* * *
Il libro Il complotto a potere prende in esame, in maniera serrata, scientifica, l’eziologia filosofica delle teorie complottistiche.
Le teorie di complotto non ricercano la verita’ ma, incedendo tra nessi di causalita’ ed effetto del tutto arbitrari, cercano di dare spiegazione a qualsiasi fenomeno che apparantemente si mostra inspiegabile con mezzi e argomentazioni del tutto grossolani.
Stiamo davanti al trionfo del fenomeno ai danni del noumeno.
Tutto cio’ che non si vede viene forzosamente fatto ricadere all’interno di trame, apparentemente scontate, di poteri forti che cercano di governare le sorti di ognuno di noi al di fuori dei canali istituzionali.
E’ la negazione della democrazia ai danni del totalitarismo: e la rivoluzione francese ha fatto da banco di prova.
Immagiamo che dall’oggi al domani si passi dalla monarchia che incarna personalmente il concetto del potere alla democrazia nella quale il potere viene distribuito: se fino a poco tempo prima c’e’ un monarca che rappresenta il potere, dopo il potere viene scomposto e diluito.
Ma chi comanda? Come vengono prese le decisioni? Da chi?
Le tesi complottistiche sono qui ad attenderci, a darci una spiegazione fin troppo lineare di avvenimenti e ed idee che lineari non sono.
La causalita’ diabolica...
L’istinto di dover dare una spiegazione a tutto; l’impulso, come avrebbe detto Nietzsche, di assegnare un’intenzione ad ognuno.
Un passo indietro nel mito, nella rassegnazione panteistica che cercava di motivare la natura delle cose in base agli umori di Dei capricciosi ed annoiati.
Si assiste alla creazione del mito del popolo onesto che si batte contro elite cattive e corrotte. Il popolo che non e’ piu’ demos ma che diventa ethnos con tratti distintivi, quasi razziali, di purezza e bonta’: il complottismo che diventa populismo ma anche viceversa.
Il novecento pero’ ci ha insegnato che Dio e’ morto.
Dio e’ morto non solo nei campi di sterminio per i quali si fa fatica a pensare che, un’entita’ superiore che governa le sorti del mondo, abbia potuto permettere lo scempio dell’olocausto.
Ma Dio e’ morto anche in campo gnoseologico e cio’ non significa saper dare una spiegazione a tutto ma convivere col dubbio che non tutto e’ facilmente spiegabile e con la certezza che i nessi intuitivi di causa ed effetto sono fallaci.
Almeno cosi’ ci insegna Musil.
Paolo Vencia
* * *
Sono rimasta un po’ perplessa dalla lettura del saggio "Il complotto al potere". Da un lato ho trovato interessante la lettura trasversale di questo fenomeno, dall’altro lato mi ha lasciato come la sensazione che l’autrice volesse in un certo senso giustificarlo più che raccontarlo.
Lucia Gaudenzi
* * *
Mi sono divertita a sostituire la parola "Complotto" con "Magia" e ne ho tratto ugualmente un senso strepitoso. Se l’antropologo Ernesto De Martino e la sua preziosa troupe di studiosi si cala nei meandri del Mondo Magico, Di Cesare da buona filosofa, fa luce tutta sola, sulla conditio sine qua non di questo spazio planetario che, per usare le sue stesse parole offre lo spettacolo di un caos inquietante.
Se ne esce con un pizzico sullo stomaco ma forse è quello che ci serve.
* * *
Troppo pieno di digressioni secondo me. Non ha un filo conduttore preciso. Non sono ammesse distrazioni perchè si perde il filo del discorso
ANTONELLA CHIARAMONTE