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Confesso che nel leggere questo libello e, ora, nel formularne un giudizio, non riesco a prescindere dalla considerazione che ho del suo autore e della grande antipatia che mi suscitano i suoi atteggiamenti. Sono dunque portatrice, ma non credo vittima, di un dichiarato pregiudizio che penso però non mi faccia ombra nel giudicare questo libro noioso. Mentre il personaggio Travaglio si fa forte di acute ironie e pretese provocazioni per inchiodare i presunti “nemici” alla loro irrilevante pochezza esaltando i suoi supporter, qui lo stile televisivo lascia il posto alla volontà di essere scientifico nel denunciarne i crimini e i misfatti. Novello Poirot ci ha tutti riuniti per illustrarci con dovizia di particolari le tappe che hanno portato al più grave omicidio, per fortuna solo politico, dai tempi di quell’altro grande statista che fu Mussolini. Trame di palazzo, a volte occulte, altre esplicite, sono scandite e sezionate con acribia interpretativa, per dimostrarci l’enormità e prefigurare le gravi conseguenze di questo crimine. Ma non riesce ad essere convincente, perché la interpretazione degli indizi appare viziata dalla tesi precostituita che si trasforma infine in lamento stridulo e fastidioso: una querimonia degli affetti più che un’analisi politica persuasiva.
Rita Turrini
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Un libro invettiva di Travaglio che ripercorre, giorno per giorno, attraverso la sua personale ricostruzione e le pagine dei giornali concorrenti del Fatto le vicende dei governi Conte (in particolare il Conte 2) con le drammatiche pagine legate all’emergenza Covid. Ne emerge una difesa strenua dell’ex primo ministro, una condanna senza appello per Renzi e rancorose lagnanze per Draghi e Mattarella. Prescindendo dal fatto che Travaglio è partigiano e tende a idealizzare Conte ed a demonizzare tutti gli altri, il libro può risultare un utile strumento per cercare di capire cosa è successo e cosa sta succedendo nella politica italiana.
Curioso l’artificio letterario del giallo con tanto di ricerca dei mandanti, del movente, dei colpevoli del Conticidio.
Nel confronto con Dj vince per ko alla prima pagina.
Mario Banchio
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ben strutturato: viene spiegato l’ambiente nel quale si focalizzerà il fulcro del libro; entra in scena il "piatto principale"; conclusioni. Molti dati a supporto, come era da aspettarsi da una firma come Travaglio
Paolo Cunial
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Travaglio compie un’analisi degli eventi politici che hanno portato alla fine il governo di Conte e all’arrivo di Mario Draghi. Libro dal taglio giornalistico ma pecca di eccessiva ripetizione.
Deldec
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Ho trovato il libro una sommatoria di articoli giornalistici scritti dall’Autore sul "Fatto Quotidiano", per di più da me conosciuti. Spesso si rilevano argomenti per sentito dire da amici, e non per averli vissuti direttamente; molti retroscena dei fatti sono poco interessanti; si evidenzia una critica gratuita a qualsiasi azione politica avversa al Movimento 5S. La storia non si fa con i "se" e con i "ma", ma necessita molta umiltà che non traspare dall’Autore.
MARIO CENTINEO
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Travaglio ha un modo di esporre i concetti che trovo molto irritante, mi ritrovo a dubitare delle sue parole per la troppa acredine e faziosità che utilizza nella sua prosa nonostante la puntualità nell’esporre i fatti.
Elena Cicalini