< I famelici di  Davide D’Urso (Bompiani)

Qui di seguito le recensioni di IFamelici raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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ho incontrato i famelici nella mia vita, ci ho vissuto insieme e sono figlia dei loro tentativi di emancipazione rispetto a un mondo che avrebbero voluto dimenticare. Ma non sono mai stata capace di farne un esame così semplice ed efficace a un tempo, spietato perché sincero, commovente perché vero. A tratti ho sentito il limite di una scrittura troppo asciutta e descrittiva ma senza quell’implacabile gelo che ti resta nelle ossa della scrittura asciutta e descrittiva, penso a Annie Ernaux per esempio. Ma mi sono immedesimata così tante volte che alla fine mi sono resa conto di aver avuto la stessa dose effimera di snobismo del protagonista: una consapevolezza che ti fa finire di sghignazzare di certe persone e che ti fa realizzare di non essere cosi diversa da loro. Questo è il grande pregio di questo libro e forse il suo limite: i famelici, nel nostro paese, non ci sono più e chi non li ha conosciuti o non lo è stato, potrebbe non comprendere a pieno lo straordinario ritratto sociale di questo libro.

Alessia Eleuteri

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L’ho trovato ben scritto ma un po’ lento, non sono riuscita ad appassionarmi e a continuare la lettura fino alla fine. Come per ogni lettura che faccio dipende sicuramente anche dal mio stato d’animo del periodo.

Chiara Ricchi

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Un figlio che guardando alla propria cerchia familiare, ed al padre, ci racconta della "fame" che ha mosso parte della societa meridionale a partire dagli anni 70.
Un figlio un pò troppo categorico nei confronti del padre, del quale non condivide e sembra non capire,tutta questa voglia di emancipazione, di fare, della necessità del compromesso.
Lo scontro fra idealismo filiale e realismo paterno, un figlio che vorrebbe più affetto/presenza ed un padre che pensa sia necessario anche altro ed il superfluo.
Lo consiglio.

Annalisa Scura