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l libro parte di corsa. Le situazioni si succedono ad un ritmo incalzante e non c’è il tempo di capire in quale vortice si sia atterrati.
L’idea iniziale che mi creo è che vengano messi in sequenza fatti di attualità, storia, cultura generale a noi ben noti. Penso subito alle storie di migranti che spesso ascolto ai telegiornali, ai campi di concentramento, ad una società che è un misto tra squid game, hunger games e 1984 di George Orwell. Ne resto delusa. Perché i temi vengono presi in prestito ma sono trattati con una rapidità tale da non rendergli giustizia, in modo superficiale. Poi i nostri tre personaggi entrano nel campo e li tutto quello che pensavo viene capovolto. L’idea di utilizzare i like come valuta è brillante e attuale, una solida base di partenza che porta a riflettere su come l’utilizzo dei social network abbiano inevitabilmente cambiato le nostre vite e la percezione delle persone che ci circondano. Purtroppo come anche il libro sottolinea rivelandosi fallaci e menzonieri.
Il racconto si fa man mano sempre più coinvolgente perché rivela l’anima dei protagonisti, i loro pensieri, la loro storia e ad ogni pagina ti sembra di conoscerli meglio, ti ci affezioni. Gioisci e ti rattristi con loro, prendendo le difese dell’uno o dell’altro. Questa storia vuole infondere speranza e dirci che c’è rimedio alle ferite che portiamo dentro; che tutti noi abbiamo la possibilità di riscattarci vincendo le nostre paure.
Silvia Moreschi
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“Fortuna” è un libro denso e necessario, quanto mai attuale proprio in questi giorni. La prospettiva rovesciata che l’autore adotta, per mostrare una Europa da cui si fugge, appare illuminante. Gli si perdona talvolta una scrittura ingenua, poiché emerge la profondità e la consapevolezza che l’autore ha dei temi che tocca. Proseguirò e approfondirò sicuramente la lettura.
Virginia Miele
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Le coordinate storico-geografiche di questo romanzo sono solo in parte definite, qualcosa lo si legge, altro lo si percepisce attraverso gli odori o i materiali. Di certo però, si ha la sensazione che in qualsiasi luogo o in qualsiasi tempo, ciò che leggiamo è già successo e continuerà ad accadere. Nell’impossibilità adulta di poter modificare gli eventi, si ricorre all’alterità del bambino per creare una rottura e coltivare una speranza concreta.
Paola Renzetti
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Patrizia Ferragina
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Rita Merusi
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Francesca DallaTurca.
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Il romanzo affronta il legame tra la storia del presente e una (im)prevedibile storia del futuro L ‘ idea è molto interessante ed anche i principali personaggi sono ben delineati. L‘autore, però, si dilunga troppo in disquisizioni che appesantiscono la lettura.
Lucilla del Poggetto
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Le numerose pagine del libro mi avevano preoccupato, ed invece piano piano ne sono rimasto coinvolto, fino a divorarne la lettura; e quando ho finito, ho provato disorientamento per non vivere più accanto ai personaggi del libro. Ho continuato a pensare a Hans, Juju, Nonna, persone completamente diverse tra di loro, eppure animate dallo stesso inflessibile desiderio: Salvarsi, salvarsi nella fuga, salvarsi nel campo profughi, dove sono finiti e dal quale possono uscire solo raggiungendo la popolarità. Infatti in quel gigantesco campo, “la città della speranza” il potere è gestito dalla piattaforma online Fortuna – E’ in questo contesto che Juju comincia a chiedersi che senso avrebbe salvarsi, a scapito degli altri. E’ giusto che anche in quel campo si ritrovi «la speranza che ci sia ancora, anche qui dentro, un po’ di umanità».
Pietro Curzio