< Figlia della cenere di  Ilaria Tuti (Longanesi)

Qui di seguito le recensioni di FigliaDelCarcere raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Libro scritto in uno stile che ho trovato troppo barocco e appesantito da troppe descrizioni. La trama, tutto sommato ben congegnata, non è mai decollata pur essendo protagonisti e scene resi in maniera molto dettagliata. I dialoghi, seppure a volte anch’essi carichi di aggettivi, li ho trovati ben scritti e realistici. Un’ancora di salvezza.

Alessandro Pisu

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Pagine intrinseche di una parola spiccatamente toccante che si lasciano rincorrere in un amabile ed ammaliante lettura.
Il gioco sui tre tempi di narrazione è molto ben costruito su una trama che fagocita la curiosità, la tensione e l’emozione di chi la percorre.
Una profonda ed intima archeologia del dolore che scava negli animi e consegna così un romanzo di più toni e sfumature.
Costante e ferma è la "Battaglia" di una donna infragilita ma mai vinta da un mondo terribilmente maschilista che la sgretola sotto la ferocia della sua cieca prepotenza.
Tuttavia da quel cumulo, così creatosi, di cenere partorisce se stessa, rinasce, non priva di ombre e cicatrici, tuttavia brillante, sagace, indubbiamente vincente.
Una narrazione dai rimandi esoterici, un romanzo incalzante, come incalzante si fa la nebbia ormai ladra della memoria, una storia che osserva, indaga ed indugia negli abissi di quella famigerata diade "vittima/carnefice" a volte osmotica, a volte contrapposta tuttavia mai scindibile.

Ilaria Liccardo

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Dettagli piacevoli dei personaggi e descrizioni Dettagli piacevoli dei personaggi e descrizioni realistiche dei luoghi in cui avvengono i fatti che sono vibranti e spesso catturano il lettore.La figura di Teresa racchiude una personalità poliedrica ricca di spunti psicologici e l’alternarsi dei flashback rende il romanzo sempre appassionante. Piacevole l’intercalare dei 3 piani temporali e delle narrazioni con riferimenti alla storia antica di Aquilea e all arte alternate alle coinvolgenti motivazioni che ’muovono’ tutto il romanzo.

Alessandra Vione

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Libro difficile da collocare in un genere in particolare, questa è forse la sua forza e la sua debolezza più grande al tempo stesso. Lo stile di scrittura è comunque scorrevole, l’autrice talvolta lascia irrisolti degli impliciti che il lettore fa fatica a inferire pur andando avanti con la lettura del libro.

Michela Sanfilippo

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“Figlia della cenere”, di Ilaria Tuti, non è il solito romanzo giallo, quello in cui ci si aspetta che il commissario di turno, dall’alto della sua esperienza, insegua uno o più assassini. È un romanzo che inizia subito incuriosendo il lettore e che, dopo pochi capitoli, ha il potere di catturarlo definitivamente, immergendolo in un andirivieni temporale perfettamente bilanciato tra le pagine del libro. A fare da cornice c’è una miriade di emozioni, quali rabbia, compassione, sorpresa, necessaria a districare lentamente una duplice matassa: quella delle indagini e quella della rivalsa e della vittoria personale della “commissaria” Teresa Battaglia. Cognome, tra l’altro, che pienamente rispecchia la protagonista, intenta ad intraprendere la sua personale battaglia nei confronti di una società ancora troppo maschilista ed ancorata alla differenza di genere tra uomo e donna, alla sua rinascita grazie alla sua sola forza, alla sua sete di giustizia. È inoltre insolito il rapporto che lega protagonista ed antagonista, quasi unico in un genere come quello in cui si colloca il romanzo. Non ultimo, anzi impeccabile, la ricerca e la descrizione, da parte dell’autrice, di dettagli descrittivi e di riferimenti storici, che “usa la storia per scrivere la sua storia”, la storia di una donna che, dopo essersi trovata a lungo da sola, riesce, infine, a circondarsi di colleghi che la ammirano e la amano, finendo col diventare quella famiglia che il fato le aveva, fino ad allora, negato.

Gennaro Di Chiara

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Scrittura piacevole, la vicenda è avvincente. La narrazione è interrotta e ripresa, con i salti nelle varie epoche un po troppo di frequente e rende la lettura discontinua.

Giuseppina Ciccarese

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Nel romanzo ho trovato una trama ricca di dubbi ed incertezze. La location del racconto mi è sembrata, a volte, turisticheggiante, anche se pervasa di un indiscutibile fascino. i personaggi bizzarri ed eccentrici, qualcuno non proprio pienamente caratterizzato. ho trovato molta somiglianza con altre storie poliziesche viste in TV, tipo: Rocco Schiavone, Giuseppe Loiacono.

VINCENZO DE CARLO
VIA BASENTO, 35 - GALATI