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Non mi è piaciuto. Sebbene ben scritto, veloce e accattivante, la trama non mi ha interessato, anzi il mondo descritto mi parso deprimente.
andrea tertulliani
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Scritto in modo ripetitivo, non scorrevole nella lettura.
Marisa Coppo
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Capolavoro d’Amore
Sebbene non sia esattamente il genere di libro che preferisco, l’ho apprezzato, forse perchè ambientato anche nella città di origine dei miei genitori. Solo che quella descritta è una Palermo che non esiste più, una sorta di versione aulica della Sicilia del Commissario Montalbano, con case sfarzose di ex nobili, quasi delle regge, e protagonisti estremamente colti e raffinati, fin troppo, ammantati da una patina di elegante decadenza e stoicismo per le avversità della vita.
Mi è sembrato un romanzo il cui scopo fosse quasi più quello di dare sfoggio della propria cultura che di fornire al lettore uno storia coerente e autosufficiente, ma mi ha fatto conoscere episodi della storia della città a me prima sconosciuti, con particolare riferimento all’incredibile furto di un Caravaggio mai più ritrovato dall’Oratorio in cui si trovava.
Il narrato è raffinato, il linguaggio ricercato, la trama davvero inverosimile ma comunque appassionante.
Cinzia Giambruno
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Rossella Miccichè
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Alessandro Farinelli
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Marilena Furno
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Pietro Castellitto ci propone uno spaccato della Roma bene, un gruppo di ragazzi, poco più che trentenni che si conoscono sin dall’infanzia. Giovani, belli, famiglie facoltose alle spalle e destini gloriosi già scritti; ma è davvero tutto oro quello che luccica?
Ad uno sguardo superficiale probabilmente sembra decisamente lontano dai più: pensieri ed azioni sono estremizzati, ma in fondo sono così diversi da noi? Un libro d’impatto e impegnativo, nei temi e nelle teorie filosofiche sottese, ma sicuramente coinvolgente.
Elena Saviolo
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L’idea dei ricchi figli di papà strafatti e annoiati è ormai diventata un cliché: non riesce a essere davvero interessante. Inoltre dialoghi sono così poco credibili da far sospettare che siano presi senza modifiche dalla vita reale, i classici fatti sulla cui verità l’autore è pronto a giurare per giustificarne l’esistenza. Del libro mi sono piaciute certe immagini, come ad esempio "i denti bianchi come lavandini" oppure "sono troppo fatto per caricarmi il panico sulle spalle" (almeno c’è stato lo sforzo di cercare qualcosa di più originale), e il tentativo di alternare diversi tipi di narrazione anche se appaiono scollegati.
Elena Cicalini