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L’ho trovato molto coinvolgente, scorrevole e toccante. Ha catturato fin da subito la mia attenzione e mi ha fatto riflettere molto su un periodo storico di enorme importanza per il nostro paese.
Bello anche il giusto riconoscimento dato a tutte le persone citate.
Aurora Urso
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Nella Verona del 1944, durante il caotico clima della Repubblica di Salò, tra l’incrociarsi delle vendette fasciste contro i “traditori” del 25 luglio e l’avanzata degli angloamericani, si inserisce questo piccolo, ma significativo episodio del patrimonio storico resistenziale: l’evasione dal carcere di Giovanni Roveda, avvenuta grazie all’aiuto, al coraggio e in qualche caso all’eroico sacrificio di un gruppo di giovani partigiani.
L’autore, anch’egli in quei giorni a Verona per dare il proprio contributo alla lotta antifascista, rievoca con tono appassionato e a tratti con spirito avventuroso gli eventi di cui fu testimone diretto e che costituiscono una parte indispensabile e determinante della nostra memoria storica
Elisabetta Bellan
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Come dicevo sopra, assai bella anche quest’opera. Con l’immersione negli anni bui della occupazione nazifascista e il racconto dettagliato e ricco di pathos della liberazione di un importante oppositore politico incarcerato compiuta da una pattuglia di audaci partigiani.
Mauro Nogarè
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Uno degli episodi più eclatanti nella storia della resistenza ed il principale avvenuto a Verona, città che per la sua vicinanza a Salo’ e al lago di Garda sede delle maggiori istituzioni della neo Repubblica Sociale, rappresentava una sorta di capitale. Il cuore del libro è sicuramente rappresentato dalla descrizione dei fatti che portarono all’evasione cruenta dal carcere degli Scalzi del sindacalista Giovanni Roveda. L’ avvenimento è inserito all’interno del racconto su come si cercò di organizzare la resistenza a Verona e viene descritto in forma narrativa cercando in tal modo di renderlo più appassionante anche da parte di chi si avvicina per la prima volta a questo genere letterario.
Elisa