< Gucci di  Patrizia Gucci (Pickwick)

Qui di seguito le recensioni di Gucci raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Ho trovato questo libro semplice e discretamente scritto, il che gioca a suo favore. Tuttavia, trovo che il contenuto sia povero e il punto di vista eccessivamente unilaterale. Non lo rileggerei ma resta un libro fruibile.

Iride Porcellini

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Francamente non sentivo la necessità di (un’altra?) biografia della famiglia Gucci. Le vicissitudini biografiche sono di prima mano, evidentemente, così come lo è la legittima motivazione di chiarire una storia di cui si parla ma si conosce poco. La narrazione è molto piacevole e il libro veramente ci fa entrare nel mondo Gucci e dei sui protagonisti. Ma non c’è pathos, e dovrei aggiungere che non si soffre la necessità di Patrizia di difendere la storia della propria famiglia. È una cronistoria. E qualche virgola, fosse stata al posto giusto, avrebbe forse giovato alla causa.

Antonio Vantaggiato

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Nonostante io non ami saggi biografici o autobiografici, in particolar modo se si tratta di grandi marchi o multinazionali, questo sulla famiglia Gucci è molto interessante e scritto con uno stile familiare, che permette al lettore di entrare nell’intimo clima delle vicende tra le sue generazioni.

Valeria Vagnarelli

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Una scrittura molto semplice, quasi un diario di ricordi, attraverso la quale scoprire la storia della famiglia Gucci.

Sonia Mazzocato

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La vera Patrizia Gucci ha pensato male e scritto male un libro. Capisco che si senta privata del nome (e lo è secondo alcuni aspetti), ma il livore scorre della prima all’ultima pagina. Francamente non ce ne era alcun bisogno.
Solitamente c’è un nesso tra i due testi forniti, questa volta non l’ho trovato.

Teresa Catenaro

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Storia avvincente sulla famiglia Gucci e la nascita del famoso marchio di vestiario. Bello e appassionante!

Edoardo Grasso

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Patrizia Gucci ripercorre la storia del marchio Gucci, a partire dal suo
lungimirante creatore Guccio Gucci.
Tra i tanti personaggi presenti nel libro, ella si sofferma in particolare
sulla figura di suo padre, Paolo Gucci, personaggio dotato di estro e
creatività, che in seguito a forti dissidi familiari, si “staccherà”
dall’azienda di famiglia per creare un marchio proprio. Egli morirà in
Inghilterra nel 1995, lo stesso anno del più famoso cugino Maurizio.
Nei confronti del padre Patrizia prova sentimenti contrastanti e
ambivalenti, una profonda ammirazione mista a una forte soggezione e
a una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti. Ella ha trascorso la
sua vita rincorrendo continuamente quell’affetto paterno che Paolo
raramente e distrattamente le ha dimostrato.
Il cugino Maurizio Gucci è presente nel racconto come una figura vicina
a Patrizia, gentile e rispettoso nei suoi confronti.
Emerge il peso sorretto da Patrizia Gucci per quell’omonimia che tanti
guai le ha portato (Patrizia Reggiani, mandante dell’omicidio dell’ex
marito Maurizio Gucci, fu erronemente nominata “Patrizia Gucci” da
molti giornalisti all’epoca del misfatto, provocando fraintendimenti che
coinvolsero in modo doloroso e spiacevole la “vera” Patrizia Gucci).
Patrizia Gucci non cela l’orgoglio di portare un nome così prestigioso
che ha rappresentato nel passato e rappresenta ancora oggi il “made in
Italy” e il lusso in tutto il mondo. In verità la sua posizione nei confronti
del recente management dell’azienda Gucci (nessun componente della
famiglia ne fa più parte) è fortemente critica, e viene rimarcata la
contrapposizione tra la gestione familiare fino agli anni ‘90, dove
l’originalità, la creatività e la cura del dettaglio contraddistinguevano il
marchio e la gestione successiva, dove vigono le leggi del marketing e
viene riproposto in chiave moderna ciò che era già stato inventato prima.
La cura maniacale del dettaglio, il senso del dovere, la smania di
crescere e di migliorarsi e la ricerca della perfezione sembrano essere i
cardini della vita professionale di tutti i componenti della famiglia Gucci.
Le figure descritte (il fondatore Guccio, i figli Aldo e Rodolfo e i discendenti) sono perlopiù patriarcali, dal carattere imponente,
volitivo, spesso scorbutico; le donne sono in secondo piano, al fianco dei
compagni, consigliere, di buon senso. In fondo la saga della famiglia Gucci non è così dissimile da quella di tante famiglie italiane...

Pier Livrieri