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Anche qui ci ritroviamo con un uomo tranquillo che si ritrova in un’avventura (meno pericolosa di quella raccontata nel libro avversario) a causa di antiche amicizie. Il protagonista e’ un lettore forte, che a un certo punto incontra una poliziotta, lettrice altrettanto forte, e alla fine risolvono il loro rapporto in un circolo di lettura. Se scelgo questo romanzo e’ perche’ la storia mi e’ sembrata un po’ piu’ originale e perche’ si affronta un tema importante come il carcere in una maniera abbastanza leggera ma non superficiale; traspare un certo ottimismo, non so dire se giustificato o no. Anche in questo caso, sono attese le prossime puntate.
Ferdinando De Tomasi
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Il club Montecristo racconta di un gruppo di ex carcerati che vogliono aiutare altri carcerati accusati ingiustamente, persone accomunate dal un destino simile, capaci di mettersi nei panni degli altri e di aiutarsi. Non amo i gialli ma la scrittura è fluente, di buona qualità, capace di indurre suspense e attesa. Ho desiderato di sapere come andava a finire.
Francesca Pedercini
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Federica Matarazzo
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Scrittura leggera
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Un bel giallo con dei personaggi e una storia che restano interessanti fino all’ultimo.
Da membro di un gruppo di lettura ho apprezzato molto il finale.
Doriana Meloni
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Vera Verri
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Un club di ex carcerati, gli Ammutinati del Club Montecristo, indagano parallelamente, e segretamente, alla Polizia per scagionare un loto amico accusato di aver ucciso una ragazza, artista e sospetta escort. Hanno agganci ovunque: uffici, poste, ministeri, e vengono così in possesso di tabulati telefonici, chiavi di appartamenti e altro. Lars, un ex galeotto, facendosi aiutare dal suo amico Arno, scopre così la verità: Viviana era una brava ragazza che si è suicidata per raggiungere la sorella, scomparsa da anni. Il padre, un magistrato, per coprire la vergogna le rompe l’osso del collo dopo il suicidio per far credere che la figlia sia stata assassinata. Bel libro, scritto bene e scorrevole. Però ho preferito comunque l’altro libro in gara.
Maddalena Dellacasa
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Fosca Pizzaroni
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Un libro cinematografico, con dialoghi che appaiono recitati – e recitati magistralmente – già nella testa di chi legge. Lans affascinante come il Dantès interpretato da James Caviezel; Arno, intrigante come il Bertuccio di Sergio Rubini. L’autore sa scrivere. Peccato per alcune scene un poco banali che sono apparse fastidiose come la corrente che salta durante la visione di un bellissimo film. Spero di vedere questo romanzo sui grandi schermi.
Sara Balzerano