< Il calamaro gigante di  Fabio Genovesi (Feltrinelli)

Qui di seguito le recensioni di IlCalamaroGigante raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Libro molto interessante. Una raccolta di aneddoti cuciti insieme da un "mito" che è però reale e che rende la narrazione affascinante e avventurosa. In tempi poco propensi al fantastico che esiste, queste pagine riavvicinano alla curiosità, al sano timore della scoperta, alla magia che c’è in ognuno di noi.

Francesca Podda

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Un libro inaspettatamente interessante. Non un vero e proprio romanzo, ma una ricostruzione di come il calamaro gigante ci abbia messo secoli per essere riconosciuto come realmente esistente, essendo stato considerato per molto tempo solo un mostro frutto dell’immaginazione. Lo stile dell’autore è accattivante, non solo nella narrazione un po’ “romanzata” delle imprese dei vari personaggi (reali), testimoni indiretti o diretti della bestia in questione, ma soprattutto negli inserti autobiografici: la nonna che spegne la luce per vedere il marito defunto e le stelle, la visita al circo ovvero il giro intorno al tendone, le gesta inventate dello zio “eroe di guerra”…
Ogni ricordo, ogni divagazione e riflessione prendono il via da una parola, da un concetto, da una similitudine, da una suggestione: quindi sembra che non c’entrino ma in realtà “tutto c’entra con tutto”. È un libro che ha una sua coerenza narrativa e anche di intenti, con le sue “lezioni” sull’”ormai”, sull’impossibile, sul meraviglioso, sull’immenso mistero del mare, sull’ecologia, sull’uomo che non ricorda più di essere lui stesso natura…

AD

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Dal titolo non credevo che il libro potesse essere interessante ma mi sono dovuto ricredere. Genovese racconta con ironia e leggerezza la storia degli avvistamenti del famoso Kraken, proponendo alla fine immagini e metafore sulla vita. Piacevole da leggere

Francesco Polacci

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In un piccolo quartiere di Corvina, città di un futuro molto prossimo, Baldi ed Ercole sono riferimento di un gruppo di anziani che si ritrovano al bar New Age, ex sede della Casa del Popolo quando la politica incendiava gli animi molto più di oggi.
Quando una legge impone ai pensionati di dedicare ore al volontariato obbligato, i due personaggi, insieme ad un folto gruppo di amici pensionati, decide di ribellarsi.
Ecco allora l’inizio di una serie di avventure, al limite del grottesco, del gruppo di amici.
Il testo dalla storia che pur è divertente, sconta, a mio avviso, la confusione fra i protagonisti, veramente troppi, non ben delineati e che quindi si fatica a distinguere. Nel complesso, comunque è un libro che si presta ad una scorrevole lettura. Alla prossima occasione!

Ilaria Agosta.

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Circolo dei lettori
di Palermo “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Immaginifico, poetico, divertente … un libro che si fa leggere con gli occhi del bambino curioso che, nonostante tutto, è rimasto dentro di noi.
Fabio Genovesi, con uno stile avvincente, racconta la storia del calamaro gigante e di chi, a dispetto del dileggio dei contemporanei e dell’inerzia della comunità scientifica, ne ha cercato le prove dell’esistenza e l’ha portato a conoscenza del mondo.
Prendendo come spunto queste ricerche, l’autore ci porta in altre innumerevoli ed appassionanti storie ricordandoci come, ad esempio, esistano ancora alcune specie di dinosauri e come alcune specie siano identiche sin da quattrocento milioni di anni.
Viene fuori il ritratto di una umanità e di un pianeta che sembra intriso di follia e sfruttato dalla nostra specie, ma che, quando riusciamo a guardarlo non considerandoci un gradino sopra, capendo di essere noi stessi “natura”, ci include e ci fa divenire parte di questo incredibile, sorprendente, smisurato prodigio che è l’universo.
Attraverso le storie, tramite i dubbi che tanti uomini si sono posti nel corso dell’evoluzione dell’uomo, ci troveremo anche noi a inseguire i nostri sogni fino a territori inesplorati, ed a credere nella bellezza della natura e nell’incredibile sua varietà.

Salvatore Balsamo

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Lanciano“Ex Libris”
 coordinato da Maria Rosaria La Morgia
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Attraverso il racconto di tante storie di personaggi comuni o illustri, comunque emblematici, l’autore cerca di dimostrare ed affermare il concetto di base che “per vedere e capire veramente bisogna spegnere la ragione” e guardare la vita con altri occhi: quelli del cuore e dell’immaginazione. Il Calamaro gigante è sinonimo di profondità e di sogno, di quello sguardo che va oltre e ci porta in quel “realismo magico” sempre presente nei racconti dei nonni e dei sognatori.
L’Io narrante è un ragazzo toscano, Fabio, che fra aneddoti, ricordi, leggende e storie vere, con un linguaggio pacato e diretto ci sprona a trovare il meraviglioso e sorprendente in ciò che ci appare più strano, meno convenzionale. La lettura di questo libro è di qualche interesse, ma sostanzialmente è piuttosto ripetitivo e a tratti stucchevole.

M. Alba Simigliani

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Chiari “I MiseraLibri – Biblioteca di Chiari”
coordinato da Alice Raffaele
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Un romanzo di racconti, una storia alla scoperta del mare, dei suoi misteri, dei segreti che custodisce, della superficie che ci si ostina ad ammirare, faticando terribilmente ad andare oltre. La storia del calamaro gigante e delle tante persone che l’hanno cercato e raccontato s’intreccia con la storia del protagonista e le sue considerazioni sulle relazioni tra le persone, sul giudizio degli altri, sul destino, sul comportamento umano, sul poco rispetto che abbiamo per il pianeta che ci ospita e sulla sua storia, rispetto alla quale non siamo che una piccolissima parte. Un tratto scorrevole, coinvolgente, una corrente, come quella del mare, che, a tratti ci culla, e a tratti ci trascina, ma alla quale vale la pena di abbandonarsi per godere di questa appassionante lettura.

Rachele Baresi

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Circolo dei lettori
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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Il libro si articola in una serie di racconti che ci partano alla scoperta di un mondo mai del tutto esplorato: il mare. In un mix di fantasia e realtà Fabio Genovesi ci porta in storie, evidenziano l’ancestrale paura nei confronti di leviatani, veri o presunti, che vivono nell’oscurità delle tenebre o nelle profondità del mare e che, apparendo all’improvviso ci minacciano e ci terrorizzano. Come Mobidick, anche il Calamaro gigante, rappresenta questo aspetto oscuro del nostro inconscio collettivo che è un’attrazione verso l’ignoto e che dovrebbe indurre l’uomo ad essere più rispettoso della natura che lo circonda

Salvatore Spano’ Greco

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Fabio Genovesi in questo libro ci parla del mare fra fantasia e realtà, fra ció che accade e ció che rimane nascosto "quando guardiamo il mare, pensiamo di conoscerlo invece vediamo solo la sua buccia, la sua pelle salata e luccicante".
Ci sono una serie di racconti che ci parlano del mondo della scienza marina che si intrecciano con la vita privata dell’autore. Attraverso i secoli vari esploratori si sono messi alla ricerca del "calamaro gigante" questo mostro marino di cui tanti uomini di mare hanno parlato e a cui nessuno ha mai creduto.
Solo storie? L’autore si fa questa domanda: come si puó dire "solo storie"? Cosa significa solo? A noi la risposta.
Il calamaro gigante è un simbolo di amore e di passione per la vita.

Baronciani Roberta

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Grandi lettori
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Non so. La scrittura mi ricorda tanto il realismo magico dei sudamericani (e la nonna che parla col marito defunto in cucina, al buio, come non riportarla pari pari a Ursula di Cent’anni di solitudine?) e perciò, sebbene piacevole, perde di originalità. Il resto è tutto spezzettato come un mosaico da comporre: l’alluvione di Pontedera (che poi era la stessa di Firenze, ma là si sono allagati gli Uffizi e a Pontedera la Piaggio, ovvio che se la sono scordata subito), la Storia Naturale della Norvegia, una ragazzina di nome Sara fissata con le formiche, il giovane ricercatore Monfort che nell’Ottocento - ancorato il vascello lungo le coste dell’Angola - vede comparire un mostro marino di spaventevole grandezza...
Troppa carne al fuoco e la sostanza si perde come fumo, piacevolmente odoroso, ma sempre fumo è.

Barbara Monteverdi

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Da quando ho iniziato l’esperienza del Torneo Letterario, per la prima volta, mi sono capitate due letture molto belle che mi hanno messo in difficoltà nella scelta del vincitore. Il calamaro gigante di Fabio Genovesi è una collezione di brevi storie, bizzarre, commuoventi e visionarie, ma raccontate con maestria, delicatezza e stupore. È un libro sorprendente che rivela sottili abilità narrative che culminano in un finale amaro: la bellezza, l’armonia e la poesia che caratterizzano tutta la narrazione si perdono verso la conclusione che rappresenta un monito e un invito a prendere coscienza dell’urgenza dei problemi connessi all’inquinamento del mare.

Silvia Vantaggiato

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Milano 3 “La Banda del Book”
coordinato da Moira Maggi
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Un po’ memoir, un po’ saggio, un po’ racconto filosofico, un po’ storia romanzata. Il calamaro gigante è l’espediente di cui Genovesi si serve per invitarci ad avere cura e rispetto di ciò che ci circonda. Questo meraviglioso animale degli abissi, di cui nulla sappiamo, perché non possiamo investigare gli abissi, di cui ci è giunta notizia dai racconti tramandati oralmente dagli antichi marinai, dalle storie narrate dai grandi romanzieri; creature di cui possiamo solo immaginare la magnificenza, tra storia e leggenda. Attraverso meravigliose incursioni nell’infanzia dell’Autore, digressioni intorno alla perdita della capacità che abbiamo noi umani di sognare e di credere all’insondabile, alla dannosità del termine “oramai”, si trovano vere e proprie perle di saggezza; fino all’ultimo capitolo, che fa riflettere sulla storia dell’uomo e sulla superficialità del nostro comportamento, che ha un forte impatto sull’ecosistema. Un libro da leggere con piacere e interesse, che mi ha fatto venire voglia di sottolineare e assorbirne la bellezza, di cui anche noi siamo parte.
Con una scrittura lieve e scorrevole, con parole semplici, Genovesi descrive la complessità della vita. Consigliato a chi ama il mare e a chi ama farsi stupire, perché “del mare non sappiamo nulla. Nulla di nulla, eppure il mare è quasi tutto.”

Cristina Casanova

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Profondo. Ho trovato questo libro davvero profondo (e non perché parla degli abissi marini), ricco di riflessioni e piccole storie personali che mi hanno coinvolta e trasportata nel mondo del piccolo Fabio che disegna il calamaro gigante e viene deriso da tutti i compagni e dalla maestra stessa, che gli dice che un po’ era colpa sua perché tra tanti animali al mondo ne aveva scelto uno che non esiste; del piccolo Fabio con la nonna (e che nonna!) che gli fa spegnere la luce per vedere le stelle; del piccolo Fabio che vuole andare al circo e si accontenta di vedere il tendone da fuori perché “Mica lo sapevo che lo spettacolo vero era dentro, oltre il tendone. La pista, gli acrobati, i maghi i leoni gli elefanti. Ero piccolo, ero ingenuo, ero parecchio scemo.”.
Genovesi cerca di aprirci gli occhi su un serio problema ambientale. E lo fa con ironia, intelligenza e tante storie.
Parte dal mare e fa un giro immenso nel tempo e nello spazio: torna all’Ottocento con la Alecton, fa un salto ancora più indietro, nel ‘600, e ci racconta di Don Francesco Negri (ah, quel capitolo sull’Ormai da non dire mai… sarebbe da leggere due volte al giorno, prima o dopo i pasti scegliete voi), e poi ancora nel ‘700 con Pontoppidan (e quel capitolo sulle storie? Anche per me l’amore non sono mazzi di rose, cene raffinate, pupazzetti e poesie ma sono le storie. Solo che io non so dirlo bene come Genovesi e infatti tra noi due lo scrittore è lui), di nuovo nell’800 con Mary Anning, e poi Pierre Denys de Montfort. Salta dalla penisola scandinava al Canada, ci porta al largo dell’Africa, in Indonesia, nel Dorset, a Parigi, nel canale di Sicilia e in tanti altri posti che non sto qui a scrivere.
E alla fine torna al punto di partenza: il mare. Quello dove stiamo buttando tanta e troppa plastica. Oggi si butta più plastica che mai: “negli ultimi dieci anni ne abbiamo prodotta più che nell’ultimo secolo”. Pazzesco. “Perché la plastica costa poco.” E questo giustifica il fatto che dobbiamo mangiarcene cinque grammi alla settimana? Anche no, grazie. Meglio l’insalata russa della signora Franca a questo punto.
Scrive Genovesi “I grandi libri sono così, quando loro finiscono, dentro di te comincia qualcosa. Che è potente e ti commuove, ti muove, e vai.”. E allora leggiamo tutti questo libro sul calamaro gigante e speriamo che ci muova abbastanza da farci produrre meno plastica e aprire gli occhi “per lasciare un mondo vivibile ai nostri figli e ai figli degli altri”.

Moira Maggi

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Fabio Genovesi ci guida per mano nel racconto coinvolgente di un viaggio avventuroso, denso di spunti di riflessione e con un pizzico di humour, alla ricerca dell’esistenza del mitico Calamaro gigante.
Si parte dai freddi mari del Nord, per poi scendere nelle grotte che custodiscono i capolavori dell’arte rupestre; si cammina sulle spiagge lungo le falesie del Dorset, fonti della moderna paleontologia. L’autore ci conduce dal piccolo borgo di montagna dove da bambino ha scoperto l’incanto del cielo stellato, alle vicende della mitica isola Ferdinandea, alle gigantesche, mostruose isole di plastica che navigano oggi nei nostri mari.
Belli i personaggi descritti, a partire dalla nonna che dialoga nel buio con la buonanima del nonno, dimostrando che nell’oscurità è possibile vedere più di quanto pensiamo. Le perle di questo racconto sono proprio "le storie", non la STORIA, quella studiata a scuola, ma le vicende vissute da personaggi, perlopiù sconosciuti, che hanno invece dato un significato all’esistenza dell’umanità. Grazie alle loro intuizioni, questi uomini e donne hanno dimostrato con coraggio che ciò che è improbabile è possibile, specialmente in un pianeta dove i dinosauri sono stati la "normalità" per milioni di anni.
Le considerazioni sulla precarietà dello stato di salute del nostro pianeta e la necessità di salvaguardare l’esistenza delle generazioni future, portano l’autore ad individuare nel mare l’unica speranza per la salvezza del genere umano, invitano a sentirci parte integrante della Natura, a non arrenderci mai, perché se esiste davvero il calamaro gigante non c’è più un sogno irrealizzabile, una battaglia inaffrontabile: tutto può esistere e succedere

Silvana Paolillo

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Non propriamente un romanzo, ma nemmeno un saggio, Il calamaro gigante è una dissertazione appassionata e divertente sull’importanza dei sogni e delle storie che li alimentano per la vita degli esseri umani. La parte scientifica non è particolarmente originale: non è solo il calamaro gigante ad aver portato derisione e marginalità agli scienziati che ne hanno sostenuto per primi l’esistenza. La storia della scienza è piena di scienziati le cui intuizioni sono state emarginate o dileggiate prima di essere definitivamente dimostrate.
Originale è però l’accostamento tra scienza e arte di raccontare storie, cioè la base della letteratura. Perché il calamaro gigante, prima di essere definitivamente “scoperto” scientificamente esisteva da tempo nell’immaginario degli abitanti dei luoghi di mare, grazie alle storie raccontate dai marinai che lo avevano incontrato nelle loro navigazioni oceaniche. Le storie ben raccontate dunque sono importanti non solo per nutrire la fantasia, ma anche per far progredire la scienza. Una bella idea per evidenziare che due campi normalmente considerati contrapposti, arte e scienza, in realtà sono due aspetti del sapere umano che necessitano della stessa apertura mentale e sospensione di incredulità per esistere.
Tutto questo è raccontato divertendosi e facendo divertire il lettore. Peccato per l’ultimo capitolo con il sermone sulla plastica negli oceani. Capisco l’importanza dell’argomento per genovesi, ma con il resto del libro c’entra poco e avrebbe magari meritato un approfondimento tutto suo, magari scritto pensando al combattimento del calamaro gigante con il capodoglio nelle profondità dell’oceano.

Cristina Ruggieri

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Circolo dei lettori
 di Enna "Amici della festa del libro il sasso nello stagno"
 coordinato da Sabrina Ferrarello
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Il romanzo non è una storia ma un insieme di esse, tra la realtà e la fantasia. Parte con il racconto di una nonna che parlava con suo marito morto e termina con un’ammonizione di rispettare il pianeta che ci ospita. Il protagonista è un calamaro gigante vero o immaginato, di cui parlano e hanno parlato semplici pescatori ma anche grandi studiosi che l’autore tratta con enorme rispetto. All’interno si trovano anche episodi autobiografici che perfettamente s’inseriscono nelle varie storie. Il suo linguaggio è molto diretto e coinvolge il lettore stimolando la sua attenzione.
L’importanza delle piccole cose e della natura sono legate al rispetto per la vite propria, di quella altrui e del pianeta. E la fantasia può aiutare in ciò perché con essa si torna ad essere bambini attenti e curiosi.

Enza Scotto d’Abusco

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Tanti racconti e storie s’intrecciano attorno ai tentacoli del calamaro gigante, essere vivente ed esistente ma che per secoli il mondo scientifico aveva derubricato a visione di marinai ubriachi e invenzione tra mito e favola, alla stregua di un unicorno o di un dragone. Durante la lettura ci si dimentica spesso del calamaro gigante, che Genovesi sembra quasi prendere come una scusa, e sicuramente come una metafora, per parlare di altro: dei dettagli, che spesso sfuggono alla nostra attenzione, così presi dalla routine quotidiana; del coraggio, di chi crede nella propria ricerca e nonostante sia considerato un mentecatto, un affabulatore o semplicemente uno scienziato di bassa lega, continua imperterrito nella ricerca delle tracce e nel racconto di storie e supposizioni che un giorno verranno accettate anche dalla comunità scientifica; della bellezza sublime, quella che stravolge per un po’ la percezione del nostro corpo e l’emotività, confrontati con qualcosa di così grande e non percepibile nella sua interezza, da renderlo spaventoso e allo stesso tempo affascinante, sia esso un calamaro gigante o una delle grandi isole di plastica che fluttuano negli oceani e mari di questo pianeta.
Ottimista e rassicurante.

Mario Margani

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Ho apprezzato molto questo libro, pur non essendo questo il mio genere. “Il calamaro gigante” non è propriamente una storia, ma è piuttosto un insieme di storie, storie di persone fuori dal comune che hanno creduto in qualcosa di impossibile e al quale hanno dedicato la loro vita, ovvero il calamaro gigante e la possibilità della sua esistenza. Grazie ad una narrazione scorrevole e leggera Fabio Genovesi fa sì che non ci si annoi mentre si impara qualcosa di nuovo in merito a grandi personalità “buttate giù dal treno in corsa che è la scienza”. Attraverso questo libro l’autore affronta un tema importante, ovvero le convenzioni, e come spesso l’uomo rimanga bloccato, o menta, pur di fronte all’evidenza, a causa di queste: “La società umana è un grande tempio, costruito nei millenni e pieno di decorazioni fino al cielo, ma si regge su poderose fondamenta di bugie.”

Francesca Lo Giudice