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Giovanni dalle bande nere è un esempio lampante di come un saggio storico si possa tramutare in un racconto di lettura piacevole alla scoperta di avvenimenti e fatti storici adornati da “chicche” secondarie.
Carlo Maria Lomartire ci trasporta sul finire del ‘400 e circa per mezzo secolo nelle vittorie guerresche, febbricitanti e incalzanti dell’Italia rinascimentale.
A partire dalla storia de “la Tygre”, Caterina Sforza, (figlia illegittima poi resa legittima di Lucrezia Landriani e Galeazzo Maria Sforza, questo figlio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti), signora si Imola e di Forlì, donna sfrontata e determinata sin dalla giovane età, elogiata dallo stesso Machiavelli, di raffinata cultura e stratega dalle doti eccellenti, si dipana la storia di suo figlio, Ludovico, “un Medici di patronimico ma uno Sforza di sangue”.
Lo stesso Ludovico che, ribattezzato in seguito alla morte del padre (Giovanni di Pierfrancesco de Medici detto il Popolano) divenendo dunque Giovanni, verrà ricordato in seguito ad ogni vittoria nei diversi scontri bellicosi come “Il gran diavolo”, appellativo datogli sin dalla nascita per il dolore sovrumano inflittole alla madre durante il parto.
Lo stesso Giovanni il quale, a capo di una armata a lui fedelissima, portatori di bandiere divenute nere in segno di lutto per Leone X (dalle “bande nere” appunto) verrà ricordato come ultimo capitano di ventura, rendendosi partecipe degli avvenimenti che segnarono il declino della cavalleria pesante dinanzi all’avvento della polvere da sparo e dunque delle armi da fuoco.
Il lettore viene così a conoscenza delle successioni di dinastie regali, delle successioni papali, delle dinamiche politiche intrise di interesse economico, il tutto arricchito da dialoghi di invenzione dell’autore che lo adornano in maniera incalzante e deliziosa.
Aurora Maglione
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un mix confuso tra la parte storica e la fiction. Il lettore attento è costretto a controllare le fonti per chiarirsi le idee
Antonella Roncarolo
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Questo libro a mio parere è troppo una cronistoria di personaggi ed eventi di quel periodo, intrecci nei quali ci si perde e si perde interesse.
Inoltre il comportamento di questi combattenti (saccheggi, ruberie, stupri,..) mi ha portato alle situazioni di oggi in ucraina, e mi ha dato fastidio pensare a come tutto si ripete senza che l’uomo impari dagli errori
Sandras
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2. Giovanni dalle Bande Nere
Ricostruzione rigorosa e documentata della vita di Giovanni dalle Bande Nere, che si legge come un romanzo, piacevole e avvincente.
Armando Maglione
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Un libro che descrive in maniera approfondita una materia affascinante come la psicolinguistica
Elizabeth Aldas
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Le vicende narrate si svolgono tra la fine del ’400 e gli inizi del ’500, in un’Italia dai cento Campanili, su sui spiccano la Milano degli Sforza, la Serenissima Venezia, la Firenze dei Medici, la Roma dei Papi. Un’Italia nelle mire della Francia di Carlo VIII e Francesco I e della Spagna di Carlo V, sul cui regno non tramontava mai il sole.
Su questi avvenimenti si staglia la figura di Giovanni dalle Bande Nere, l’ultimo grande capitano di ventura nella storia d’Italia, figlio di Caterina Sforza e Giovanni de’ Medici, il Popolano. Ma è soprattutto Caterina, sposata a dodici anni con Girolamo Riario, nipote di Sisto IV, a essere dedicati i primi capitoli del libro di Carlo M. Lomartire ("Giovanni dalle Bande Nere", Mondadori), "donna indomabile e sensibile", "quela tygre di la madona di Forlì", come la descrisse l’ambasciatore di Venezia. Accentratrice e autoritaria, sapeva tuttavia avvelersi di collaboratori competenti e fedeli. Alla fine della sua esperienza politica affidò il figlio Giovanni al potente banchiere fiorentino Jacopo Salviati, genero di Lorenzo il Magnifico.
Inizia, così, a Firenze l’avventura di questa ragazzo che a dodici anni aveva già formato la sua prima banda di "scapestrati e prepotenti". Ma è a Roma, dove venne chiamato dal nuovo Papa Leone X Medici, che mette in mostra le proprie qualità di comandante, facendo esclamare al Pontefice: "Le nostre truppe hanno trovato un nuovo giovane condottiero".
Nel 2016, a soli diciotto anni, forma il suo primo esercito, scegliendo "gli uomini uno per uno, giovani e gagliardi, coraggiosi e spavaldi". Nello stesso anno sposa Maria Salviati. Avranno un solo figlio Cosimo, destinato a diventare il primo Granduca di Toscana.
Nel 1521 muore anche Leone X e Giovanni, addolorato per la sua scomparsa, decise il lutto permanente delle sue truppe: "le nostre uniformi e i nostri stendardi da oggi sono neri. Voglio che di me dicano: Giovanni dalle Bande Nere". Morirà il 30 novembre 1526, alla vigilia del Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi di Carlo V, a causa di una ferita andata in cancrena.
Un saggio storico che, partendo dai fatti e dalle vicende dell’ultimo capitano di ventura, catapulta il lettore negli avvenimenti che segnarono il passaggio tra l’Evo di mezzo e quello moderno. Con dovizia di particolari e personaggi, che coinvolge, anche emotivamente, chi legge.
Saturno Illomei
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Non amo molto il genere " storia romanzata " , preferisco i saggi di storia . Il libro è comunque scorrevole e ricco di personaggi .
Francesca Maschio
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Amo la storia e condivido il punto di vista di Machiavelli e Cicerone, che la reputano maestra di vita, ma concordo soprattutto con Vico, secondo cui le fasi nella storia sono cicliche, poiché si ripetono gli stessi errori, ma, alla luce della crisi bellica odierna, mi auguro che arrivi presto la fase in cui si supera tutto e si costruisce una società migliore della precedente.
La storia di Giovanni e delle sue grandi famiglie d’origine (Sforza la materna e Medici la paterna) si intreccia con quella della Chiesa e degli intrighi dei suoi Papi. Si colloca nel Rinascimento, periodo comunemente ritenuto felice in quanto culla dell’umanesimo, ma anche momento in cui si svilupparono crisi: diede luogo al protestantesimo, nato per rifiuto del papato dell’epoca, più incline al potere temporale che a quello spirituale, e fu il periodo in cui l’Italia era devastata dagli scontri tra le grandi potenze europee. La figura del condottiero è efficacemente ritratta, facendo uso delle fonti storiche più attendibili, e ne sono messi in evidenza i lati negativi: dal peggiore, la ferocia in battaglia, ad altri più “veniali”, come l’esuberanza fisica, manifestata fin da giovane (ora l’avrebbero ritenuto affetto da ADHD!), il grande appetito sessuale e l’opportunismo politico: fu infatti al servizio prima di papa Leone X, poi per due volte dei Francesi (Francesco I d’Orleans) e due volte del Sacro Romano Impero (Carlo V), alternativamente. Quest’ultimo aspetto, l’opportunismo, può essere considerato da taluni anche un pregio, come lo sono sicuramente il coraggio e l’acume militare.
STEFANIA FILIPPINI
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Giovanni dalla bande nere è comunque un bel libro, su una figura interessante e mi sembra ben documentato. Chiaro e appassionante, ma ho premiato il tema più di attualità come la crisi economica post Covid.
Alessia Bellini