincera”; anche l’utilizzo di alcune specifiche parole è determinato da una scelta ragionata, pensata, non banale.
Caratteristica peculiare che ha catturato la mia attenzione: i nomi propri dei personaggi che, secondo il mio parere, contengono una carica espressiva e simbolica forte, pregnante.

Ivana Vermiglio

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Libro difficile da definire, con una struttura evanescente, molte belle frasi, suggestive, ma fini a se stesse, non contestualizzate nella storia. Personalmente non mi è piaciuto

Paola

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È il moderno prosimetro di Mattia Ollerongis che preferisco tra i due libri assegnatimi pur non avendone apprezzato particolarmente la sintassi e il lessico; ricco di luoghi comuni e frasi fatte tale aspetto non è sicuramente il suo punto forte. A tal proposito, nonostante nella nostra lingua si vada sempre più verso un approccio descrittivo che normativo, segnalo l’impiego dell’espressione «tempo immemore» piuttosto che la più corretta «tempo immemorabile» (pag.59). Al di là dell’aspetto linguistico è una storia semplice, lineare a tal punto d’essere prevedibile ma è proprio questo che la rende coinvolgente. Il lettore sensibile può spesso ritrovarsi e identificarsi nei personaggi di Celestecielo e Nottenebra. Delusioni, promesse e speranze accompagnano il lettore in un viaggio pieno d’amore, spesso doloroso, e coraggio fino all’ultima pagina.

Gloria Scollo

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Donne Che Ci Credono Ancora di Mattia Ollerongis incuriosisce, all’inizio. Ti trovi a fluttuare in un luogo metafisico che si delinea gradualmente, e che via via si riallaccia alla dimensione reale da cui ha origine - mancanze, relazioni squilibrate, aspettative deluse, ostinazione, abbandono. Curiosità che si fiacca in fretta, tuttavia, sia per la stagnante ripetitività di parole come cuore amore e percolati sentimentali vari, sia per l’assenza di qualsivoglia elemento dissonante che stemperi cotanta commiserazione e aggiunga una qualche sfumatura tra chi vive per amare e chi non ne è capace.

Nicola Negrini

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Filosofico e complesso, la storia ci porta a conoscere Celestecielo in modo quasi poetico. La poesia delle parole è uno strumento per portare in luce le ombre della storia di questa donna.

Un libro sicuramente complesso che va assaporato piano piano, dove le parole non sono mai scelte a caso.

Potrebbe non arrivare a tutti, visto lo stile narrativo scelto.

Francesca Cerutti

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Piacevole scoperta, non è un libro che avrei scelto, ma leggerlo non mi è dispiaciuto. A tratti emozionante.

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Si può definire una storia di rinascita; non è il mio genere preferito, né la trama mi ha entusiasmato particolarmente, ma almeno il libro ha il merito di usare un linguaggio curato e poetico, semplice ma suggestivo.

Francesca Lombardo

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La storia narrata tocca, con sensibilità, alcuni aspetti dell’amore attraverso pensieri ed azioni della protagonista: Celestecielo, che non ha avuto una vita semplice.
La giovane vive nell’illusione di poter cambiare un amore sbagliato da cui non riesce a staccarsi. È un tema attuale che fa riflettere sui rapporti complicati, nati spesso dal bisogno d’amore e di accettazione che alcune donne hanno nei confronti del compagno. Pensiamo di amare una persona per quello che vorremmo fosse e spesso conosciamo solo una parte di lei… “Ma l’amore non richiede tempo per essere capito, l’unico tempo di cui necessita è per essere coltivato”, di questo è convinta Celestecielo.
Lei è sensibile, amorevole, disponibile ma anche per questo vulnerabile. Non sa dire di no all’amore anche se questo potrebbe farle del male.
La sua è una storia commovente che non lascia indifferenti.
Originale la modalità di scrittura che alterna parti in prosa ad altri in versi. Le frasi brevi e incisive creano immagini e trasportano il lettore in atmosfere di particolare suggestione. La ricchezza del linguaggio utilizzato permette di entrare in alcuni aspetti della vita come il dolore…”quello che non ti aspetti, che arriva e sconvolge tutto, che se hai dei piani se ne frega, del tuo futuro non gli importa nulla e della vita di chi ami ancora meno”. Diventa perciò necessario rendere “dolci certi dolori per farli passare inosservati alla nostra coscienza”. Anche se “fanno male comunque, anche se facciamo finta di niente. Sono lì, pungono e non hanno intenzione di smettere”.
Ma, per fortuna, per poter affrontare i momenti più bui della vita c’è sempre l’amicizia.
Forse è lei “a dare un senso a tutto…” che “non vuol dire me e te ma noi…” e anche i giorni bui hanno “sempre una loro controparte illuminata”.

Paola Begnini