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IlCodiceMaimonide è un testo interessante, che ho affrontato con una doppia lettura: da un lato l’esperienza personale degli autori, dall’altro la complessa serie di norme e burocrazia che regola e protegge le opere d’arte. Il libro mi ha
permesso di valutare quanto possano essere differenti gli approcci in questo mercato: la passione (che fa soffrire al saper un manoscritto abbandonato in una cassetta di sicurezza) e la considerazione meramente economica di opere di ingegno.
Antonella Pipero
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Il Codice Maimonide ci racconta del lavoro che svolgono ogni giorno tutte le persone che si occupano di tutelare i tanti beni artistici, letterari, bibliografici, archivistici del nostro paese. E di due in particolare, gli autori, che molto scrupolosamente, con perizia e attenzione hanno fatto si che questo codice potesse restare in Italia, libero per tutti. La storia, però, ci viene raccontata con un linguaggio che è forse troppo da "addetti ai lavori", lasciando un po la sensazione di comprensione non completa di tutti passaggi.
Alessia Bellini
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Argomento non facile. Sebbene si ritratti di un saggio, e’ comunque coinvolgente. Interessanti le vicissitudini di un manoscritto, che ha rischiato di non essere parte del nostro patrimonio culturale.
Testo e linguaggio accessibile ad un pubblico non necessariamente esperto in queste tematiche.
Non mi ha comunque appassionata . La mia preferenza cade pertanto sul secondo libro.
Antonia Bettinelli
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La conferma che la tutela del patrimonio culturale richiede passione e impegno.
Il linguaggio a volte eccessivamente specialistico rende la lettura non sempre scorrevole.
Francesco Ricci
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Appassionante vicenda di un manoscritto medievale che acquirenti senza scrupoli tentano di fare espatriare, nonostante sia in Italia da più di cinquecento anni e faccia parte del patrimonio culturale del nostro paese
VALTER BAROCELLI
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Libro interessante e scorrevole.
Irene M.
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Giulia Negri
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Tomaso Montanari nella sua introduzione a questo saggio mette subito in luce il grande impegno che "alcuni custodi" hanno dimostrato nel voler conservare e preservare una perla medioevale come La guida dei perplessi di Maiomonide.
i custodi sono Gino Famiglietti e Micaela procaccia entrambi con un passato al MIBACT e entrami decisi a non cedere il manoscritto che alla fine, grazie ad un importante lavoro, è stato acquistato dallo Stato dalla famiglia Norsa che ne venne in possesso nei primi anni del 1500e che ne è rimasta proprietaria per oltre 500 anni. tenacia, competenza, dedizione e una grande passione che si è trasformata in un lavoro, hanno permesso che questa grande opera restasse in Italia e che fosse per noi motivo di vanto e orgoglio.
Stella Pietropaolo
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ESSERE CUSTODI
Saggio che trasuda amore per la cultura. Attraverso la cronistoria di un viaggio, ciò che emerge in modo prevalente è la passione che gli autori hanno impresso nel loro lavoro al fine di mantenere in Italia questo manoscritto, evitandone la migrazione all’estero. Perché essere custodi significa assicurare la sopravvivenza e la conoscibilità di ciò che si custodisce. Peccato per lo stile freddo, distaccato ed oggettivo, tipico dei saggi. Nasconde l’amore per il proprio lavoro, che è un qualcosa che non ha nulla di freddo.
Marika Pelizzari
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Un racconto ben scritto con una trama da libro giallo che ha come protagonista l’antico e conteso manoscritto del titolo ‘il codice maimonide’. La scrittura è piacevole e avvincente anche parlando di norme e decreti. I riferimenti alla cultura ebraica molto interessanti. La scelta è stata difficile alla fine l’unico limite che mi ha indotto a scegliere l’altro testo è la lunghezza. I riferimenti potevano essere raccolti in una appendice lasciando il racconto agile e meno corposo.
Anna D’Andrea