< Il giorno del Bianconiglio di  Alessandro Curioni (Chiarelettere)

Qui di seguito le recensioni di IlGiornoDelBianconiglio raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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I criminali della “Socrate” (tipo la “Spectre” di James Bond) - i cui membri, evidentemente di buoni studi classici, han scelto pseudonimi socratici: Aristippo, Platone, Euclide, Eschine, Antistene, Fedone – chiedono ben cinque milioni di euro alla grande società energetica 4 FonEner. In caso di rifiuto minacciano di attivare il malware Dialogs (pure lui “socratico”), che hanno installato proditoriamente nei computer della società, facendo spegnere tutte le sue centrali elettriche, e causandole enormi perdite sia sul mercato azionario, sia in termini di ricavi e costi di ripristino.
La 4 FonEner chiama in soccorso Leonardo Artico, cinquantenne freddo (cognomen omen) genio (nomen omen) dell’informatica, e il suo giovane collaboratore (gay) Roberto Gelmi, uno dei primi cento migliori hacker in circolazione, coadiuvati da Teresa Aprili, giovane, bella e vispa neolaureata in giornalismo incaricata di un’inchiesta sui crimini informatici, pur se digiuna della materia. Il che dà modo ai due maschi sopracitati, presso il cui ufficio viene fiondata, di far sfoggio delle loro competenze nello spiegare a lei (e a noi poveri lettori ignoranti) il significato di parole gergali come phishing, spyware, trojan, malware, ransomware, proxy, backdoor, honeypot, keylogger…
Il titolo richiama “Il giorno della civetta”, ma qui l’animale è un Bianconiglio, nome dato dai nostri all’antivirus di loro invenzione che introducono nei computer della Socrate passando per una rabbit hole, con a traino il “fratellino” Cappellaio Matto, in grado di distruggere i sistemi infettati da Bianconiglio mezzora dopo l’eventuale scoperta e rimozione di questo. Purtroppo simili salvifici anti-virus non esistono, anche se forse un giorno potrebbero. Per ora sono un deus ex machina narrativo…
La morale? La troviamo in un pensiero di Leo, mentre per strada «osservava la gente. Lo colpiva sempre la totale inconsapevolezza di miliardi di persone rispetto a quanto poteva accadere nell’universo parallelo della rete. Pur facendone un utilizzo continuativo e riversandoci dentro anche i più insignificanti dettagli della propria vita, nessuno sembrava vedere i rischi a cui andava incontro.” Già. Anch’io sono fra quelle persone. Il libro mi ha dato da pensare. Purtroppo senza insegnarmi come reagire. D’altronde, sventata la truffa ma sfuggiti all’arresto quelli della Socrate, il libro si conclude amaramente con Leo che accende il suo computer e vede apparire un nuovo messaggio di Socrate: “sono tornato”».

Paolo Bettini

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Quando ho capito che si trattava di un thriller informatico, ho pensato "faticherò a finirlo" poichè non è affatto il mio genere.
Invece ho dovuto ricredermi perchè, al netto delle difficoltà mie dovute ad una scarsissima conoscenza della materia informatica, posso affermare che la storia scorre ed è avvincente e certamente fa aprire gli occhi su una tematica molto pericolosa con la quale, in parte e in piccolissimo, noi tutti abbiamo a che fare quotidianamente anche aprendo una semplice ed innocua, all’apparenza, mail. Se solo pensiamo a tutto quello che facciamo con gli smartphone, possiamo renderci conto di quanto lo strumento informatico, in mani criminali, possa essere pericoloso.
Quindi grazie a tutti coloro che impropriamente chiamiamo hacker, ma che in realtà definirei cyberangels!

Anna Politelli

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Iniziò subito coinvolgente.
Tema attuale e nonostante molto specifico molto ben spiegato.
Interessanti i profili dei personaggi.
Trama incalzante

Sonia rivolta

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Bel romanzo ma piuttosto intricato e confuso specialmente per i non addetti ai lavori trama comunque intrigante e accattivante.

Mariangela Cavaglia’

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Il giorno del Bianconiglio è un libro ben costruito e soprattutto apprezzo l’idea del genere giallo “informatico”, penso possa diventare un sottogenere di successo. Credo che il linguaggio specifico possa essere non facilmente accessibile a una fetta di potenziali lettori, per questo trovo molto utile il glossario collocato alla chiusura del romanzo per chi come me e Teresa è un neofita. Lo ritengo anche valido per informare e sensibilizzare sulla cyber security, materia di cui, come ribadisce Leo, nessuno sembra vedere i rischi.
Unico elemento che non ho gradito è stato il modo in cui è caratterizzata Teresa, praticamente l’unico personaggio femminile, in quanto lo trovo abbastanza cliché e frivolo. Nei prossimi romanzi mi piacerebbe vedere anche una donna nel ruolo di genio informatico.
La storia è coinvolgente e il lettore è stimolato a mettersi nei panni dell’investigatore: l’enigma principale che il lettore si trova a dover risolvere è comprendere i piani del misterioso protagonista.
In definitiva è un libro ben riuscito.

Beatrice Pelliccioli