< Il giardino e la luna. Arte dell’Ottocento dal Romanticismo all’impres di  Marco Goldin (LaNaveDiTeseo)

Qui di seguito le recensioni di IlGiardinoELaLuna raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Marco Goldin ti prende per mano fin dalle prime pagine del suo libro e ti accompagna in un un lungo viaggio che si dipana dal romanticismo fino al tramonto dell’impressionismo. Un viaggio affascinante (soprattutto le pagine dedicate allo sconosciuto, almeno per me, romanticismo negli Stati Uniti e in Scandinavia) che però non è riuscito a rubarmi completamente il cuore. Da leggere, comunque.

Piera Vivolo

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Il Giardino e la Luna racconta la storia della pittura nel XIX secolo, al di fuori dell’Italia, in Europa e in America. Percorre quella linea che dal romanticismo va verso il realismo e naturalismo sfociando nell’ impressionismo.
È un libro pieno di passione per la pittura. Si percepisce anche la devozione che ha lo scrittore nei confronti della poesia e del racconto breve attraverso le molteplici osservazioni, citazioni e aneddoti che permeano di piacevolezza tutto il discorso narrativo.

Luigia Donato

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Argomento piacevole, belle immagini, da tenere in bella mostra.

Lucia P.

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Libro stimolante, complesso e corposo, mai faticoso, sull’arte pittorica dell’800 ("il secolo della natura e del paesaggio"), dal Romanticismo all’Impressionismo, da Freidrich a Monet, senza escursioni italiane. Un buon apparato di immagini di opere (circa 200), molte delle quali poco note.
La lettura richiede attenzione e impegno, ma è scorrevole, anche per i "non iniziati", forse solo un po’ appesantita dalle innumerevoli citazioni.
Il saggio si apre e si chiude con una narrazione in prima persona, introdotta e conclusa con poesie, l’ultima delle quali è un’autentica sorpresa.
Interessanti i riferimenti letterari.

Antonio Posata

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Bellissimo intreccio tra pittura e letteratura. Un libro da leggere con lentezza per assaporarne ogni parola. Peccato il poco tempo a disposizione ma mi riservo di comprarlo

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Impressionante cavalcata sulla pittura romantica e impressionista senza dimenticare ogni terra in cui la pittura si sviluppava e con un congruo ed evocativo apparato iconografico.

Ilario Gradassi

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• M. Goldin, Il giardino e la luna, La nave di Teseo editore, Milano, 2021
Come vedo titoli e copertine, sembra aprirsi un dilemma: e se non mi piacesse alcuno dei due?
Mi sorprende il testo di Goldin, autore che conosco per allestimento mostre e (noiosissime) audioguide, e che non stimo abbastanza. Però sfoglio veloce. Molte immagini e 556 pagine: un vero tomo!
Il saggio di Goldin è composto da una parte centrale, un po’ ampollosamente intitolata La grande storia della pittura; da una introduzione in forma poetica Luce del principio (ripresa in I gesti della natura) e da una conclusione/ Appendice in cui vengono analizzati alcuni testi di tre scrittori: Eliot, Bertolucci, Parise.
Difficile dire delle poesie ma si intuisce un messaggio dell’autore che cerca di fermare un suo presente ed oscuramente vorrebbe farne partecipe il lettore.
La seconda parte, al di là del titolo altisonante, ricostruisce una continuità di relazioni all’interno della pittura francese, per mostrare come l’arte degli impressionisti nasca dal romanticismo ed in particolare da letture e sguardi rivolti a Friedrich, Turner, Constable, passi attraverso la pittura di paesaggio realistica (Corot, Courbet, Miller), ed evolva in Francia, attraverso Manet e il suo magistero, fino ad arrivare a Monet e agli altri grandi impressionisti. Viene attentamente analizzato il ruolo che hanno i Salon nel distaccarsi dei ‘nuovi’ pittori dalla pittura accademica. Questo percorso - L’ho detto fin dal principio, l’Ottocento è il tempo della natura, della pittura che si rivolge, sempre più nuova, a un paesaggio nuovo - viene interrotto da digressioni dedicate alla pittura scandinava, al rapporto con la fotografia, agli impressionisti americani dell’Hudson River School (interessante l’approfondimento su Homer; infantile (?) la ripresa di un alcune pagine di un diario redatto molti anni addietro in occasione di una visita al parco di Yellowstone).
Una parte caratterizzata da una scrittura poco sobria, inficiata di citazioni che appesantiscono il testo. Come spesso in Goldin, il togliere avrebbe aiutato la comunicazione. Ci sono passaggi oscuri ma anche passaggi ispirati nel confrontare due quadri - bello il confronto tra Riva del mare a Palavas 1854 di Courbet e Viandante sopra un mare di nebbia 1817 c. di C.D. Friedrich- o nel descriverne uno, come questo:
I suoi mari, quelli più necessitati e pieni del dramma vero dell’ora in cui li ha dipinti, sono tra le cose più belle, e colme di vita, che la pi

Vittoria Sofia

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Molto ben scritto, per me che sono un amante dell’impressionismo, l’ho trovato piacevole da leggere, sebbene quasi 600 pagine siano un po’ durette da digerire in breve tempo.
io lo immaginerei come una guida ragionata da consultare in previsione di una visita ad un museo o ad una mostra , in modo da capire qualcosa in più su questi stupendi artisti.

Se mi si consente un’obiezione, la farei sull’utilità, ai fini del discorso che si andrà sviluppando nelle pagine successive, di quelle due poesie a pag. 13 e 16, non firmate, per cui ritengo composte dall’autore.
Forse il disallineamento del testo (errore dovuto all’impaginazione di prova o scelta dell’autore?) ha influito negativamente sul mio giudizio.
il brano tratto da Virginia Woolf poteva bastare...

Lucio Cannavale

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In questo libro Gordin racconta la pittura dell’Ottocento, il secolo della natura, tra Europa ed America, intervallando le spiegazioni con tantissime tavole di quadri, ma non si ferma alla sola pittura, includendo in appendice richiami poetico-letterari a Eliot, Bertolucci e Parise sul rapporto tra l’uomo e la natura. Interessante

Maria Cristina Benassi

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Interessante ricostruzione storica sull’arte dell’Ottocento in Europa e in America, con molte immagini dei dipinti citati. La lettura è stata abbastanza scorrevole, anche se lo stile narrativo in alcuni punti è un po’ “pesante”, molte cose non le conoscevo ma mi interessava l’argomento. Sinceramente, ho trovato poco interessanti le pagine finali in cui tratta della rappresentazione della natura in letteratura, credo che il libro fosse compiutamente concluso già nel capitolo precedente e che queste ultime lo abbiano un po’ appesantito.

Cinzia B.

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Affascinante ed interessante. Oltre a fornire nozioni e spiegazioni chiare e coinvolgenti, permette di maneggiare un alfabeto di base per "leggere" le opere dei diversi autori.

Silvia Iesari

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Amo l’arte, soprattutto l’Impressionismo.
Ho letto tantissimi libri sull’argomento; il libro è scritto magistralmente e corredato da immagini ancora più belle.
L’unica pecca, se così si può definire, è data paradossalmente proprio dalla mia infinita passione per l’arte; ho letto un libro di storia dell’arte e un punto di vista sicuramente professionale, ma tutto ciò l’ho già visto e rivisto in altri saggi. Non aggiunge nulla di nuovo a quello che già si sa.
Lo consiglierei comunque.

Marina Agostino

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Mi sono documentata: l’autore, trevigiano, del 1961, da tempo studia vita e opere di Van Gogh. Amo i principali impressionisti francesi fin dagli studi liceali, perciò mi sono accinta a leggere con curiosità, per approfondire il tema dell’impressionismo e conoscere meglio i movimenti artistici che lo precedono e lo seguono. Nella parte centrale del saggio ho infatti incontrato gli esponenti della scuola di Barbizon, nata nel primo ’800, e ho ammirato le opere principali di Rousseau, Millet, Jacque, Dupré, Diaz de la Peña, Troyon, Corot… Questi artisti studiarono la luce e il cielo nei paesaggi naturali, riproducendoli realisticamente, diventando precursori degli Impressionisti. Ho scoperto analoghi artisti che hanno lavorato sugli stessi temi in America, ma anche nell’Europa del Nord; mi ha entusiasmato “Ragazzo con il flauto in legno di salice” del norvegese Skredsvig, in cui l’aspetto più notevole per me è il cielo: non raffigurato direttamente, ma riflesso nell’acqua ai piedi del ragazzo! Ho infine letto come, per reazione, si siano poi sviluppate, ai primi del ‘900, le correnti dell’Espressionismo e del Simbolismo. L’apparato iconografico del testo è veramente notevole: più di 500 riproduzioni di quadri! Trovo però slegate dal tema evocato dal sottotitolo sia la parte iniziale sia quella finale del lavoro: a mio parere avrebbero potuto costituire altro saggio a sé stante. La parte iniziale infatti contiene ricordi autobiografici dell’autore e racconta come è nata la sua passione per l’arte. La parte finale è dedicata a tre letterati, non ottocenteschi, che raccontano in versi e in prosa il mondo e la vita, ma soprattutto la natura, usando immagini con la stessa efficacia della pittura: T.S. Eliot, Attilio Bertolucci, Goffredo Parise.

STEFANIA FILIPPINI

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Marco Goldin si racconta attraverso alcune digressioni autobiografiche sul suo rapporto con la natura e il suo approcciarsi alla storia dell’arte e ai primi pittori italiani che faranno nascere in lui la voglia di approfondire e di narrare la storia della pittura nel XIX secolo, al di fuori dell’Italia, in Europa e in America. Ci condurrà in un viaggio dal Romanticismo all’Impressionismo, passando per il Realismo e il Naturalismo. I capitoli più apprezzati restano senza ombra di dubbio quelli dedicati a Friedrich, con il passaggio da un elemento fisico della pittura ad uno più psicologico, dove egli decide di barattare la scienza con la contemplazione. A seguire ampio spazio dedicato agli Impressionisti, altamente apprezzati, in cui la natura diventa fonte luminosa essa stessa e dove si raccolgono i colori che la disegnano.

Maddalena Carbi

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Ho trovato interessante lo sguardo offerto dall’autore in riferimento alla luna, anzi era ciò che mi aveva incuriosito di più nel titolo. Non mi è piaciuto per contro il tono spesso autoriferito dell’autore.

Gabriella Braidotti

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Anche questo accolto con prevenzione: non mi avevano convinto le mostre che per molti anni Goldin e Linea d’Ombra hanno organizzato a Treviso, in casa dei Carraresi.
Il testo è invece appassionante, come appassionante è la materia. E appassionato è lo scrittore, che, più che nelle esposizioni, mostra di partecipare emotivamente a quello che descrive. Peccato non abbia dato spazio, però, all’arte italiana: Segantini, fattori, De Nittis, Signorini non meritavano nulla?
La ragione ha spinto per Goldin. Ma ha vinto il cuore

Sandro Bergamo

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interessante ma fuori dalla mia sfera di conoscenze, sembra un testo per addetti ai lavori

Guido Vicentini

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Purtroppo non posso recensire, in quanto non ho potuto scaricarlo.
Ho chiesto Aiuto. Mi avete rinviato il link, ma con Iclaud. Niente. Mio tablet non abilitato.
Di conseguenza aver postato il libro 2, come scelta, non è vero.
Non ho potuto confrontarli

Maddalena Ronco

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Anche questo saggio interessante (è stata una delle volte in cui ho avuto più difficoltà a scegliere) per l’argomento: sono un appassionato di impressionismo.
Bellissime foto di dipinti.
Mi ha spinto a ricercare visioni di autori romantici che avevo dimenticato.
L’ultima appendice mi indurrà a leggere Parise.

Adriano Amerini