* * *
Una bella storia,a tratti un pochino prolissa, che parla della realtà che vivono i nostri giovani. I personaggi sono vividi, molto credibili e ben descritti, così come è raccontata molto bene la vita vissuta dai ragazzi sardi. Forse la parte "politica" penalizza la storia dei personaggi principali e non, e può annoiare il lettore.
Francesca Romana Tellarini
* * *
Mancano ancora 100 pagine alla fine, ma sono stato catturato dalla storia, dalle vicende dei personaggi. La scrittura semplice e lineare forse sottolinea ancora di più la drammaticità di certi episodi. Questa drammaticità, però, va oltre i singoli episodi, secondo me, e fa da sfondo a tutto questo "essere giovani" che è il protagonista del libro. Qua e là ricordo le atmosfere di "Acciaio"
f
* * *
Un libro che sicuramente affronta un tema di grande attualità. Particolare la scelta di avere due io narranti, ma nessun particolare avvincente né nella trama né nella caratterizzazione dei personaggi.
Sara Berettieri
* * *
La storia parte da un piccolo paese dell’entroterra sardo per arrivare a Bologna, dove la vita dignitosa e tranquilla di una famiglia che mantiene uno dei figli a studiare a Bologna viene stravolta dal licenziamento del padre a seguito della chiusura dell’azienda. L’evento scatena reazioni diverse da parte dei figli, il primo rimasto in Sardegna cerca la strada apparentemente facile di una rapina che si conclude con una sparatoria che non gli lascia scampo, il secondo pur finendo gli studi, si trova a svolgere lavori saltuari, mal pagati e mal tutelati e sceglie di dare voce ad una protesta che innesca un movimento nazionale che arriva al Parlamento. La storia sembra un sessantotto 2.0, con scrittura scorrevole sono toccate delicatamente tematiche grevi che riflettono le paure e il bisogno di riscatto dei giovani.
E’ una storia circolare, finisce dove è cominciata, con un messaggio di quieta speranza.
Anna Fengite