< Il cancro a digiuno di  Valter Longo (Vallardi)

Qui di seguito le recensioni di IlCancroADigiuno raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La mole, il livello altissimo di dettaglio, la struttura estremamente articolata, l’apparato di case studies clinici, di immagini e di riferimenti bibliografici rendono "Il cancro a digiuno" un libro di testo per studenti di medicina, più che un saggio rivolto ad un pubblico generalista. Senza nulla togliere all’oggettivo interesse dell’argomento, né alla qualità scientifica del lavoro, il risultato finale è un’opera difficile da leggere da cima a fondo per il semplice gusto di imparare, ma piuttosto un’ "enciclopedia" di cui consultare qualche sezione.

F.F.

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Valter Longo ci offre una lettura che con semplicità – forse troppa – ci parla della possibilità concreta di prevenire il cancro tramite l’alimentazione. L’autore evita di approfondire certi meccanismi alla base della malattia per focalizzarsi su tutte le strategie attuabili per ridurre i fattori di rischio che rendono più vulnerabili noi e le nostre cellule.
Il saggio si basa sulle ricerche che hanno come oggetto gli oncogeni e il modo in cui questi svolgano sia un ruolo centrale nell’espansione dei tumori sia nel procedimento che accelera l’invecchiamento.

Nella trattazione è molto evidente la posizione dell’autore e la sua personalità, che a tratti diventa apertamente polemica nei confronti dei colleghi e del sistema nel quale si trova ad operare. Tra gli aspetti più interessanti c’è la possibilità da lui auspicata di formare vere e proprie “squadre oncologiche” di supporto ai pazienti, formate da psicologi, biologi e nutrizionisti oltre alla figura dell’oncologo.
Leggendo il libro comprendiamo concetti come la iuventologia e principi contro-intuitivi come consigliare il digiuno ai pazienti oncologici, ma anche ipotesi non ancora avvalorate da fatti – che, divagando dall’argomento principale, possono confondere.

Questa indagine sulla “rivoluzione della longevità” ci mostra come abitudini sane, digiuni controllati e attività fisica possano fare la differenza, portando a supporto numerosi dati statistici. La ricerca è estremamente affascinante, tuttavia la scrittura risulta a tratti discontinua a causa di frequenti liste puntate e ripetizioni; la semplificazione rende fruibile il testo a una più vasta platea di non addetti ai lavori, senza scendere in livelli di comprensione più profondi.

Valentina Gili

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Questo libro mi è piaciuto molto e, per certi versi, mi ha ricordato "L’imperatore del male" di Siddhartha Mukherjee. Ho apprezzato soprattutto l’accuratezza dei riferimenti bibliografici e l’onestà intellettuale dello scrittore, che non offre metodi miracolosi, ma mette semplicemente a disposizione strumenti per chi vuole ascoltare. In linea di massima non mi ha detto niente di nuovo rispetto a ciò che, anche per formazione professionale, già sapevo, ma è sempre bene ripassare e ricevere spunti utili.

Edoardo Carlesi

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L’idea che sta alla base del libro è interessante, ma molto settoriale. Durante la lettura ho avuto l’impressione che l’intento principale del libro fosse quello di avvicinare il lettore ad una teoria ben precisa e alla Fondazione che la sostiene, a cui bisogna rivolgersi per avere delle notizie ed, eventualmente, una dieta personalizzata per il proprio problema di salute. Mi è sembrato più propagandistico che non divulgativo.

Chiara Casali

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Una messe di banalità, che ruotano intorno alla credenza che il digiuno possa favorire processi di guarigione.

Andrea Firpo