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Un saggio curioso sul calcio, spaziando dalla storia al cinema all’arte al teatro l’autore racconta la storia del nostro calcio e l’amore di grandi personaggi per questo sport. Leggibile,divertente anche per i non addetti ai lavori!
Francesca Romana Tellarini
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C’è tanta letteratura, che tiene incollati alle pagine chi, come me, non capisce nulla di calcio. C’è un glossario di termini che non userò mai ma che sembrano, quasi, poesia. C’è all’inizio Pasolini, alla fine Wittgenstein. Nel mezzo, la partita di calcio come l’ultimo rito sopravvissuto del mondo contemporaneo.
martina morabito
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Tropo didattico in alcuni punti sembrava più un elenco che un saggio
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Le parole di Pasolini danno il titolo al libro e ne costituiscono l’incipit. "Il capocannoniere è sempre il miglior poeta dell’anno". E nelle pagine finali si legge una citazione da Wittgenstein "Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere". Si può dunque parlare di calcio e lo si può fare in termini di letteratura? A giudicare dalla carrellata di titoli che l’autore ha raccolto in un centinaio di pagine parrebbe di si! Poesia, narrativa, cinema, tv e canzoni queste le categorie esaminate nel tentativo di rispondere alla domanda "cos’ è il calcio, a quale ontologia appartiene?" La risposta di Gnocchi, che dedica alcune pagine al recente tentativo di alcuni club calcistici tra i più prestigiosi d’Europa, di costituire una Super Lega per super giocatori e super tifosi e la reazione indignata di capi di stato, politici e cittadini "del loggione", è che il calcio è libertà. In analogia alla poesia il calcio è libertà di muoversi all’interno di regole che possono talvolta essere ignorate. Che sia così sarà ogni lettore a giudicarlo.
Alba Coronzu
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Saggio molto interessante che unisce il mondo del calcio a quello della letteratura. Apparentemente sono due contesti distanti, ma di fatto le caratteristiche del gioco e soprattutto l’impatto che ha sulla vita sociale, sui comportamenti delle persone e sulla diffusione degli appassionati (praticanti o meno) ha fatto sì che il calcio diventasse oggetto di strumenti letterari, sfociando anche in altri ambiti artistici. Come diceva Nereo Rocco "una persona si comporta in campo come nella vita.." così gli autori che si sono cimentati su questo argomento, hanno cercato di trovare, in un contesto ludico, aspetti culturali e sociologici. Il quadro dipinto dall’autore del saggio riesce appieno a far comprendere questo aspetto portando a conoscenza del lettore, esperienze letterarie e poetiche che non tutti sanno
Mario D’Amico
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Piacevolissimo libro sul calcio raccontato tramite la letteratura. Chi non è un appassionato di calcio, come me, rimane stupito scoprendo le abilità calcistiche di tanti scrittori e la tanta letteratura sul calcio. Si parla anche dell’evoluzione del tifo e della libertà del calcio che viene paragonata a quella della grande poesia. Il calcio e la poesia si basano su regole precise, Leopardi e Pirlo sono stati capaci di sovvertirle! Grandioso.
Maria Cristina Benassi
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L’idea di associare calcio e letteratura è interessante, ma purtroppo non riesce a rendermi più appetibile un argomento che di base non mi tange. In più ho trovato lo stile molto pesante e faticoso da seguire.
Elisabetta Di Stefano
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Il titolo è di Pier Paolo Pasolini, secondo cui appunto “il capocannoniere del campionato è sempre il miglior poeta dell’anno”. Lo scrittore era appassionato di calcio e un calciatore lui stesso.
Secondo l’autore, il calcio, come la poesia, è un luogo di libertà all’interno di regole che pur ci sono e vanno osservate. Il campione, come il vero poeta, sa quando si può trasgredire seguendo quella spregiudicatezza che distingue il genio.
Il testo è suddiviso in sei sezioni in cui viene ribadita la connessione tra calcio e letteratura: Riscaldamento, Primo tempo: poesia, Secondo tempo: narrativa, Primo tempo supplementare: cinema e televisione, Secondo tempo supplementare: canzoni, e infine Calci di rigore: la libertà del calcio. Ritroviamo così le coincidenze, le similitudini e, a volte, le stesse ispirazioni di due mondi che vengono visti come divisi.
Mara Tamburini
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Non amo in modo particolare il mondo dello sport
Palma Ranzo