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Il Colpo di Stato del 1964 fa riferimento ad un articolo sull’Espresso in cui si accusava l’allora Presidente della Repubblica Antonio Segni (padre dello scrittore) e il Comandante dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni De Lorenzo, di avere organizzato un colpo di stato durante la crisi di governo del luglio 1964. La ricostruzione dei fatti nel libro è molto ben documentata.
Margherita Pera
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Libro ben organizzato nella forma e contenuto.Purtroppo per noi italiani una triste falsa storia di cui si e parlato a lungo e inutilmente. In generale l’ho trovato noioso.
LOREDANA TORRISI
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Premessa ad entrambi i volumi: rispetto ai libri che mi sono stati proposti la volta precedente e che, eccetto alcune differenze, erano accumunati dallo stesso argomento (almeno a grandi linee); questa volta trovare un nesso, un fil rouge, è stato più complicato (il collegamento immediato, dopo aver letto la sinossi di entrambi i libri e confermata in seguito dalla lettura, è stato: due avvenimenti, molto dissimili tra loro, legati alla storia del nostro paese). Il metodo di giudizio è quello adottato per i volumi precedenti (quale dei due libri è stato in grado, a mio debol parere, di rivolgersi in maniera efficace a più persone possibili): entrambi riescono, sebbene in grado diverso (il che mi ha spinto a preferire il primo), nell’intento. Il Colpo di Stato del 1964 ricostruisce, attraverso una fitta rete di citazioni e documenti (ogni tanto, devo ammettere, è stato necessario ritornare su alcuni passaggi, oppure cercare altrove informazioni che potessero rendere più chiara la vicenda riportata), una vicenda particolare della nostra storia politica e non solo (basti pensare, tra gli aspetti chiamati in causa, quello giornalistico). Prima di leggere questo saggio, non ero a conoscenza delle vicende prese in esame (il che ha sicuramente sollecitato la mia curiosità). Per concludere (altrimenti c’è il rischio, questa volta fondato..., di scrivere per i giorni a venire e, dato il ritardo in cui consegno il presente, non posso assolutamente permettermelo), alcuni passaggi (ne cito soltanto due: "è evidente ed esplicita la preoccupazione di tutelare la memoria di suo padre e di rendergli ciò che gli spetta" dall’Introduzione di Agostino Giovagnoli, pag.7; oppure "Nessuno di noi avvertì minimamente tensioni particolari, stati d’animo diversi dal normale (come penso sarebbe stato logico se qualche membro della famiglia si preparasse a fare un colpo di Stato) [...] L’attenzione nostra era prevalentemente rivolta ad altri fatti: il matrimonio di mio fratello Giuseppe, che si sposò a San Rossore gli ultimi di giugno; una dolorosa depressione che attanagliava in quel periodo Paolo, un altro fratello" pag.73), mi hanno prepotentemente imposto la domanda: Quanto l’essere stato testimone diretto di questi avvenimenti ha, o meno, influito sulla veridicità di quanto narrato? Naturalmente si tratta di una domanda valida in molti altri contesti ed alla quale non può essere data un’unica risposta (l’imposizione è stata dovuta anche dalla non conoscenza dell’argomento).
Francesco Iengo
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Ho trovato il libro molto interessante, innanzitutto perché trattava di un argomento a me sconosciuto e quindi sento di aver appreso qualcosa di nuovo. In secondo luogo il testo mi ha spinto a riflettere sulla tematica della verità, e di come questa possa essere illusa e la coscienza comune influenzata e quindi del peso sociale e politico che oggi giorno rivestono le notizie e la loro autenticità
Susanna Tomasin
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Un libro di denuncia e smentita di tutto ciò che è accaduto nel 1964 scritto in maniera fine e precisa impreziosita di dettagli per chi, come me non ha vissuto (né studiato) questa parte di storia e cronaca della nostra nazione.
Aurelia Marra Campanale