* * *
Carino, non impegnativo e forse un pò troppo prolisso
Giuseppina Quarta
* * *
Bel libro, scritto bene e una trama molto articolata ma mai scontata e fino alla fine non capisci il vero colpevole. Una nota dolente, secondo me, veramente troppo descrittivo, a volte ci si perde nelle varie descrizione di ricordi o di persone o di luoghi. A parte questo veramente un bel libro
Valentina viola
* * *
L’incipit "in medias res" cattura immediatamente l’attenzione del lettore. Lo stile di scrittura è classico, corretto e molto scorrevole. La storia si legge con piacere e contiene tutti gli ingredienti fondamentali del giallo. L’intreccio mi pare ben congegnato: quando la vicenda sembra prendere una piega più ordinaria e "noiosa" l’autore immediatamente introduce un nuovo fatto volto ad infittire ed "aggrovigliare" la trama. Ai personaggi principali l’autore dedica sufficienti attenzioni utilizzando la tecnica del flashback. Il lettore viene così a conoscenza di scorci di storia personale utili a comprenderne i comportamenti in seno alla vicenda narrata.
Virginia Fantini
* * *
Ho fatto fatica a leggerlo
Carla Iodice
* * *
Ho preferito "Il filo sottile di Arianna" perché, appunto, l’ambientazione mi è più congeniale. Il giallo, seppur non ai livelli dei grandi autori, è costruito abbastanza bene, però, a livello di testo, c’è qualche refuso (niente di che, solo doppi spazi e mancanza di qualche virgola) e non ci sono quegli elementi che mi fanno appassionare, in genere, ai gialli. Infatti io prediligo:
1) i gialli letterari, come "Il pasticciaccio" di Gadda, dove è la lingua a sovrastare il resto, ma anche quelli di Camilleri, sempre per l’uso del dialetto meticciato con l’italiano, oppure quelli di Simenon, sempre un po’ più letterari, oppure ancora quelli divertenti come i libri di Malvaldi;
2) i gialli che permettono al lettore di investigare insieme alle forze precostituite, fornendo tutti gli elementi per risolvere il caso (so che non è molto ortodosso, ma, per fare un esempio che rispetta appieno questo canone, mi vengono in mente solo i romanzi della saga di Harry Potter, perché dei grandi giallisti la Christie fa comparire personaggi che poi si rivelano gli assassini e Conan Doyle risolve tutto con le deduzioni di Holmes).
Questo romanzo è stato giustamente pubblicato da una piccola casa editrice e, secondo me, non avrebbe potuto aspirare a altro, seppure, a mio parere, venderebbe di più dell’altro Einaudi.
Chiara Scipioni
* * *
Travolgente e appassionante. Scorrevole nella lettura nonostante si tratti di un giallo e quindi non mancano confusione e ingarbugli. Bellissime le descrizioni dei luoghi di Milano e personalmente ho adorato il tocco ironico di Sartori.
Nica Bavaro
* * *
Panagiotis Kechagiopoulos
* * *
Anna Ciammaricone