< Il diritto dei lupi di  Stefano De Bellis Edgardo Fiorillo (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di IlDirittoDeiLupi raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Un romanzo di difficile inquadramento, che si smarca sapientemente da assimilazioni sommarie nell’orbita del giallo, dello storico, del bildungsroman. Questo rappresenta di certo il suo pregio principale, foriero di potenzialità che l’Autore da prova di saper cogliere e sviluppare.

Meritano sottolineatura le descrizioni minuziose e vibranti di ambienti, indumenti, suppellettili, strumenti, riti e convenzioni, soprattutto per il narrato implicito che questi sottendono: l’atmosfera dinamica e frizzante dell’Urbe è strutturalmente imbibita della commistione di interessi e negozi, fornendo una base di ancoraggio innovativa e promettente per l’edificazione di un’impalcatura mistery.
Merita di essere evidenziato lo stile improntato ad una cinematografia immaginifica, a tratti traboccante di azioni, ottenuta mediante una prosa asciutta ed essenziale che, come un budello viario, sbuca con cadenza ben riuscita in “slarghi descrittivi”.
Attorno all’arpinate si muove una corte pirotecnica di personaggi delineati con grande cura che, con le loro diverse sensibilità (icasticamente rese nei rispettivi soprannomi), contribuiscono fattivamente alla prosecuzione del racconto: è apprezzabile sotto questo rispetto lo sforzo con il quale viene messa in luce, nella policromia delle relazioni che si intrecciano e si inseguono, la sostanziale identità di luci ed ombre dell’animo umano di oggi come di allora.

Una storia che lascia il segno, come “un’epigrafe incisa nel marmo”.

Dario Filardo

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Molto bello e appassionante.
Storia avvincente composta da varie situazioni che si sovrappongono per poi confluire tutte insieme nel finale del libro.
Trovarsi alle prese con un "giovane" Cicerone all’inizo della carriera è stato emozionante, cosi come imbattersi nei vari Crasso, Silla, Pompeo (in modo marginale).
Attraverso le imprese di Tito Annio Tuscolano mi sono divertito a ripercorrere i miei studi del liceo, il mos maiorum romano, la Veritas e l’aletheia, tutti i luoghi, dalla suburra romana fino al Garigliano, spartiacque tra Lazio e Campania.
Ho avvertito un pó di tristezza pensando a quanto sia cambiato il territorio compreso tra Capua - Minturno - Roma, un tempo florido e centro di mille commerci, oggi abbandonato al degrado e all’incuria.
Spero vivamente ci sia un seguito, perché la storia si conclude in un periodo storico in cui Roma sta per essere sconvolta e mi ha lasciato un pó cosi.. Come dire.. Sospeso.

Giuseppe Di Donato

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libro con ambientazione storica che ci porta in una Roma che al giorno d’oggi sia cambiato molto poco, profondi tutti personaggi belle le descrizioni dei luoghi

riccardo i.

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Questo primo libro degli autori all’inizio respinge.
Linguaggio sgradevole, sangue, morti a ripetizione.
L’entrata in scena di Cicerone incomincia ad incuriosire il lettore.
Da lì in poi, la storia acquista interesse.
L’idea di trarre da un caso veramente avvenuto e dalla difesa di Cicerone un noir è una ottima opportunità.
Alla fine, è decisamente avvincente.

Patrizia Lo Grande

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Del "Diritto dei lupi" non mi è piaciuta l’ambientazione nella Roma antica, perché le materie forensi mi appassionano più se calate non su un immaginario storico, bensì moderno. Il romanzo, però, è scritto bene e non ci sono particolari errori.
Capisco perché sia stato pubblicato da Einaudi, ché ha certamente uno stile raffinato e una conoscenza storica che traspare nella lettura, però è troppo lungo, per i miei gusti.

Chiara Scipioni

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Bella la trama, all’inizio risulta difficile districarsi tra tutti i doppi nomi dei personaggi per capirne relazioni e intrecci.
Un po’ prolisso a mio avviso.

Nica Bavaro