< Garibaldi la spada dei Mille di  Pietro Picciau (Arkadia)

Qui di seguito le recensioni di GaribaldiLaSpadaDeiMille raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Non pensavo si potesse scrivere un racconto così noioso su parte della vita straordinaria di Garibaldi, ma l’autore, con ostinazione non comune, è riuscito a rendere personaggi storici più stereotipati dei protagonisti di una telenovela sudamericana e indigeribile il più semplice dei dialoghi. Qualcuno gli comunichi per favore che riempire ogni pagina di dettagli dimenticabili denota un horror vacui severo.

Irene Bert

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Devo confessarlo, non ho amato molto questo libro. Ma credo sia un mio limite: non preferisco i libri che tendono ad enfatizzare la personalità di pesonaggi ricalcandone ogni tipo di caratteristica, soprattutto se sono realmente esistiti.
Ma la storia è interessante, ed è, secondo me, doveroso conoscerla!

Francesca Erra

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Grandi lettori
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Cronachistico. 1072: tanti gli uomini che l’eroe seppe convincere per unificare l’Italia nell’800, quando l’Unità era un sogno, più che una concreta possibilità. L’uomo, il generale, il dittatore delle Due Sicilie, il rubacuori suo malgrado, l’arruffapopolo, fa raccontare se stesso dal basso, dalle sue infermità, dalle campagne percorse a cavallo, dalle cambuse delle navi e non dalla tolda, dalla vendemmia in Sardegna, nei suoi momenti di riflessione per prepararsi con passione e volontà alla battaglia successiva. I valori, gli ideali, anche quando delusi, non lo hanno mai scalfito nei convincimenti e nell’azione.
Nonostante le mie inclinazioni letterarie il testo storico mi ha convinto, avvinto e indotto a studiare un’Italia lontana, ma molto attuale nelle aspirazioni e negli ideali.
 
 

Nicoletta De Angelis

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Arrivare alla fine di questo libro è stata una sfida. Non tanto per la lunghezza ma più per le scelte dell’autore che non sono riuscite a trasformare uno spunto stimolante in una lettura che lo fosse altrettanto.
L’idea interessante è quella di raccontare da un punto di vista singolo un momento storico estremamente complesso, cosa non permessa in un manuale di storia, rendendolo più facilmente accessibile anche a chi non è un esperto del periodo.
Purtroppo il trattamento non è all’altezza del compito, sia in termini di scrittura che di approccio. La figura di Garibaldi è descritta in termini quasi agiografici, senza il minimo sforzo di critica o di riflessione anche nel caso dei comportamenti più controversi. Allo stesso modo di tutti gli altri personaggi si scrive come se fossero a lui non paragonabili, appiattendo le loro voci in una singola e indistinguibile.  
La scrittura risulta poco articolata e ripetitiva e non riesce a uscire dalla gabbia di uno schema che viene ricalcato con regolarità nella descrizione delle vicende. La semplicità della prosa è a vantaggio della chiarezza ma unita alla poca varietà finisce per creare un’esperienza di lettura stancante e che non crea curiosità o voglia di approfondire le vicende narrate, un difetto quasi imperdonabile per un romanzo storico.

Nicola Scodellaro

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Susseguirsi di innumerevoli eventi senza mai riuscire ad infondere pathos o alcun trasporto. Ciò determina alla fine una lettura pesante e veramente poco coinvolgente. Non è un saggio storico ma vorrebbe essere un romanzo di quegli avvenimenti storici, a cui manca però tutto il coinvolgimento necessario, rendendolo asettico e tedioso. Anche la scrittura non mostra alcuno spunto letterario particolare. Noioso.



Leandro Gallina