< Fortuna di  Nicolò Govoni (Rizzoli)

Qui di seguito le recensioni di Fortuna raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

l libro parte di corsa. Le situazioni si succedono ad un ritmo incalzante e non c’è il tempo di capire in quale vortice si sia atterrati.
L’idea iniziale che mi creo è che vengano messi in sequenza fatti di attualità, storia, cultura generale a noi ben noti. Penso subito alle storie di migranti che spesso ascolto ai telegiornali, ai campi di concentramento, ad una società che è un misto tra squid game, hunger games e 1984 di George Orwell. Ne resto delusa. Perché i temi vengono presi in prestito ma sono trattati con una rapidità tale da non rendergli giustizia, in modo superficiale. Poi i nostri tre personaggi entrano nel campo e li tutto quello che pensavo viene capovolto. L’idea di utilizzare i like come valuta è brillante e attuale, una solida base di partenza che porta a riflettere su come l’utilizzo dei social network abbiano inevitabilmente cambiato le nostre vite e la percezione delle persone che ci circondano. Purtroppo come anche il libro sottolinea rivelandosi fallaci e menzonieri.
Il racconto si fa man mano sempre più coinvolgente perché rivela l’anima dei protagonisti, i loro pensieri, la loro storia e ad ogni pagina ti sembra di conoscerli meglio, ti ci affezioni. Gioisci e ti rattristi con loro, prendendo le difese dell’uno o dell’altro. Questa storia vuole infondere speranza e dirci che c’è rimedio alle ferite che portiamo dentro; che tutti noi abbiamo la possibilità di riscattarci vincendo le nostre paure.

Silvia Moreschi

* * *

 

“Fortuna” è un libro denso e necessario, quanto mai attuale proprio in questi giorni. La prospettiva rovesciata che l’autore adotta, per mostrare una Europa da cui si fugge, appare illuminante. Gli si perdona talvolta una scrittura ingenua, poiché emerge la profondità e la consapevolezza che l’autore ha dei temi che tocca. Proseguirò e approfondirò sicuramente la lettura.

Virginia Miele

* * *

 

Le coordinate storico-geografiche di questo romanzo sono solo in parte definite, qualcosa lo si legge, altro lo si percepisce attraverso gli odori o i materiali. Di certo però, si ha la sensazione che in qualsiasi luogo o in qualsiasi tempo, ciò che leggiamo è già successo e continuerà ad accadere. Nell’impossibilità adulta di poter modificare gli eventi, si ricorre all’alterità del bambino per creare una rottura e coltivare una speranza concreta.

Paola Renzetti

* * *

 

***
Circolo dei lettori
di Milano 2 “Lettori temerari”
coordinato da Patrizia Ferragina
***
Fortuna è ambientato in un campo profughi turco governato da una piattaforma social che ospita cittadini europei in fuga da guerra e distruzione. La vita degli abitanti del campo è gestita da una piattaforma social con il sistema dei like e dei follower: chi diventa più popolare riceve l’accesso privilegiato agli aiuti umanitari. E’ un romanzo avvincente, che invita a riflettere sulle ingiustizie a cui assistiamo incuranti di ingiustizie basate soprattutto sul caso che porta a vivere da una parte piuttosto che da un’altra del mondo. Hans, Juju e Nonna, i protagonisti, si ritrovano insieme e decidono di fingersi una famiglia per proteggersi dai pericoli. Un grande pregio di Fortuna è la mancanza di buonismo, nella descrizione degli eventi non ci sono i buoni e i cattivi, ma persone che volta a volta si comportano meglio o peggio a seconda dei casi e delle proprie propensioni, come accade nella realtà. Un po’ troppo aggrovigliato nella parte centrale, rischia di confondere il lettore, ma complessivamente la narrazione risulta ingegnosa e frutto di intenti pregevoli.

Patrizia Ferragina

* * *

 

***
Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Parma “Voglia di leggere Ines Martorano”
coordinato da Pietro Curzio
***
Romanzo drammatico e commovente ci pone di fronte ad alcune domande: conosciamo la nostra fortuna ad essere nati nella parte giusta del Mondo? Cosa succederebbe se fossimo noi europei a dover fuggire per cercare luoghi sicuri? Cosa proveremmo ad essere discriminati, sfruttati, maltrattati? Non è un merito essere nati nella parte giusta, ma poco o nulla condividiamo con chi si trova in altre condizioni.
L’autore racconta, forte della propria esperienza, situazioni di alta drammaticità e brutalità ma lascia spazio alla speranza in un mondo migliore di giustizia e fraternità. Le profonde riflessioni che il romanzo propone lo  rendono a mio parere particolarmente adatto ai giovani cui spetta il compito di costruire una società migliore. Rita Merusi 1° giurato (dirigente scolastica)


Rita Merusi

* * *

 

 ***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Parma “Voglia di leggere - Ines Martorano”
coordinato da Pietro Curzio
***
Dall’Europa, non più la parte del mondo giusta per nascerci, perché in preda ai governi assoluti, alle guerre civili e alla pandemia, un flusso migratorio si dirige verso la Turchia per raggiungere la famosa Truva, città di 3.000.000 di abitanti. Qui, secondo la propaganda, si raggiungono la libertà, la padronanza del proprio destino e la felicità. In realtà questo enorme campo profughi, organizzato in modo gerarchico ad anelli, è una prigione: Fortuna, la piattaforma informatica che gestisce il potere nell’’Hot Spot controlla i migranti, li priva della propria identità e li manipola, obbligandoli a “postare” solo note positive; otterranno, così, una quantità di like indispensabili a vivere. Con un intreccio molto spesso simile a quello di una spy story, Govoni conduce i protagonisti del romanzo alla ribellione, combattuta in nome della dignità, della ricchezza delle diversità e della libertà. Sicuramente, quest’ultima è difficile da gestire, ma è preferibile alla sicurezza.

Francesca DallaTurca.

* * *

 

Il romanzo affronta il legame tra la storia del presente e una (im)prevedibile storia del futuro L ‘ idea è molto interessante ed anche i principali personaggi sono ben delineati. L‘autore, però, si dilunga troppo in disquisizioni che appesantiscono la lettura.

Lucilla del Poggetto

* * *

 

Le numerose pagine del libro mi avevano preoccupato, ed invece piano piano ne sono rimasto coinvolto, fino a divorarne la lettura; e quando ho finito, ho provato disorientamento per non vivere più accanto ai personaggi del libro. Ho continuato a pensare a Hans, Juju, Nonna, persone completamente diverse tra di loro, eppure animate dallo stesso inflessibile desiderio: Salvarsi, salvarsi nella fuga, salvarsi nel campo profughi, dove sono finiti e dal quale possono uscire solo raggiungendo la popolarità. Infatti in quel gigantesco campo, “la città della speranza” il potere è gestito dalla piattaforma online Fortuna – E’ in questo contesto che Juju comincia a chiedersi che senso avrebbe salvarsi, a scapito degli altri. E’ giusto che anche in quel campo si ritrovi «la speranza che ci sia ancora, anche qui dentro, un po’ di umanità».

Pietro Curzio