* * *
"Giorni di collera e di annientamento" di Francesco Permunian si sviluppa come un monologo in tre parti che inanella bozzetti di vita di provincia ed episodi surreali. La voce narrante non è abbastanza simpatetica con le figure descritte da farle emergere come veri e propri personaggi; rimane solo il narratore che però, nonostante abbia sempre la parola e parli perlopiù di se stesso, non vuole o non riesce a comunicare molto di sé, a parte uno straordinario malanimo nei confronti dell’industria editoriale (ma dev’essere un’affettazione, dato che si sfoga pubblicando un libro...)
Alessandro Mossa
* * *
Il libro in se è scritto bene, solo che non sono riuscita ad appassionarmi alle tante storie raccontate, e non sono riuscita a finire il libro.
Rosa
* * *
Trovo veramente originale questo romanzo. Degno di una lettura schietta e senza precocetti. La brevità fa capire che può essere un esperimento dello scrittore ben riuscito. Divertente se lo si sa prendere. Apprezzato!
Maria Rosaria Vitalone
* * *
Giorni di collera e di annientamento è un romanzo che racconta la provincia italiana attraverso una carrellata di personaggi surreali e apertamente sopra le righe. Francesco Permunian ha una penna irriverente e a tratti apertamente cattiva, mette in scena un teatro dell’assurdo raccontando una storia che a volte sembra un elenco di vicende giustapposte, cosa che forse rende la lettura poco scorrevole se non a tratti faticosa. Indubbiamente ben scritto ma fastidiosamente cinico.
Elena Imperiale
* * *
I periodi brevi, la scrittura sbarazzina e i nomi fatti a caricatura ricordano molto un insieme tra Goldoni e Pirandello. La leggerezza della narrativa poi rende la lettura del tema della quarantena, già argomento pesante, in modo fluido e simpatico, e, con metafore molto fantasiose, porta il lettore al suo finale dolce-amaro.
Ilaria gragnato