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Ardua la scelta. Entrambi i saggi sono molto interessanti sia dal punto di vista storico che dal punto di vista narrativo, perchè, pur non essendo dei libri di storia, sono in grado di far comprendere al lettore, chi fossero ambedue i personaggi dei rispettivi romanzi. Personaggi da scoprire. Non inserisco una preferenza, dato che ambedue mi sono piaciuti molto.
Lorenzo Riggio
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E’ vero, ho sempre pensato che mi piacesse di più la narrativa, invece anche la saggistica è affascinante, forse proprio perché sono storie vere. Ne “Il fabbricante di giocattoli” Tito Barbini racconta la vera storia del rivoluzionario Simon Radowitcky, ricostruita dal viaggio che l’autore ha fatto in Patagonia, tramite interviste e visite nei luoghi dove il nostro eroe ha vissuto. Simon ucraino ebreo e quindi perseguitato, emigra giovanissimo in Argentina a Buenos Aires dove si verifica l’incontro tra la cultura ebraica e l’utopia anarchica. Simon si ritrova ebreo, anarchico ed immigrante.
L’analisi dell’accoglienza degli immigranti è quantomai attuale in questo momento storico, dove milioni di profughi fuggono proprio dall’Ucraina, bombardata dalla Russia. A Buenos Aires nel 1957, i migranti venivano ospitati per 5 gg nell’hotel de Immegrates. Oggi annegano nel Mediterraneo.
Anche quella realtà non doveva essere idilliaca, per cui Simon costruisce una bomba, con la quale uccide il capo della polizia, massacratore di compagni e lavoratori innocenti.
Sono molti altri i personaggi che l’autore descrive in modo appassionante, come Pasqualino che lo aiuta ad evadere o Matilde, di cui si innamora in età adulta in Messico….ma questa è un’altra storia.
Rachele Somma