< Figure dell’astrazione. Kandinskij, Malevic e Soulanges di  Andrea Bellantone, Massimo Donà (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di FigureDellAstrazione raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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E’ il libro che ho preferito, l’ho trovato interessante ed esaustivo- Basato su un enorme lavoro di documentazione, costituisce sicuramente un testo di riferimento per gli amanti del genere metal ma non solo. Stimola infatti la curiosità a partire già dalla prefazione. Si scopre andando avanti con la lettura come dipinti che risalgono a secoli fa abbiano punti di contatto con la musica moderna. La musica unita all’immagine è potente.






E’ basato su un enorme lavoro di documentazione e costituisce sicuramente un punto di riferimento per gli amanti del genere metal. I gruppi hanno ottenuto di sicuro un rafforzamento del loro messaggio unendo la musica all’immagine.

Maria Gemma Orrù

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Ho trovato la seconda parte più avvicinabile, la prima piuttosto spinosa.
Sicuramente un’astrazione di parole e concetti oltre che di colori.
Guarderò meglio le opere del mio adorato Kandinskyi e mi approccerò ai quasi sconosciuti Malevic e Soulages.
Intrigante poter scorgere il bianco e il nero come silenzio, come piani, come luce, in un mare di oggettività, sensibilità e inesistenza.

Lorena Petrucci

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Non ho una grande cultura nell’ambito delle arti figurative, ne ho sempre fruito (da buon pigro) in modo squisitamente istintivo, godendomi la bellezza, l’armonia, le emozioni spontanee, non filtrate. Kandinski è uno dei relativamente pochi pittori che so riconoscere e che ho sempre trovato affascinante e suggestivo. I due brevi saggi raccolti in questo libro mi hanno condotto più in profondità nei presupposti e nel significato della sua pittura, aprendomi delle porte verso ulteriori profondità, suscitandomi la curiosità di percorrere quelle strade. Per questo mi ha conquistato.

Paolo Gherardini

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Non essendo la mia materia nè il mio linguaggio l’ho trovato difficile, astratto e per pochi eletti, sicuramente di interesse per chi è del campo ma non per me. Non mi ha neppure acceso la curiosità di andare a cercare le opere e gli artisti di cui parlava.

Elena Biraghi

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I due saggi brevi che compongono questo testo sono un susseguirsi di paradossi e aporie volte a spiegare l’origine dell’astrattismo e il senso dell’opposizione "impossibile" fra bianco e nero. Il testo è decisamente non divulgativo, e utilizza termini ricercati mutuati dalla filosofia e dal linguaggio pittorico; a tratti il significato risulta decisamente "oscuro". Suscita interesse la profondità con la quale i pittori Kandinskij, Malevic e Soulages, nelle analisi dei due autori, Andrea Bellantone e Massimo Donà, hanno scandagliato le potenzialità simboliche dei colori bianco e nero definiti "il primo e l’ultimo battito dell’orologio cosmico". Non guasterebbe un adeguato apparato iconografico illustrante le varie opere citate, non presente nei due saggi, che potrebbe rendere più comprensibile l’argomentazione, a volte tortuosa, a volte ridondante, dei due saggi critici.

Brunello Filippo