< E questo cuore non mente di  Levante (Rizzoli)

Qui di seguito le recensioni di EQuestoCuoreNonMente raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La cantautrice Levante ha un linguaggio poetico e diretto quando scrive i suoi romanzi. La protagonista Anita sarà una giovane donna in carriera, ma è un personaggio che non mi particolarmente entusiasmato perché lascia Jacopo per andare tra le braccia di Marco e forse prendersi l’ennesimo due di picche. Per non parlare della confidenza assidua con lo psicanalista Ferruccio. Insomma una lettura che non mi ha purtroppo soddisfatto.

Pamela Pecis

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Una lunga confessione di Anita, la protagonista. Racconta, a tratti al lettore, a tratti al suo analista (il paterno Ferruccio), i suoi amori sbagliati e i momenti più dolorosi della sua vita.
Frammentario, intenso, disperato come una seduta di psicoterapia.

Michela Tessariol

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Scorrevole, ben scritto, Levante adora esprimere sentimenti profondi con parole ordinarie, sottolineare l’importanza di gesti, silenzi e sguardi.
Mi é stato facile capire il mondo del libro, un po’ per come é scritto e un po’ per quanto molte delle cose citate siano tristemente molto comuni nella nostra società.
Tutto sommato l’ho trovato un libro piacevole.

Valentina Porcu

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Soffici scrive bene, ma appare continuamente sospesa in una sorta di situazione ideale che anche nei momenti di maggiore tensione non si sciogle. Tentativi di mantenere il controllo dei personaggi in salsa Baricco non lasciano spazio all’evoluzione della storia.

Carlo Pesce

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Noioso. Un io narrante debordante e inutilmente
puntuale nella cronaca del quotidiano. Psicanalisi o autoanalisi, ricordi e vissuto non riescono a costruire né una storia né un personaggio. Inutile.

Caterina Rega

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Il libro di Levante non è stato di mio gradimento, ho provato fino alle ultime pagine a dargli una chance, ma niente. Credo di non aver proprio compreso cosa volesse dirmi. Purtroppo non mi ha lasciato nulla e non saprei come descriverlo se non la storia di una donna che alterna paragrafi di sedute con il proprio terapeuta, Ferruccio, a momenti della vita in cui cerca di farci capire perché tre delle sue principali storie d’amore sono fallite. Si passa da tecnicismi sul tipo di personalità (narcisista, border…) a momenti in cui la conversazione tra la protagonista, Anita, e gli altri personaggi langue, diventa banale. Non un minimo di ironia, solo situazioni accennate e non concluse.
Il tema principale, ossia il rapporto di Anita con il padre, che è la causa dei vari fallimenti amorosi e del perché lei finisce con il subire le violenze psicologiche di una ex-fidanzato stalker, viene alla fine liquidato in mezza pagina, emerge e viene archiviato. Peccato.

GB