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Storia di "un’indagine di alto livello": così si potrebbe riassumere questo bel romanzo storico, ambientato nella Roma pontificia, bella e corrotta, del 1700. La ricostruzione, attenta e documentata, dell’ultima parte della vita di Enrico Trivelli, conte del Vasto, è armoniosamente inserita in una narrazione coinvolgente e pittoresca. L’uso del dialetto romanesco non fa che aggiungere un tocco di autenticità al racconto. Infine, la scansione in capitoli che rimandano, fin dal titolo, alle tappe della via Crucis, sospendono il lettore in una trepida attesa di conoscere il finale.
Chiara Maesani
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Un piacevole tuffo nella storia della Roma del 1736, che Pino Coscietta non solo abilmente descrive, ma che utilizza come teatro di una vicenda realmente accaduta e legata al fogliettante Enrico Trivelli conte del Vasto, diventato capro espiatorio per ricucire i rapporti diplomatici tra la Santa Sede e i reali di Spagna.
Prendono vita così il papa Clemente XII, diversi cardinali, il governatore di Roma, la figura del bargello, i fogliettanti (ovvero i giornalisti dell’epoca), e lo splendido cameo di Maddalena, Lena l’honesta, la cui bellezza rimanda a quella della nonna, la celebre quanto controversa Maddalena amante del Caravaggio.
I personaggi si muovono nei palazzi di potere, nelle ville dei cardinali, nella suggestiva Osteria del Moro e nella polverosa sartoria di vicolo della Lupa, fino al tragico epilogo che vede il fogliettante Enrico Trivelli giustiziato.
Nel 1737, pochi mesi l’esecuzione del fogliettante, la Spagna riallacciò i rapporti con lo Stato della Chiesa.
“La semplicità non è nei versi, ma nel saper penetrare il cuore del popolo, nel caricare di contenuti le critiche, nel fomentare le masse, insomma, nel far danni… La semplicità, caro governatore, è una virtù sospetta”.
Una nota di merito a Edizioni Solfanelli per aver inserito tra le pagine della narrazione diverse mirabili incisioni dell’epoca.
Ilaria Vitali
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"Giustiziate il fogliettante" mi è sembrato un romanzo nel complesso interessante. La trama incuriosisce il lettore e lo invita a proseguire fino alla fine. La "Grande Storia" viene riportata in maniera attendibile ed è utile a contestualizzare la vicenda del protagonista. In certi punti l’abbondanza di dati storici può appesantire la narrazione, soprattutto quando si risolve in una lista di personaggi realmente esistiti. In alcuni punti, tuttavia, l’erudizione dell’autore tende ad entrare in contrasto con uno stile semplice e quasi quotidiano. Per alcuni aspetti ho trovato i ragionamenti dei personaggi troppo "moderni" o comunque vicini a quelli del lettore contemporaneo.
Veronica Moriconi
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Questo libro è un valido esempio di come rendere interessante e coinvolgente l’approfondimento della storia attraverso un coinvolgimento romanzato.
Davide Frulla
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Dettagli a volte eccessivamente puntuali
Maria Grazia D’Alessandro