< Il consolo di  Orsola Severini (Fandango)

Qui di seguito le recensioni di IlConsolo raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

IL CONSOLO (Fandango) di Orsola Severini:
Il più grande desiderio di Orsola (l’autrice) è quello di essere madre, sogno che la porta ad ambire ad un terzo figlio.
Qualcosa ostacola però il suo desiderio: il feto presenta delle anomalie.
Dinanzi a questa cruda realtà, l’autrice, sceglie il percorso dell’aborto terapeutico. Ha inizio, così, un calvario intriso di solitudine, strutture inadeguate, medici insensibili e restii nell’aiutarla.
Il romanzo della Severini affronta, dunque, una questione che ancora oggi è un tabù: l’aborto.

Giovanni Maria Scupola

* * *

 

Titolo che non conoscevo e che mi ha positivamente sorpresa, oltre ad avermi ricordato "La figlia unica" di Guadalupe Nettel.
L’autrice fa luce con una scrittura semplice e immediata - ma non per questo poco incisiva - su aspetti poco conosciuti della maternità e restituisce uno sguardo onesto su una vicenda personale sicuramente dolorosa e delicata, senza però rendere pesante la lettura.

Barbara Loro

* * *

 

Questo testo l’ho preferito in quanto parla di un tema molto dibattuto da sempre e col quale a volte nella vita direttamente o indirettamente le donne si trovano a fare i conti e connesse al tema tutte le difficoltà che riscontrano quando per volontà o costrette dalle circostanze vogliono o debbano optare per un’interruzione volontaria di gravidanza. Penso che sul piano psicologico vivere un’esperienza simile sia tremendo per chi non sia a favore dell’aborto ma anche per chi lo è poichè credo che nessuna mai riesca totalmente a sottoporvisi a cuor leggero. Ciò che è ancora più terribile è l’inaccessibilità all’ivg, il non trovare medici e strutture facilmente, lo scontrarsi con l’obiezione di coscienza il più delle volte ipocrita e non autentica e con il giudizio di condanna nei riguardi anche di chi quel figlio lo vorrebbe ma non potrà perchè quel bambino ha gravi problemi fisici incompatibili con la vita (mi chiedo come si possa condannare anche in questo caso), la mancanza di sensibilità, empatia, da parte del personale verso chi sta vivendo una tragedia e che aggiunge ulteriore dolore a chi sta affrontando una sfida non di poco conto rischiando di rimetterci anche a volte la propria di vita e si ritrova in una situazione che magari non ha scelto.

Helga Militello

* * *

 

Ben scritto , scorrevole, coinvolgente, una bella storia

Noemi Gemesio

* * *

 

Un libro autobiografico che scatena nella mente una miriade di sensazioni che spaziano dall’incredulità, allo stupore e alla tristezza. Una storia che narra un calvario molto intimo e di coscienza che porta la protagonista a ripercorrere con la mente i momenti della sofferenza per la perdita del padre . Il titolo è il significato della consolazione al lutto, quel gesto gentile che spesso si fa quando una famiglia ha un lutto, per alleviare il dolore si porta loro da mangiare.
La storia di una scelta difficile ostacolata dalle burocrazie e dalla società. Una denuncia all’inadeguatezza della sanità. A mio parere è un libro che dovrebbe essere divulgato proprio per la denuncia che vuole trasmettere.

Rosanna Destro

* * *

 

L’autrice riferisce che le case editrici che non hanno accettato di pubblicare quest’opera l’hanno definita “impubblicabile”. Non capisco perché. Scrive una storia di sofferenza comune a tante donne, con garbo, onestà, sapiente ricorso ai flashback che, senza far perdere fluidità nella narrazione, sospendono temporaneamente il racconto del dramma dell’iter per l’aborto terapeutico accompagnato da una struggente sequenza di emozioni che passano anche attraverso un ancestrale senso di colpa tipico delle donne e l’inevitabile ritorno all’infanzia ed ai fantasmi del passato.

Non comprendo il giudizio di impubblicabilità proprio perché la brutale tematica dell’interruzione di gravidanza e la denuncia del sistema sanitario e di certi medici, si stempera nella descrizione della vita domestica di una coppia con figli piccoli, nella rievocazione dei ricordi d’infanzia che fanno riecheggiare nel lettore sceneggiature di numerosi film italiani incentrati sulle interazioni famigliari in cui si celano segreti e si rivelano drammi. Realizzo che l’editore che ha pubblicato questa storia é Fandango, guarda caso anche casa di produzione, infatti l’opera sarebbe perfetta per una trasposizione cinematografica con la coppia affiatata, con figli e cane, la protagonista vagamente radical chic, attenta all’alimentazione, attiva sui social che improvvisamente vive l’angoscia del baratro e questo cambia tutto. E cambia lei.

E non voglio pensare che l’opera sia stata considerata impubblicabile per lo sconvolgente, anacronistico, drammaticamente attuale ripensamento della politica - della società forse no - sul diritto all’aborto, perciò promuovo l’autrice per il coraggio di affrontare un tema che, evidentemente, ha ancora bisogno di suscitare un dibattito costruttivo e un ripensamento delle strutture sanitarie preposte.

Cosetta Del Faro

* * *

 

***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Parma “Voglia di leggere - Ines Martorano”
coordinato da Pietro Curzio
***
La storia di Orsola e’la ricerca sofferta  di una identità  personale  che si allontana dai valori della famiglia, del comunismo, dei favori personali dati dalla professione  medica del padre per seguire la propria  realizzazione nella costruzione  di una famiglia  tradizionale.  La descrizione  della interruzione di gravidanza  sia nei luoghi che nelle donne in attesa e nel personale  medico sono semplici ma efficaci. Il consolo , ovvero l’offerta di cibo alla famiglia  del defunto  secondo la tradizione  calabrese,  rappresenta la metafora  di chi attraverso la scrittura  cerca di rimettere  insieme i pezzi di una vita.  

Donata Donati

* * *

 

L’ho trovato un buon libro, intenso e coinvolgente. Ti fa capire il dolore di una scelta è il grande amore che è insita in essa. Andrebbe fatto leggere ai politici polacchi!

Massimo Parmigiani

* * *

 

***
Gruppo di Lettura  
“Biblioteca di Buccinasco”
coordinato da Silvia Mincuzzi
***
Tra i due libri letti , ho preferito “Il Consolo”. Intenso monologo interiore che fa appassionare il lettore fin dalla prima riga alle vicende, passate e presenti, della protagonista, donna di mezza età che si ritrova a fare i conti con dolori e dispiaceri, con le cosiddette “situazioni-limite” di Jaspers, dopo le quali chiunque ne esce cambiato irrimediabilmente. Mi ci sono ritrovata e per questo do il mio voto.



Hasou Elena

* * *

 

L’autrice descrive molto bene il capitombolo della protagonista dal senso di superiorità e delirio di onnipotenza delle pagine iniziali allo sconforto delle fasi successiva, per poi approdare a una conclusione in cui dominano la perplessità e la consapevolezza. La società troppo raramente è dalla parte dei più fragili, e l’orribile necessità  di compiere un aborto terapeutico ce lo ricorda, se mai fosse necessario. La narrazione delle vicende della vita del padre della protagonista, delle sue disillusioni, della sua fine, rappresentano  l’altra faccia della medaglia nel sottolineare l’esistenza  del libero arbitrio, e il fatto che la ragioni che guidano le scelte di un uomo restano un mistero.

Manzo Agnese