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L’ho trovato noioso ed eccessivamenre didascalico.
Federica Bisioli
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L’elogio della cannabis è la narrazione di una vita interrotta - 17 giorni di carcere e 3 mesi di domiciliari - ma non spezzata dalla cannabis. Direttamente dalla cella, l’autore ci racconta le vicende che lo hanno portato in carcere, le ingiustizie subite e la resistenza che ha messo in atto. Un libro che tutti dovremmo leggere.
Deepa Minasi
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Più che il meglio, è il meno peggio, ma è questione di punti di vista. Casualmente, anche in questo testo ci sono osservazioni della natura e non sono niente male: sarà che l’autore era in carcere e quindi aveva più tempo a disposizione ed uno stato d’animo diverso.
Donatella Capuano
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Una storia interessante… ma anche una storia che turba.
Interessante perché l’autore racconta e spiega come la cannabis possa essere impiegata come una medicina legittima. Una pianta indispensabile per l’uso terapeutico, riconosciuto da gran parte del mondo scientifico
Una storia che turba per come l’autore (coltivatore di cannabis) si trova scaraventato in un universo kafkiano di detenzione dal quale a un certo punto, dubita persino di poter uscire vivo; Una testimonianza della repressione subita attraverso un racconto lucido e partecipato della sua condizione di carcerato, ma anche una accusa nei confronti di chi, ancora, non vuole rendersi conto dell’enorme potenzialità sociale, terapeutica ed economica della cannabis.
Annibale Stringa
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Non ho apprezzato il libro perché l’argomento non mi interessa.
Valentina De Paoli