< Il bambino 23 di  Stefano Buttafuoco (RaiLibri)

Qui di seguito le recensioni di IlBambino23 raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Il Bambino 23 è una cronaca quotidiana di vero dolore, dove niente è stato alterato, nemmeno i nomi dei bambini. E’ la storia di questo padre che deve combattere tutti i giorni per cercare di restare a galla nel dolore che la "bestia" - la sindrome di West - provoca al suo bambino, il n.23 nel mondo di questa rarissima malattia.. Anche il riscatto, la fine dell’ incubo e la speranza che aspetti pagina dopo pagina è solo un sogno. Mi sembra ingiusto che un libro così "gareggi" con altri e mi sento un mostro ad aver preferito l’altro.

Paola Magi

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Una storia piuttosto commovente, qualcosa che possiamo comprendere solo in minima parte a causa dell’abilismo di cui la cultura occidentale è impregnata. Storie di questo tipo servono a farci aprire gli occhi e a prendere coscienza di cosa succede al di fuori della nostra bolla abilista.

Arianna Ghiglione

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l’ho divorato dalla prima all’ultima pagina, l ho letto tutto d’un fiato appena l ho iniziato. mi ha colpito moltissimo, mi si è piantato nello stomaco dalle prime parole. molto intenso e vero, colpisce la cruda sincerità con la quale vengono raccontati tutti gli aspetti e le emozioni che prova lo scrittore. è una riflessione sempre molto chiara e lucida, da leggere per provare a capire e diventare piu empatici senza retorica.

Laura Rotundo, 30 anni

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Il Bambino 23. La storia e i sogni di Brando
La forza oltre la malattia

È difficile parlare della malattia, soprattutto quando questa ti colpisce nei tuoi affetti più cari, in quella zona che ritieni inattaccabile e dove poni tutte le tue forze. Cerchi di fare una barriera, difendi oltre lo stremo quel nucleo familiare che si lega alla tua vita in maniera così indissolubile. La forza di superare questo male è altalenante, le perplessità si insinuano dentro di te. Cerchi di rafforzarti, ma temi sempre che il prossimo colpo possa gettarti al tappeto.
Usare questo gergo pugilistico non è casuale. La nostra stessa vita, numerose volte, ci porta dentro il ring. Spesso non ci accorgiamo che il combattimento è già iniziato, poiché il colpo che ci colpisce, destabilizzandoci, è spesso improvviso.
Questa dimensione pugilistica fa da cornice al testo Il Bambino 23. La storia e i sogni di Brando del giornalista Stefano Buttafuoco. Il dramma della diagnosi della sindrome di West, malattia rara che ha colpito il suo secondogenito Brando viene affrontato attraverso un racconto duro e diretto, che si addentra, passo passo, in questo mondo della sofferenza. La componente autobiografica si mescola alla drammatica descrizione della Sindrome di West sfruttando uno stile giornalistico appassionante. Ci si lascia trasportare dalla voce narrante, che sofferma il suo sguardo nell’interno della vita familiare. Uno spaccato di vita dove il dramma si unisce alla speranza, il rammarico di una vita precedente lascia spazio a un’incertezza verso il futuro ma soprattutto di come un barlume di positività possa accendersi anche in questo quadro doloroso.
L’opera si dispiega seguendo l’evolversi di una situazione che sembra incontrollabile e senza soluzione. Un cammino fatto da piccoli passi impercettibili, di quei piccoli miglioramenti nello stato di salute che pur sempre inondano di speranza l’esistenza. Forse è quello che serve sempre. Ma ci vuole forza di volontà, coraggio e in particolar modo l’energia e la tenacia di rialzarsi. Bisogna compiere scelte difficili, andare per tentativi.
Ho apprezzato molto la modalità di narrazione, coinvolgente ed emozionante, e in conclusione do un giudizio positivo. Tuttavia, la mia attrazione è maggiore nei confronti dell’opere dal carattere meno autobiografico, dove i temi, anche personali e reali, vengono sviluppati secondo l’invenzione letteraria.

Valerio Mannucci

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Con uno stile crudo e una prosa essenziale, Buttafuoco scrive un romanzo autobiografico che racconta una storia di coraggio, quella di una famiglia che affronta con forza e resilienza la malattia micidiale di un figlio. Il bambino 23 è Brando, figlio dell’autore, il ventitreesimo caso al mondo di bambino colpito dalla sindrome di West, una malattia legata a una rarissima mutazione genetica che porta all’encefalopatia epilettica.
La storia personale dell’autore, legata indissolubilmente allo sport e in particolare al pugilato, lo aiuta a mettere a fuoco le cose importanti e ad affrontare con forza e amore per la vita una delle prove più dure che possano capitare. Mi hanno colpito in particolare la descrizione della capacità del figlio maggiore di vedere il fratello con occhi diversi da quelli condizionati dalla società e l’abilità emotiva della famiglia nello stare unita come una squadra che affronta la partita più importante.

Fabio Muraccini

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Un pugno nello stomaco e una raffica nel costato, ci accompagnano durante la lettura - non a caso l’autore è un ex-pugile. Il dramma è raccontato senza pietismo, ma con onesta disperazione e voglia di rivalsa. A tratti ci sembra di far parte di questa famiglia " normale" con le sue debolezze e la sua speranza, la sua disperazione e la sua gioia. Finito il libro torneremo alle nostre vite normali e non li capiremo mai fino in fondo, anche se abbiamo gioito e sofferto con loro per tutto il romanzo. Di sicuro l’autore è però riuscito a lasciare un segno, accompagnato dalla speranza che la sua famiglia ha ogni giorno.

Alessandra Cavalli

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Un libro sul coraggio e sull’amore, sulla forza di un padre che, prendendo per mano il lettore, lo conduce attraverso l’abisso del suo dolore fino alla rinascenza. Leggendo si diventa tutti “ papà di Brando” e si entra a far parte della famiglia di Stefano. Si soffre con lui e con lui si lotta affinché la Sindrome di West sia conosciuta al grande pubblico. È una storia di rinascita e di orgoglio, di una famiglia che, anche grazie al supporto della fede, ritrova un suo equilibrio. Il lavoro da inviato e la boxe, sport che più di altri incarna i valori della resilienza e dello spirito di sacrificio, hanno aiutato Stefano ad uscire dalla spirale di dolore che ha attanagliato la sua vita.

Angela Orvini

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Romanzo narrativa autobiografico che prova a farti avvicinare alla complessità delle famiglie che devono affrontare percorsi di malattia. Intenso emotivamente.

Elisabetta Silveto