* * *
Con "Giù in mezzo agli uomini. Vita e morte di Guido Rossa", Sergio Luzzatto ci restituisce un ritratto potente dell’operaio e sindacalista comunista ucciso a Genova dalle Brigate Rosse nel 1979. L’autore racconta la maturazione di Rossa, alpinista, paracadutista, artista convertito al comunismo, militante deciso a "scendere in mezzo agli uomini" per una politica di riforme e concreta. Attraverso la vicenda privata e politica di Rossa ripercorriamo una parte della storia italiana del Novecento.
noemi di muro
* * *
Saggio storico interessante, sviluppato molto bene. La lettura ne risulta scorrevole e piacevole.
Carolina Ciardini
* * *
Non conoscevo la figura di Guido Rossa, e a dire la verità non ero incuriosita dalla sua storia. il pregio di questo libro è che mi ha coinvolto nel ritratto di un uomo di valore. Leggendo la storia di Rossa ho avuto una fotografia dell’Italia di quegli anni di piombo, che, mea culpa, non mi sono mai impegnata a studiare. Sono partita con scarso interesse, ma sono arrivata volentieri fino alla fine.
Cosetta Fossà
* * *
Sergio Luzzatto, storico e docente universitario,
nel bel saggio "Giù in mezzo agli uomini" ripercorre la biografia di Guido Rossa, raccontando quasi con affettuosa dedizione una figura affascinante e tragica del ’900 il cui sacrificio ha contribuito a cambiare una pagina della nostra Storia.
Veneto di nascita, da bambino emigra a Torino dove sin da adolescente inizia a lavorare in fabbrica. Si distingue come paracadutista negli alpini, come alpinista e scalatore provetto. All’ inizio degli anni ’60, in concomitanza con il suo trasferimento all’ Italsider di Genova, inizierà il suo impegno politico e sociale "giù in mezzo agli uomini" come delegato sindacale Fiom-Cgil ed iscritto al PCI, con dedizione alla lotta per i diritti degli operai. Portatore delle vere istanze del proletariato, contrario alla lotta politica extraparlamentare di stampo terroristico portata avanti dalle BR, denunciò un collega per propaganda. Fu il solo che ebbe il coraggio di testimoniare e fu il solo a pagarne le conseguenze: ucciso il 24 gennaio 1979 da un commando di brigatisti mentre si recava al lavoro. Ai suoi funerali partecipò una folla oceanica, il Presidente Pertini, il segretario del PCI Berlinguer, il segretario della Cgil Lama che pronuncerà un mea culpa, come farà anche un operaio dell’Italsider a nome di tutti i colleghi e compagni, per averlo lasciato solo ed isolato nel suo atto di coraggio civile. La viltà dell’esecuzione di un operaio e sindacalista di sinistra precluse del tutto alle BR la possibilità di avere il consenso operaio e sancì l’inizio della fine di un’organizzazione ormai dedita più al terrorismo che alla lotta proletaria.
Lavinia Gulí
* * *
Ho un’età per cui mi ricordo perfettamente degli anni di piombo e relative "gesta" dei terroristi di varia specie. E mi era rimasto impresso il nome di Guido Rossa, sindacalista assassinato insieme a tanti magistrati, uomini delle Forze dell’ordine, giornalisti. Ma di lui in sé non sapevo nulla.
Una biografia molto interessante e per certi aspetti sorprendente, che rivela una persona notevole anche al di là del suo coraggio. Ha dimostrato ampiamente come in certe situazioni non ci può essere una "zona grigia" (p.217).
Sicuramente un libro da leggere e diffondere, perché la memoria storica è fondamentale, anche per ricordarci e tenerci ben presente quali danni e perdite i terroristi, di qualunque colore e pretesti si ammantino, infliggono, da veri traditori, ai loro Paesi.
Antonella Fagherazzi
* * *
Questo libro mi è piaciuto davvero moltissimo!
Scritto bene, coinvolgente, mi ha fatto scoprire una storia che non conoscevo e che mi ha conquistata. L’ho letto in un sol fiato! Interessante è riduttivo perché dentro queste pagine oltre alla storia personale di Guido Rossa ci sono pezzi della storia italiana che (almeno per me) si conoscono in maniera leggera e probabilmente superficiale; leggerlo è approfondire e andare giù a fondo e attraversare zone d’ombra e di luce proprio del nostro essere.
Notevole!
Francesca Cossu
* * *
Un libro che fa riflettere molto sulla situazione delle BR e il loro declino alla fine degli anni 70. Scegliere di raccontare la vita di Guido Rossa e non solo gli ultimi 4 mesi, fa amare ancora di più la sua figura di uomo e sindacalista. Ripercorrere le sue avventure, la tragica perdita del figlio, il suo sacrificio mi ha emozionato. Un libro decisamente scorrevole da leggere tutto d’un fiato.
Enrico Monzini
* * *
La storia dell’operaio Guido Rossa sullo sfondo dei terribili anni 70: restituire il senso di una storia che non si identifica solo con la sua tragica fine. Credo sia questo l’intento dell’autore a mio parere molto ben riuscito. Appassionante scoprire il profondo legame di Rossa con il "terribile e affascinante gioco" dell’alpinismo che rivela un lato del suo carattere che poi sarà cosi determinante nella sua storia. Ho trovato poi molto emozionante la ricostruzione degli incontri nel salotto di Piero Villaggio con la musica di De Andrè a fare da colonna sonora alle lezioni di consapevolezza di storia genovese tenute proprio da Rossa. Di qui prende a dipanarsi l’approfondimento filosofico e politico con la totale adesione ad una visione concreta calata nelle riforme e alla partecipazione alla vita civile. Non mancano i riferimenti ai lati più ombrosi e contraddittori del carattere di un uomo senz’altro fuori dal comune, non riducibile alla figura di un martirologio di sinistra. La scrittura piana ed efficace dell’autore rende il racconto intenso, mai retorico, mai banale.
Donatella Contessa
* * *
molto avvincente la storia, in parte da me vissuta in prima persona e originale il punto di vista
Maria Ornella mele
* * *
Una tragica pagina della storia ultima d’Italia e del movimento operaio raccontata, con passione e anima, attraverso il racconto della vita di Guido Rossa stroncata dalla follia brigatista nel 1979. Una personalità fuori dall’ordinario che insegna la capacità dell’uomo di cambiare e cambiarsi attraverso le esperienze della vita vissute in profondità. Un giovane che adrenalinizza la sua esistenza, arriva, da adulto, a dedicare se stesso a valori politici e sociali fino al sacrificio consapevole della vita.
Paolo Mori
* * *
Una lettura leggera e scorrevole, ricca, sulla vita di Guido Rossa, operaio e sindacalista italiano assassinato negli anni di piombo. Sergio Luzzato riesce a renderti protagonista della storia immergendoti fin da subito nell’animo dell’autore, nelle sue sensazioni e nelle sue emozioni, coinvolgendo il lettore come un Virgilio col suo Dante. Ho vissuto per tanti anni a Torino e l’ho riconosciuta subito nei tratti a volte cupi della grande città e del periodo storico in cui Rossa ci ha vissuto. Un bel libro arricchito con molte foto, che certamente rileggerò più avanti.
Grazia Bartolo
* * *
veramente molto interessante.
antonio P.
* * *
Scorrevole, storico ma non abbastanza emozionante
Elena Tonani
* * *
Sconta una certa pesantezza in principio, rimane un ottimo lavoro che alla fine coinvolge e si apprezza sia nello stile, sia nella ricerca, sia come testimonianza di una vita che ha attraversato i nostri anni più bui.
Alfredo Pilato
* * *
Mi è piaciuto meno il libro "Giú in mezzo agli uomini" perché la sua scrittura, in particolare la sua formulazione, ricorda la cultura ottocentesca, così che mentre vuole descrivere la vita del protagonista, descrive il suo tempo, i dettagli delle diverse classi sociali, la società, ecc., facendo sì che la lettura si perda in dettagli che in seguito rendono difficile ricordare il motivo per cui li stanno dicendo.
Salomé Blanco López
* * *
Ricostruzione appassionata e precisa della vita di Giudo Rossa eclettico operaio dell’Italsider di Genova ucciso dalle Brigate Rosse nel gennaio del 1979. Nonostante non vi fosse una conoscenza diretta tra Guido Rossa e Sergio Luzzato, autore del libro, quest’ultimo riesce ad avvincere il lettore con la narrazione di episodi di vario genere della vita dell’operaio alpinista, ricostruiti con precisione grazie a un grande e attento lavoro di ricerca, molto efficace a questo scopo l’inserimento nel testo di fotografia, molte delle quali scattate dallo stesso Rossa.
Maria Crevaroli
* * *
Interessante affresco del periodo degli anni di piombo, attraverso la vicenda personale di un ’piccolo’ protagonista vittima di meccanismi politici e sociali più grandi di lui. La scrittura è avvolgente e la lettura scorre veloce, senza fatica.
Anna Maria Baccan
* * *
Quando la vita di un uomo incrocia, e non a caso, la storia di un paese, ecco allora abbiamo la vicenda di Guido Rossa, ottimamente raccontata da Luzzatto per chi quegli anni li ha vissuti e per chi non era ancora nato, o era troppo piccolo o chissà, magari era distratto.
In effetti bisognava spiegare la personalità polivalente , esuberante, decisa di Rossa, primo operaio assassinato da chi sostenva di difendere la causa degli operai, e se tutto si é svolto come narrato nel libro, con Rossa sono morte anche le BR e il loro sogno di un’intesa con la classe operaia. Che poi dietro tutto questo vi fossero altre mani, altri cervelli, altre forze, forse un giorno sapremo.
E’ morta, allora, anche l’indifferenza o la superficialità dei "né con lo Stato, né con le BR" e la confusione di chi non capì il rischio che Rossa si accollò da solo.
Il libro, molto ben scritto, ci mostra anche la distanza che separa l’oggi da ieri e se Rossa fosse vivo oggi che penserebbe di questa classe di lavoratori che non é più classe ma ...cosa? Ci ricorda nomi come Lama, Trentin, gli stessi gemelli Villaggio, e Pertini il partigiano presidente, nomi che molti in Italia forse non hanno mai sentito neanche nominare. La storia é una cosa seria,signori, e bisogna conoscerla anche se non fa sconti.
Elisabetta Nucifora
* * *
Come affrontare il fatto che tuo cugino, il fratello maggiore da sempre desiderato e idolatrato, sia stato un brigatista e per questo sia morto a soli 20 anni? Come stabilire, negli anni di piombo, chi fosse dalla parte della ragione e chi del torto? Culicchia riesce a spiegarlo in un libro molto interessante.
Giada Caparrotta
* * *
Un libro interessante che racconta la vita di un uomo dandole valore aldilà del significato della sua morte.
Aurora Passon
* * *
La scelta tra i due libri è stata molto difficile. Il saggio di Luzzatto ha il pregio di essere scritto in modo avvincente, intelligente, partecipe. Lo stile personalissimo, il periodare fluido, il coinvolgimento emotivo dell’autore rendono la lettura un piacere, nonostante la drammaticità della vicenda narrata. Il ritratto del protagonista è anche il ritratto di un periodo storico.
Silvia Buson