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Curare la sofferenza altrui, salvaguardare la natura, coltivare e trasmettere la cultura, riparare il male che genera ingiustizie; queste le fondamentali applicazioni pratiche dell’etica del riparare. Le modalità con le quali l’uomo combatte l’angoscia che gli deriva dalle azioni distruttive che egli compie anche contro ciò da cui dipende.
Riflessioni ed analisi purtroppo sempre attuali, anche nel nostro tempo mentre tra i giovani si sviluppa la coscienza della capacità distruttiva dell’umanità e della colpevole miopia con cui se ne guardano le conseguenze. Denunce cui non corrispondono le azioni riparative che gli uomini adottano per combattere l’angoscia individuale ma ignorano nelle strategie mondiali. Queste le mie riflessioni ad una prima lettura del libro di cui mi appassionano i temi senza che possa negare la difficoltà interpretativa dovuta alla mia scarsa conoscenza del linguaggio filosofico.
Lilliana Conti
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Bellissimo saggio, denso e ben scritto così da coinvolgere anche il lettore non specificamente acculturato. Il desiderio di riparare quando qualcosa di male è accaduto, per colpa nostra o di altri, è alla base etica del testo. il male va "attraversato", e ciò deve avvenire "autenticamente" per consentire la riparazione.
Affascinante la descrizione della riparazione per simboli (un po’ fuori contesto, viene in mente la "foresta" di Baudelaire). Un poco scontate, forse, le considerazioni in ordine al mondo-ambiente, affascinante l’appassionata difesa dello studio libero. La riparazione attraverso giustizia (che non necessariamente coincide con la legge) meriterebbe un libro a sé.
Alfredo Dani
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È un libro di etica molto interessante perché affronta i valori in chiave di riparazione, partendo dal male. Una volta tanto non un libro di filosofia astratto o che affronta i grandi concetti partendo dall’ideale, ma qualcosa di molto concreto. Per il concorso l’ho letto un po’ in fretta ma per i temi che tratta, ho intenzione di rileggerlo.
Emma Cerpelloni
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Un libro prezioso, che tratta del distruggere e del riparare senza mai dare un definito complemento oggetto, rimanendo sul vago e lasciando così spazio all’interiorizzazione da parte del lettore.
Fa riflettere sulle ambiguità dei rapporti con le persone o con gli oggetti che ci circondando e ci fa aprire gli occhi anche sulle "piccole cose", quei comportamenti che quasi inconsapevolmente mettiamo in atto, nel dualismo fra "bontà e malvagità" che definisce la realtà che ci circonda. Questo gran potere, senza mai risultare tedioso!
Esmeralda Di Venere
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la lettura del saggio le vie del senso mi ha molto divertita, una lettura facile e leggera. Di tutt’altro genere l’etica del riparare che esprime un avera e propria filosofia di vita. Per la complessità dell’argomento e la chiarezza dell’esposizone premio il primo libro, la cui filosofia mi ha conquistata e mi ha fatto molto riflettere su svariati argomenti, tra cui il matrimonio.
vittoria sabatucci
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Il libro mi ha un po’ ricordato il periodo delle superiori e come fosse scritta la filosofia, oggi apprezzo lo sforzo di cercare una correttezza linguistica che faccia capire bene il messaggio, anche quando si forza un po’ la lingua. La lettura è piacevole ma anche molto complessa perché l’argomento lo è; non il classico libro che si dimentica dopo averlo posato insomma. Lo raccomanderei solo a chi ha un forte interesse per la filosofia o comunque l’etica.
Giovan Battista Cucinella
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Dal mio punto di vista non e’ scattato l’interesse per l’argomento.
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Saggio prettamente accademico, adatto ad una platea di specialisti nella materia e difficilmente comprensibile ad un pubblico più ampio.
Scrittura leziosa, poco scorrevole e infarcita di termini aulici che, a volte, appaiono poco necessari.
Infine, il testo è la prosecuzione di un saggio pubblicato in precedenza. Pertanto, il lettore dovrebbe essere a conoscenza dei temi del libro precedente prima di affrontare la lettura di questo saggio.
Mauro Saccol